Sono numerosi, purtroppo, i casi recenti di suicidi all’interno delle carceri italiane. Sovraffollamento carcerario, carenza di organico e carenza di assistenza sanitaria sono solo alcune delle cause di questo enorme problema.
L’Associazione Antigone, che si occupa di diritti e garanzie del sistema penale, parla di 23 suicidi dall’inizio dell’anno, un suicidio ogni tre giorni.
I casi recenti
Il giovane Jordan Jeffrey Baby (Jordan Tinti) è stato trovato impiccato la notte tra l’11 e il 12 marzo scorso nella cella del carcere di Torre del Gallo a Pavia; il giorno seguente, mercoledì 13 marzo, un giovane ventenne si è tolto la vita il giorno del suo compleanno nel carcere di Teramo; sempre il 12 marzo scorso un detenuto straniero di trentatré anni si è ucciso nel carcere di Secondigliano. Quest’ultimo è il quinto caso nella regione Campania dall’ inizio del 2024.
Per la morte del giovane Jordan Tinti la Procura di Pavia ha aperto pochi giorni fa un’indagine per il reato di omicidio colposo e sarà, dunque, svolta l’autopsia sul corpo del giovane, che aveva denunciato di aver subito maltrattamenti e abusi sessuali da altri detenuti.
Il monito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il 19 marzo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale una rappresentanza della polizia penitenziaria e ha rivolto le sue dichiarazioni direttamente agli agenti presenti: “Dal sovraffollamento carcerario che rende difficile il vostro lavoro molto più di quanto non dovrebbe essere, alle carenze di organico, che pesano certamente, sovraffaticando il compito di ciascuno di voi, a quello che forse in questo momento è un elemento prioritario: l’esigenza di assistenza sanitaria dentro gli istituti penitenziari. Un’esigenza diffusa, ampia, indispensabile, la mancanza della quale fa sì che ricadano su di voi esigenze, sollecitazioni e richieste che non rientrano nei vostri compiti e nelle vostre funzioni. É indispensabile che si affronti sollecitamente questo aspetto per un’efficace assistenza sanitaria dentro gli istituti penitenziari.”
Il Presidente della Repubblica afferma, dunque, come queste tematiche richiedano interventi urgenti, anche e soprattutto a fronte dei numerosi e recenti casi di suicidi nelle carceri italiane.
La protesta nazionale indetta dall’Unione delle Camere Penali Italiane
Il 20 marzo a Roma si è tenuta la manifestazione nazionale di protesta organizzata dall’Unione delle Camere Penali Italiane per denunciare quella che è una vera e propria strage in atto dentro le mura delle carceri italiane. La protesta, alla quale hanno aderito numerosi professionisti da tutta Italia, vuole portare all’attenzione del governo le problematiche esistenti affinché si possa arrivare all’adozione di misure urgenti per contrastare questi fenomeni.
Già a novembre 2023 l’Unione delle Camere Penali Italiane aveva deliberato lo stato di agitazione contro l’ennesimo pacchetto sicurezza del governo, con una critica specifica al “populismo giustizialista” e al rischio concreto di un diritto penale simbolico.
Sicurezza dei cittadini e minaccia penale: il rischio di un “panpopulismo”
Il “panpopulismo” può essere definito come l’orientamento di politica criminale guidato dal consenso che nasce e si alimenta attraverso i sentimenti sociali di paura, rabbia, indignazione e che richiedono interventi e risposte immediate per i cittadini.
Ciò significa che ogni evento perde la propria specificità perché viene decontestualizzato e si pone come caso emblematico su cui riversare le istanze punitive e significa anche che ogni risposta penale viene considerata in funzione risolutoria e ogni istanza viene posta in termini emergenziali. Il diritto penale viene considerato il campo privilegiato per dare risposte a questo genere di pressioni.
Si considera garantito il diritto alla sicurezza dei cittadini attraverso la minaccia penale che si pone come strumento di prevenzione contro il rischio.
Questa ‘ideologia del rischio’ libera i singoli dall’impegno riguardo alla lealtà ed onestà delle proprie condotte perché il giudizio sulla natura dell’atto si fa dipendere dalle sue conseguenze e libera lo stato dal dovere di far sì che il sistema penale sia improntato a criteri rieducativi e non prevalentemente punitivi.
La situazione delle carceri in Sardegna
La Garante regionale delle persone private della libertà personale Irene Testa ha esposto e denunciato più volte la situazione disastrosa nel quale versano le carceri isolane.
In particolare la Garante ha posto l’attenzione sulla enorme quantità di detenuti che soffrono di vari disturbi legati al disagio psichico e alla carenza di personale sanitario adeguato.
Nelle carceri di Uta, Bancali e Isili, in particolare, sono numerosissimi i detenuti affetti da gravi patologie psichiatriche (a Isili la percentuale di detenuti affetti da patologie psichiatriche sfiora l’80% mentre a Uta c’è solo uno psichiatra in servizio). La Garante ha denunciato, inoltre, la carenza di personale sanitario in tutti i dieci istituti e non aveva nascosto la poca collaborazione tra il servizio sanitario e le direzioni.
La politica, nazionale e regionale, non può ignorare questa enorme problematica. La qualità di vita nelle carceri costituisce un importante parametro di valutazione della qualità di un paese.
Elena Elisa Campanella