CeDAC / Il Terzo Occhio: “Quasi Una Serata” di Ethan Coen
Viaggio nei labirinti della mente e del cuore, tra interrogativi filosofici e dilemmi etici e morali, con “Quasi Una Serata”, ovvero Tre Atti Unici di Ethan Cohen nella mise en scène firmata da Davide Marranchelli, anche protagonista sul palco insieme con Stefano Annoni, Paui Galli e Simone Severgnini, produzione Il Giardino delle Ore e Mumble Teatro (Spettacolo Finalista di In-Box 2023) in cartellone DOMANI (martedì 23 aprile) alle 20.30 al TsE di via Quintino Sella, nel quartiere di Is Mirrionis a Cagliari sotto le insegne de “Il Terzo Occhio”, la Rassegna Multidisciplinare delle Nuove Creatività organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna, con la direzione artistica di Valeria Ciabattoni e con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Cagliari e il contributo della Fondazione di Sardegna.
Un intrigante gioco metateatrale, che proietta gli spettatori al centro della rappresentazione, invitandoli a riflettere sul significato e sul ruolo delle arti della scena nella società contemporanea come sul proprio modo di rapportarsi a un evento teatrale e di affrontare i meccanismi della finzione, necessaria per portare alla luce la verità: una sfida non inedita, ma interessante, specialmente dopo l’esperienza della pandemia e del lockdown, con il “distanziamento” e “sospensione” delle manifestazioni, in cui la rottura della quarta parete diventa il simbolo di un rinnovato incontro e dialogo tra attori e pubblico. “Quasi Una Serata” è un visionario racconto per quadri, con scenografia e costumi di Anna Bonomelli, realizzazione scene di Andrea Verga e foto e concept di Federico Galimberti, in un susseguirsi di situazioni differenti che spaziano dalla misteriosa e inquietante sala d’attesa di un eterno purgatorio in “Aspettando”, dove il protagonista si trova prigioniero di una impasse, in una vicenda quasi kafkiana, alla crisi di un agente segreto che scopre di avere una coscienza e non riesce più a restare indifferente davanti all’efferatezza dei crimini commessi, come confessa a un collega in “Quattro Panchine”, in un clima quasi da spy-story, per arrivare a un insolito “Dibattito” in chiave di Stand-Up Comedy tra due Dei che mirano a conquistare il favore del pubblico, alternando affermazioni provocatorie e esortazioni alla speranza.
Un dramma moderno con toni ironici e surreali o piuttosto una commedia che affronta temi esistenziali e questioni metafisiche: “Quasi Una Serata” propone un curioso trittico in cui storie apparentemente prive di collegamenti tra loro compongono un vivace affresco di varia umanità, per poi confluire in una conversazione intorno allo spettacolo, in una sorta di gioco di specchi tra vita e arte. Focus sull’enigma del divino e sul rapporto tra la dimensione terrena e quella spirituale a partire dall’idea della morte e dell’eternità, dell’incertezza di ciò che ci attende al di là di una fatidica soglia, un ultimo e conclusivo rito di passaggio che tutti prima o poi devono superare, a cui è difficile giungere davvero preparati, accanto a una indagine paradossale ma non troppo sul confine tra il bene e il male. Fin nel titolo “Quasi Una Serata” – prima versione italiana di “Almost en Evening”, rappresentato per la prima volta nel 2008 all’Atlantic Teather Company’s Stage di New York con la regia di Neil Pepe – suggerisce una mancanza, una sensazione di incompiutezza, una possibile ambiguità, uno stato di smarrimento forse una vertigine, quasi come ci si trovasse sull’orlo di un precipizio. Nella cultura e nella tradizione ebraica il dialogo tra l’Uomo e Dio è una costante, che pone l’individuo in relazione diretta con il creatore dell’universo, e dunque con le contraddizioni e i dubbi derivanti dall’esperienza nella ricerca di una irraggiungibile ancorché terrena perfezione: una consuetudine e una familiarità che non si riscontrano, ad esempio, nella religione cristiana dove esistono dogmi e precetti e l’interpretazione della volontà divina è mediata dalla teologia, così come l’accettazione delle verità rivelate è soltanto una questione di fede.
