(Adnkronos) – "Visto che non c’è più Enzo Baroni, il 'santone' della prima edizione, l’intento in questa seconda stagione era di avere il primo santone donna. Così come abbiamo un premier donna, che vince un po’ tutti i pregiudizi all’interno della comunità. Un po’ una metafora di quello che succede nella politica e nella società". Così, con un chiaro riferimento al premier Giorgia Meloni, il vignettista Federico Palmaroli presenta la seconda stagione di 'Il Santone', la serie tv in 8 episodi da 30 minuti ciascuno ispirata ad Osho, il celebre personaggio creato da Palmaroli, che sarà in onda da venerdì 19 aprile in esclusiva su Raiplay prodotta da Stand By Me in collaborazione con Rai Fiction. La nuova stagione ha come protagonista assoluta Carlotta Natoli nei panni di Teresa Baroni che, rimasta sola con la figlia Novella dopo la morte del marito – la 'guida spirituale' di Centocelle – diventa il nuovo guru. Ma è una lotta 'di quartiere', perché a contendersi il titolo c'è 'The Only Oscio', un pseudosantone di origine napoletana interpretato da Francesco Paolantoni. "Gli attori sono la forza di questa commedia – dice Leonardo Ferrara di Rai Fiction – e dico grazie anche agli autori: abbiamo cambiato il team di scrittura, un gruppo di giovani che ha portato freschezza". In questa serie "c’è stato tantissimo lo spirito Rai, una grandissima professionalità per sfruttare i mezzi dell'azienda al massimo delle potenzialità -dice la produttrice Simona Ercolani – Il cast è fantastico, così come la scelta di girare 'invadendo' Centocelle. Gli abitanti del quartiere sono stati partecipi, solidali, ci hanno persino suggerito delle battute lungo la strada". Palmaroli, che è coautore della serie insieme a Valerio Vestoso, Alessandro Bosi, Mary Stella Brugiati, Serena Tateo e Simona Ercolani, è un profondo conoscitore di Roma, ed è riuscito ad esprimerne profondamente lo spirito, conosce la politica e quindi l’Italia. "Quindi -spiega Ercolani – nonostante la serie racconti un microcosmo, quello di un quartiere, ognuno di noi si può riconoscere in uno dei tanti personaggi". Un parterre di personaggi ben caratterizzati – nel cast anche Rossella Brescia che presta il volto all'agente pugliese Jacqueline – che la regista Laura Muscardin descrive così: "Noi ci vogliamo bene, e questa cosa esce fuori. I nostri personaggi non si prendono sul serio ma sono buoni, umani, non hanno quel lato perfido. E poi c'è la new entry delle donne, che in questa nuova edizione cercano di prendere il potere. C’è uno scambio, c'è il sentirsi, l'ascoltarsi ed è un grande risultato.
La periferia è al centro della storia: "La serie cambia il modo in cui le periferie vengono in genere raccontate -spiega ancora Palmaroli- e cioè rappresentando la criminalità. Noi raccontiamo una periferia diversa, le botteghe, le tradizioni, e questo secondo me, che sono un nostalgico, è molto importante che venga rappresentato". Il tema della necessità di avere un 'guru' da seguire è poi centrale nella fiction: "L’italiano è un po’ pigro, aspetta sempre che qualcuno arrivi e gli semplifichi la vita, è sempre alla ricerca di un leader – osserva Carlotta Natoli – Abbiamo sempre bisogno di una guida spirituale, ma alla fine chi è questa guida? E' il singolo o il gruppo? Questa è una serie corale, io adoro le serie corali, la coralità sta anche in una lotta comune, come quella degli abitanti di Centocelle". Quando una donna va al potere "deve fare il doppio della fatica -aggiunge Carlotta Natoli- La 'santona' si porta dietro tutte le complicazioni della sua vita privata". Tratto caratteristico della serie è anche la 'romanità' dei protagonisti, non celata ma anzi tradotta a punto di forza. "Io ci tengo molto alla romanità, ci credo, credo in quello spirito che ha il sorriso ma che è appassionato, non semplifica ma riesce a sintetizzare un universo in una battuta", dice ancora la Natoli. A concludere è Francesco Paolantoni: "Mi complimento per l’intuizione di avermi scelto, nessuno poteva essere così cialtrone professionista come me, lo sono nella vita è l’ho ufficializzato nella fiction", scherza l'attore. E sul bisogno di un guru a tutti i costi, chiosa: "La sensazione è che la gente senta l’esigenza di avere uno spirito guida, specialmente in questo momento in cui non abbiamo appigli, né sociali, né politici -dice Paolantoni – Ed è pericoloso, perché poi si può incontrare gente come me". —[email protected] (Web Info)
La periferia è al centro della storia: "La serie cambia il modo in cui le periferie vengono in genere raccontate -spiega ancora Palmaroli- e cioè rappresentando la criminalità. Noi raccontiamo una periferia diversa, le botteghe, le tradizioni, e questo secondo me, che sono un nostalgico, è molto importante che venga rappresentato". Il tema della necessità di avere un 'guru' da seguire è poi centrale nella fiction: "L’italiano è un po’ pigro, aspetta sempre che qualcuno arrivi e gli semplifichi la vita, è sempre alla ricerca di un leader – osserva Carlotta Natoli – Abbiamo sempre bisogno di una guida spirituale, ma alla fine chi è questa guida? E' il singolo o il gruppo? Questa è una serie corale, io adoro le serie corali, la coralità sta anche in una lotta comune, come quella degli abitanti di Centocelle". Quando una donna va al potere "deve fare il doppio della fatica -aggiunge Carlotta Natoli- La 'santona' si porta dietro tutte le complicazioni della sua vita privata". Tratto caratteristico della serie è anche la 'romanità' dei protagonisti, non celata ma anzi tradotta a punto di forza. "Io ci tengo molto alla romanità, ci credo, credo in quello spirito che ha il sorriso ma che è appassionato, non semplifica ma riesce a sintetizzare un universo in una battuta", dice ancora la Natoli. A concludere è Francesco Paolantoni: "Mi complimento per l’intuizione di avermi scelto, nessuno poteva essere così cialtrone professionista come me, lo sono nella vita è l’ho ufficializzato nella fiction", scherza l'attore. E sul bisogno di un guru a tutti i costi, chiosa: "La sensazione è che la gente senta l’esigenza di avere uno spirito guida, specialmente in questo momento in cui non abbiamo appigli, né sociali, né politici -dice Paolantoni – Ed è pericoloso, perché poi si può incontrare gente come me". —[email protected] (Web Info)