(Adnkronos) –
Estendere la fascia di non contribuzione per garantire il diritto allo studio per gli studenti con minori possibilità economiche, sostenere le fasce medie delle famiglie con una tassazione più equa e più progressiva e aumentare le residenze universitarie per favorire l'accesso a un numero maggiore di studenti per aiutare il Paese, tra gli ultimi in Europa per numero di laureati. Questa la ricetta con la quale Marina Brambilla, docente di Linguistica tedesca e prorettrice ai servizi per gli studenti, si candida a diventare la prima rettrice donna dell'Università Statale di Milano. Il 3 e 4 aprile prossimi, l'ateneo milanese sarà chiamato al rinnovo del board: oltre a Brambilla, ci sono anche Gianluigi Gatta, docente di diritto penale e Luca Solari, presidente della Fondazione UniMi e professore di organizzazione aziendale a Scienze politiche, a contendersi il posto che oggi è di Elio Franzini. A votare saranno circa 2.300 professori e ricercatori e circa 300 rappresentanti degli studenti e dei dottorandi, oltre al personale tecnico. "Con la decisione presa all’unanimità dal Consiglio d’amministrazione lo scorso 19 marzo -spiega Brambilla- abbiamo messo un ulteriore tassello ad un percorso di ampliamento del diritto allo studio che la Statale persegue da anni; già nel 2019, con una prima riforma della tassazione, avevamo aumentato la fascia di non contribuzione da 14.000 a 20.000 euro di Isee, per poi salire a 22.000. Oggi la Statale ha deciso di ampliare a 30.000 euro la fascia di non contribuzione; ciò significa garantire a un numero ancora maggiore di studenti la possibilità di accedere ai nostri corsi di studio e all’eccellenza della nostra formazione". Ad oggi, afferma la professoressa, "sono 19.000 gli studenti che rientrano nella no tax area; con questa riforma prevediamo che arriveranno a circa 27.000 dei nostri 64.000 studenti". Questa, sottolinea, è "una misura particolarmente importante perché conferma l’identità e la natura della Statale come ateneo pubblico aperto, a favore dei diritti e in grado di garantire il diritto allo studio a un’ampia fascia di studenti".
Per garantire il diritto allo studio e aiutare le famiglie che intendono sostenere gli studi dei propri figli ci sono anche altri tipi di intervento: "La misura messa in campo -spiega Brambilla- prevede anche una tassazione più equa e più progressiva, quindi un sostanziale abbassamento delle tasse fino a 78.000 euro di Isee; viene inoltre innalzato da 75.000 a 80.000 euro di Isee il livello di contribuzione massima. Questa decisione -osserva- è molto importante in un Paese dove, come sappiamo, il numero dei laureati è ancora troppo basso: l'Italia è tra gli ultimi in Europa per numero di laureati. Garantire l’accesso alla formazione superiore a un numero crescente di studenti è quindi una misura di particolare rilievo anche a livello nazionale". "Noi -prosegue la professoressa- immaginiamo che ciò possa significare anche una maggiore attrattività dell’ateneo: la sostenibilità di questa misura è stata infatti accuratamente valutata nell’ambito della commissione tasse del nostro Cda e verrà attentamente monitorata nei prossimi anni. Ci aspettiamo anche una forma di ritorno premiale nell’ambito del fondo di finanziamento ordinario degli atenei che prevede premialità per la no tax area e un miglioramento dei nostri parametri in relazione al costo standard per ogni studente, proprio nella prospettiva di un aumento delle iscrizioni". E non è tutto: "Non dobbiamo dimenticare l’importanza del supporto alle fasce medie perché ci sono anche moltissimi casi di famiglie con reddito medio che fanno fatica a mandare i figli a studiare a Milano, soprattutto se sono fuorisede, per via del caro-affitti. Il mio programma per il prossimo sessennio si declina quindi anche in borse di studio a favore degli studenti che si trovano subito al di sopra della no tax area". Diritto allo studio, poi, significa aumentare sensibilmente il numero di posti nelle residenze universitarie: "Di questo tema -sottolinea Brambilla- mi sono occupata direttamente negli ultimi anni, conseguendo risultati tangibili perché la Statale è cresciuta di oltre 300 posti letto in questi ultimi sei anni, ha attratto finanziamenti dal Pnrr a più riprese e più di una residenza. Abbiamo inoltre in progetto, già approvati e già resi sostenibili, posti sia sull’area Mind che, in previsione, presso nuova residenze in via Attendolo Sforza e nell’area di Città Studi dove realizzeremo un nuovo campus". E infine significa "dare la possibilità a tutti i nostri ragazzi di portare a termine il loro percorso di studio senza interruzioni e senza difficoltà, date troppo spesso da fragilità di vario tipo: dalla fragilità psicologica ai disturbi per l’apprendimento a casi relativi alle diverse disabilità". —[email protected] (Web Info)