Nella pièce appaiono un “Dio che giudica” e un “Dio che ama”, perfino degli Angeli ma anche figure più prosaiche come una segretaria, un maitre di sala e un cameriere, un supervisore e “un texano”, oltre a donne e uomini: i tre Atti Unici riguardano questioni complesse e cruciali, ma in una forma quasi straniante, tra la suspense di un’attesa (forse) senza fine e un incontro in una sauna, teatro di ammissioni pericolose e un “duello” verbale con l’obiettivo di ammaliare e lusingare una platea. Nel finale una conversazione informale riporta l’attenzione sui temi ma anche sullo stile della rappresentazione e Davide Marranchelli inventa una “cornice” metateatrale, in cui il pubblico è chiamato in causa come testimone e partecipe di un moderno rito laico. «Nei tre atti unici si affrontano smaccatamente temi “altissimi”, quasi intoccabili: domande esistenziali, l’eternità, il rapporto con Dio e con la propria coscienza, le relazioni e i sentimenti; la nostra sensazione è che questo cabaret di temi passi però in secondo piano di fronte al medium che li tiene insieme: il teatro, inteso come cerimonia, condivisione di domande e conflitti a volte insolubili» – sottolinea il regista –. In una sorta di caledoscopio Ethan Coen mette in scena «un “aldilà” a immagine e somiglianza degli inferni di questa terra, discussioni fra coppie che potremmo essere noi ieri sera, dibattiti accesi tra dèi che amano e dèi che giudicano, ma comunque dèi che menano».
“Quasi Una Serata” diventa anche un’occasione per interrogarsi sul mestiere dell’attore e sul rapporto fra teatro e società: «Abbiamo scelto di mettere al centro del dibattito proprio la teatralità, questo rito collettivo che tanto ci affascina e diverte, e di interrogarci innanzitutto sul nostro modo di fruire del teatro, di stare in scena e di stare in platea, e di porre le stesse domande anche al pubblico. “Cosa cerchiamo da una serata di spettacolo?” e “A cosa serve?”» – prosegue Davide Marranchelli –. «Non basta sedersi per essere spettatore, e non basta agire per essere attore, per rendere quasi una serata una “Serata intera” dobbiamo percepire gli esseri umani davanti e intorno a noi non solo come occhio e orecchio, ma come materiale fertile, malleabile e incredibilmente vivo. Questo spettacolo inizia molto prima del suo inizio, con un’investigazione che parte dalle nostre città e finisce in platea, in una (quasi) serata che vuole essere allo stesso tempo indagine e restituzione, spettacolo e prova, per rendere i confini della rappresentazione, così come quelli della finzione, sempre più labili».
“Il Terzo Occhio / rassegna multidisciplinare delle nuove creatività” – Stagione 2023-2024 è organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna, con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari e con il contributo della Fondazione di Sardegna e il supporto di Sardinia Ferries, che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio per e dalla Sardegna.
INFO & PREZZI
biglietti:
intero 15 euro – ridotto 12 euro – ridotto abbonati & residenti** 10 euro
*riduzioni per under 25 / over 65 – ERSU
** riduzioni per abbonati CeDAC / residenti Is Mirrionis
prevendite: Biglietteria del Teatro Massimo di Cagliari – dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 20 – per informazioni: [email protected] – cell. 3454894565 – www.cedacsardegna.it
BoxOffice Sardegna – viale Regina Margherita 43 – Cagliari
prevendite online: www.vivaticket.com
La Biglietteria del Teatro TsE in via Quintino Sella a Cagliari sarà aperta nei giorni di spettacolo a partire dalle 19.