sicuro, stabile, pulito e inclusivo. Fabio Mereu (Presidente
Confartigianato Sardegna): “Di fianco a tutte e tutti coloro che
lavorano con orgoglio e passione”.
“Il Primo Maggio è la giornata dedicata a quanti ogni giorno, con
orgoglio, mettono il meglio di sè in quello che fanno, per farlo al
meglio. Tra questi ci sono le imprenditrici e gli imprenditori
artigiani della Sardegna con le addette e gli addetti. E’ un mondo, il
loro, che vuole stare al passo coi tempi e che va avanti con la voglia
di contribuire sempre più allo sviluppo armonico del sistema economico
e sociale isolano per creare lavoro dignitoso, sicuro, stabile, pulito
e, soprattutto, inclusivo. Quest’ultima è la caratteristica principale
del lavoro artigiano perché, nel senso più ampio del termine,
l’impresa non è un soggetto indipendente da tutto ciò che la circonda
ma è l’insieme di persone che a vario titolo investono nella crescita
soprattutto a beneficio dell’intera comunità”.
E’ questo il commento di Fabio Mereu, Presidente di Confartigianato
Imprese Sardegna, alla Festa dedicata al Lavoro, alle Lavoratrici e ai
Lavoratori.
“Nelle nostre aziende, di piccole o grandi dimensioni, ogni individuo
si sente coinvolto come parte integrante di una grande famiglia,
soprattutto grazie alla stretta relazione quotidiana con il datore di
lavoro. Per un imprenditore artigiano, la prima preoccupazione è
quella di assicurare il sostentamento ai suoi dipendenti e alle loro
famiglie. Questo impegno viene chiamato responsabilità sociale, sia
verso l’individuo che verso la comunità di cui si fa parte, un aspetto
che da sempre contraddistingue il settore dell’artigianato – prosegue
Mereu – attualmente, si fa sempre più menzione del concetto di
“capitale umano”, con l’obiettivo di mettere in risalto il valore
della componente umana all’interno delle aziende. Questo perché il
contributo di addetti motivati, apprezzati, valorizzati e formati
porta a risultati positivi in qualsiasi contesto lavorativo. Gli
artigiani hanno compreso da tempo questa verità: se ne discute ora
diffusamente, ma da sempre il lavoro, in tutte le sue forme, ha una
dignità intrinseca che va oltre l’aspetto economico. Proprio perché
crediamo nel valore della persona, è necessario ripartire dalla
formazione e dal superamento del gap oggi esistente tra scuola e
impresa, tra giovani e mondo del lavoro perché il modello artigiano
oggi sconta la difficoltà di reperire manodopera qualificata”.
“Se oggi può sembrare facile parlare di lavoro buono e di aspetti
positivi, non dobbiamo mai dimenticare quanto il sistema produttivo,
soprattutto quello che ha realtà di ridotte dimensioni, possa
incontrare, al contrario, difficoltà e criticità di grandi dimensioni
da risolvere, di aspetti da cambiare e migliorare, di eccessi di
burocrazia da eliminare e di strumenti spesso insufficienti a sostegno
di chi fa impresa – conclude il Presidente – Il panorama lavorativo
sardo, infatti, sta attraversando una fase di trasformazione, forse
senza precedenti. Emergono lacune di competenze e professionalità
nelle aziende, mentre i giovani reclamano un coinvolgimento più attivo
nei processi produttivi. Al contempo, i lavoratori più esperti devono
costantemente aggiornare le proprie conoscenze per adattarsi a un
mondo in costante mutamento. Queste sfide riguardano, e riguarderanno
sempre più, sia gli artigiani che i dipendenti, due attori che devono
unire le forze, pur mantenendo le proprie specificità, per il
beneficio di tutti”.
In questo senso Confartigianato Sardegna e tutto il sistema artigiano
sardo sono consapevoli di rivestire un ruolo di fucina di idee e
palestra dove sperimentare nuove soluzioni, a misura d’uomo e di
impresa, avvertendo fortemente anche la responsabilità di dover
provare a dare risposte.
L’artigianato sardo registra 34.350 realtà, in rappresentanza del
20,1% di tutte le imprese sarde. Sull’Isola con gli oltre 80 mila
addetti che operano nelle realtà artigiane rappresentano il 20,7% del
numero totale di occupati sul territorio. In particolare, operano
nell’artigianato sardo il 42,2% dei lavoratori del Manifatturiero
esteso, il 57,2% dei lavoratori delle Costruzioni e l’11,8% dei
lavoratori dei Servizi.
Numeri che pongono l’Isola al secondo posto in Italia per crescita di
questo comparto con +1,13% rispetto al 2022 e un saldo di +387
imprese, la risultante delle 2.072 nuove aperture e delle 1.685
cessazioni. La Sardegna si piazza seconda solo dopo la Provincia
Autonoma di Trento che cresce dell’1,69% sul 2022 e ma prima del
Friuli con il + 1,03%, del Lazio, dell’Emilia Romagna e della
Lombardia.
A livello territoriale, la più rappresentativa è la Provincia di
Sassari-Gallura con 12.673 imprese artigiane registrate con un tasso
di crescita dell’1,23% rispetto al 2022 (classificandosi all’8 posto
nazionale per incremento delle imprese artigiane) con un saldo di +115
imprese dato dalle 804 iscrizioni e dalle 649 cancellazioni. Al
secondo posto Cagliari con 7.257 imprese registrate, con una crescita
dell’1.36% (6° posto nazionale) rispetto al 2022 e un saldo di +99
unità dato dalle 468 iscrizioni e dalle 369 cessazioni. Terzo il Sud
Sardegna con 6.107 aziende e una crescita del 0,99% (15esimo posto
nazionale), un saldo di 61 imprese dato dalle 371 iscrizioni e 310
cancellazioni. Segue Nuoro con 5.582 imprese, una crescita dell’1,09%
(11esimo posto nazionale), e un saldo di +60 dato dalle 306 aperture e
246 chiusure. Chiude Oristano con 2.731 aziende, una crescita dello
0,44% (37esimo posto nazionale), e un saldo di +12 dato dalle 123
iscrizioni e 111 chiusure.