Presentato a Cagliari “Kripton”, di Francesco Munzi
Presentato a Cagliari “Kripton”, di Francesco Munzi. Un film documentario che affronta il delicato tema della malattia mentale.
Si è svolta nella giornata del 22 Marzo 2024, presso il Cinema Odissea di Cagliari, alle ore 21.00, la proiezione del film del 2023 “Kripton”, ultimo film del regista romano Francesco Munzi.Prima della proiezione, il regista, affiancato da Marina Guglielmi, ha fatto una breve introduzione al film, seguita poi da un dibattito post proiezione, dove era affiancato anche da Antioco Floris.
Durante questo dibattito il regista ha dialogato con Floris e con alcuni spettatori che hanno potuto intervenire per dare un’opinione o fare alcune domande.
Il regista è stato attento ed esplicativo in tutte le sue risposte e ha affermato che questo film fosse un vero e proprio bisogno di urlare a gran voce i disagi della malattia mentale, ma anche che i soggetti affetti sono persone comuni, del quale non avere timore.
Ha inoltre concluso l’incontro dicendo che il film vuole anche portare a rompere lo stigma che porta le persone ad alimentare questo divario, e vuole quindi sensibilizzare in maniera autentica e realistica al 100% sulla malattia mentale e le sue conseguenze su pazienti e famiglie.
Il film, è un documentario, dalla durata di circa 107 minuti, girato nel 2022 e uscito l’anno seguente, in due cliniche di sanità mentale romane, e segue le storie di alcuni ragazzi affetti da diverse patologie.
La regia attenta, intima, ma mai invadente, e la fotografia tagliente e curata, ci porta all’interno di queste cliniche come fossimo realmente presenti.
Lo schermo che separa spettatore e film si annulla e veniamo catapultati nelle vite di questi ragazzi.
Francesco Munzi riesce però a non farci sentire spettatori guardoni, ma al contrario empatizziamo in maniera più razionale con i pazienti senza invaderli.
Il regista ha affermato inoltre che il titolo “Kripton”, che richiama, per i più attenti, a Krypton, il pianeta natio di Kal-El\Superman, è derivato proprio dalla convinzione di uno dei protagonisti di essere arrivato dal medesimo pianeta.
Ciò che colpisce del film è, come inoltre ribadito da un intervento di un terapeuta in sala, proprio l’autenticità e la maniera clinica di mostrare i ragazzi.
Non c’è niente di edulcorato, i ragazzi non sono supereroi, ma non sono nemmeno “mostri”, come molte persone li potrebbero definire.
Sono ragazzi comuni, italiani o non, che si sono trovati a dover affrontare un qualcosa più grande di loro.
Il film quindi, privo di una reale trama, segue l’evolversi di un loro percorso. Non sappiamo granchè delle loro vite prima e non sapremo delle loro vite dopo.
Il documentario quindi ci mette in media res nelle vite di questi ragazzi e non ci obbliga a farci ulteriori domande.
Ci sentiamo vicini a loro, o spesso distanti. C’è un’altalena di empatia che oscilla vertiginosamente per tutta la durata del film.
Un prodotto del genere, figlio ma anche erede del patrimonio cinematografico degli anni 70′ che affrontava questi temi in maniera molto forte, è un prodotto importante per il nostro periodo storico e soprattutto per il post pandemia, come anche i titoli di coda ci ricordano.
Al termine della proiezione, la sala è esplosa in un sonoro appluso di empatia e approvazione verso il film e il suo regista Francesco Munzi.
Prima della proiezione, negli spazi dell’Università di Cagliari, (studi umanistici), si è tenuta la conferenza stampa sul film, dove hanno partecipato Francesco Munzi insieme a Antioco Floris, Bernardo Carpiniello e Emiliano Ilardi, sempre coordinati da Marina Guglielmi.
Durante la conferenza sono stati affrontati i temi legati alla malattia mentale, lo stigma che essa comporta e a come la visione sociale e cinetelevisiva sta affrontando questi cambiamenti.
Si è quindi parlato del post pandemia, del pre-pandemia, dell’evolversi delle cure, delle differenze tra manicomi e cliniche e di come oggi venga sensibilizzato circa la malattia.
La conferenza è durata circa due ore, al termine ci sono stati alcuni interventi e successivamente la proiezione.
“Kripton”, di Francesco Munzi, è quindi un documentario onesto, autentico e realistico che tratta del delicato tema della malattia mentale con tatto e oggettività.
Puoi trovare il post Instagram qui: https://www.instagram.com/reel/C427vwgN1D3/?igsh=MWhxYm9pbjBpcHN1aw==
Articolo di Michael Bonannini