Estendere la fascia di non contribuzione per garantire il diritto allo studio per gli studenti con minori possibilità economiche, sostenere le fasce medie delle famiglie con una tassazione più equa e più progressiva e aumentare le residenze universitarie per favorire l'accesso a un numero maggiore di studenti per aiutare il Paese, tra gli ultimi in Europa per numero di laureati. Questa la ricetta con la quale Marina Brambilla, docente di Linguistica tedesca e prorettrice ai servizi per gli studenti, si candida a diventare la prima rettrice donna dell'Università Statale di Milano. Il 3 e 4 aprile prossimi, l'ateneo milanese sarà chiamato al rinnovo del board: oltre a Brambilla, ci sono anche Gianluigi Gatta, docente di diritto penale e Luca Solari, presidente della Fondazione UniMi e professore di organizzazione aziendale a Scienze politiche, a contendersi il posto che oggi è di Elio Franzini. A votare saranno circa 2.300 professori e ricercatori e circa 300 rappresentanti degli studenti e dei dottorandi, oltre al personale tecnico. "Con la decisione presa all’unanimità dal Consiglio d’amministrazione lo scorso 19 marzo -spiega Brambilla- abbiamo messo un ulteriore tassello ad un percorso di ampliamento del diritto allo studio che la Statale persegue da anni; già nel 2019, con una prima riforma della tassazione, avevamo aumentato la fascia di non contribuzione da 14.000 a 20.000 euro di Isee, per poi salire a 22.000. Oggi la Statale ha deciso di ampliare a 30.000 euro la fascia di non contribuzione; ciò significa garantire a un numero ancora maggiore di studenti la possibilità di accedere ai nostri corsi di studio e all’eccellenza della nostra formazione". Ad oggi, afferma la professoressa, "sono 19.000 gli studenti che rientrano nella no tax area; con questa riforma prevediamo che arriveranno a circa 27.000 dei nostri 64.000 studenti". Questa, sottolinea, è "una misura particolarmente importante perché conferma l’identità e la natura della Statale come ateneo pubblico aperto, a favore dei diritti e in grado di garantire il diritto allo studio a un’ampia fascia di studenti".
Per garantire il diritto allo studio e aiutare le famiglie che intendono sostenere gli studi dei propri figli ci sono anche altri tipi di intervento: "La misura messa in campo -spiega Brambilla- prevede anche una tassazione più equa e più progressiva, quindi un sostanziale abbassamento delle tasse fino a 78.000 euro di Isee; viene inoltre innalzato da 75.000 a 80.000 euro di Isee il livello di contribuzione massima. Questa decisione -osserva- è molto importante in un Paese dove, come sappiamo, il numero dei laureati è ancora troppo basso: l'Italia è tra gli ultimi in Europa per numero di laureati. Garantire l’accesso alla formazione superiore a un numero crescente di studenti è quindi una misura di particolare rilievo anche a livello nazionale". "Noi -prosegue la professoressa- immaginiamo che ciò possa significare anche una maggiore attrattività dell’ateneo: la sostenibilità di questa misura è stata infatti accuratamente valutata nell’ambito della commissione tasse del nostro Cda e verrà attentamente monitorata nei prossimi anni. Ci aspettiamo anche una forma di ritorno premiale nell’ambito del fondo di finanziamento ordinario degli atenei che prevede premialità per la no tax area e un miglioramento dei nostri parametri in relazione al costo standard per ogni studente, proprio nella prospettiva di un aumento delle iscrizioni". E non è tutto: "Non dobbiamo dimenticare l’importanza del supporto alle fasce medie perché ci sono anche moltissimi casi di famiglie con reddito medio che fanno fatica a mandare i figli a studiare a Milano, soprattutto se sono fuorisede, per via del caro-affitti. Il mio programma per il prossimo sessennio si declina quindi anche in borse di studio a favore degli studenti che si trovano subito al di sopra della no tax area". Diritto allo studio, poi, significa aumentare sensibilmente il numero di posti nelle residenze universitarie: "Di questo tema -sottolinea Brambilla- mi sono occupata direttamente negli ultimi anni, conseguendo risultati tangibili perché la Statale è cresciuta di oltre 300 posti letto in questi ultimi sei anni, ha attratto finanziamenti dal Pnrr a più riprese e più di una residenza. Abbiamo inoltre in progetto, già approvati e già resi sostenibili, posti sia sull’area Mind che, in previsione, presso nuova residenze in via Attendolo Sforza e nell’area di Città Studi dove realizzeremo un nuovo campus". E infine significa "dare la possibilità a tutti i nostri ragazzi di portare a termine il loro percorso di studio senza interruzioni e senza difficoltà, date troppo spesso da fragilità di vario tipo: dalla fragilità psicologica ai disturbi per l’apprendimento a casi relativi alle diverse disabilità". —[email protected] (Web Info)