Salute, Ceccarelli (Coina) su escalation di violenze nelle corsie «Ieri i calci e i pugni, dal 2024 le pistole, i coltelli e le forbici contro i professionisti sanitari. Ci stiamo muovendo per chiedere la creazione di una commissione parlamentare»
«Siamo di fronte una emergenza sociale di portata nazionale. Stiamo valutando di muoverci per chiedere la creazione di una commissione parlamentare anti-violenza contro gli operatori sanitari che, di concerto con gli esperti della sicurezza del Viminale, analizzi i rischi di ogni singola struttura sanitaria delle città capoluogo o comunque degli ospedali con un rilevante bacino di utenza.
Chiediamo inoltre una verifica effettiva delle fasce orarie di presenza dei presidi delle forze dell’ordine nei singoli ospedali, con un resoconto dettagliato alla collettività di quanto accade».
Lo chiede con toni forti e perentori il Coina, Coordinamento Infermieristico Autonomo, attraverso la voce di Marco Ceccarelli, il suo Segretario Nazionale.
Ieri erano “solo” i calci e i pugni. Da qualche mese siamo arrivati alla follia pura: capelli strappati, denti che saltano in seguito a colpi violentissimi al volto e ancora mani alla gola, minacce di morte e addirittura una pistola rubata ad una guardia giurata e brandita contro i professionisti sanitari. La cronaca nazionale e locale ci racconta una media di 3-4 episodi “ufficiali” a settimana da Nord a Sud.
Solo qualche giorno fa, poi, abbiamo addirittura sfiorato la tragedia, con l’infermiera del pronto soccorso del Sant’Andrea di La Spezia che è stata spintonata con tale violenza da battere la testa, perdendo i sensi, contro il guard rail esterno all’ospedale (era probabilmente in fuga dal suo aggressore che poco prima aveva ferito una collega ad un occhio).
Non è finita certamente qui, e non è destinato a placarsi questo ciclone di drammatica violenza, perchè, giorno dopo giorno, si aggiungono nuovi vergognosi episodi. Negli ultimi due giorni siamo arrivati ai coltelli e alle minacce con le siringhe. Un raptus di rabbia inspiegabile, ingiustificato.
Firenze. Un uomo è andato in escandescenza quando i medici gli hanno spiegato che non poteva essere ancora dimesso. Così la sera dell’8 aprile, un paziente al Santa Maria Nuova di Firenze, ha iniziato a minacciare gli infermieri e altri sanitari brandendo un coltello. E’ stato bloccato prima che accadesse il peggio, ma in quel momento non c’erano forze dell’ordine sul posto, sono state allertate dai professionisti sanitari in preda al terrore.
Napoli. Follia all’Ospedale San Paolo dove medici e infermieri sono stati aggrediti con forbici e siringhe da una paziente che è poi fuggita dopo l’aggressione.
«I due ultimi tre casi, La Spezia, Firenze e Napoli, hanno un triste comune denominatore, continua Ceccarelli. I presidi delle forze dell’ordine tanto decantati nel nuovo piano del Viminale un anno fa non funzionano. A La Spezia addirittura ci risulta attivo dalle 8 alle 14. Negli orari notturni nessun ospedale italiano, dopo la mezzanotte, almeno fino alle 7 del giorno dopo, può godere della presenza di un agente. Una situazione insostenibile!».