Un nome da non dimenticare quello del giovanissimo Angelo Carbotti assassinato il 22 aprile 1990 a Taranto
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare la memoria del giovanissimo Angelo Carbotti, assassinato il 22 aprile 1990 a Taranto, dopo aver generosamente prestato aiuto a due persone ferite che rischiavano la vita, attraverso l’elaborato della studentessa Ludovica Berardi della classe III sez. C del Liceo Scientifico Filolao di Crotone.“Angelo Carbotti era un ragazzo di Taranto di soli 25 anni; faceva l’operaio. Il 22 Aprile del 1990 era una domenica mattina quando dopo una settimana di lavoro Angelo decise di trascorrere una giornata in spensieratezza con i suoi amici, ignaro di quello che gli avrebbe riservato il destino. Mentre si dirigeva verso il centro dove aveva l’appuntamento con gli amici si imbatté in un incidente stradale. Angelo, senza pensarci due volte, decide di soccorrere due persone, un uomo e una donna; li portò al pronto soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto. Successivamente, portato a termine un gesto di profondo altruismo, incontrò il suo assassino, il quale, a volto scoperto, iniziò a sparare colpendo ai piedi di due donne che si trovavano lì per caso, per poi colpire Angelo, pensando facesse parte del clan dei Vitis. L’ unica colpa di Angelo fu quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato e di aver seguito il suo buon cuore aiutando due persone in difficoltà, ignaro che una di loro fosse il boss del luogo.
Ricordiamo Angelo Carbotti, giovane che ha lasciato un vuoto incolmabile tra i suoi cari, per far comprendere quanto la mafia sia un problema di tutti, un problema sociale, e si debba tenere alta l’attenzione per onorare la memoria di persone come Angelo, in modo che non ci siano, si spera, più ingiustizie.”
La solidarietà è un valore che va coltivato, soprattutto in una società, come la nostra, in cui spesso i media sembrano enfatizzare tratti di cinismo e anaffettività. La storia di Angelo ci insegna proprio che il valore della vita umana deve costituire il fulcro del nostro agire.
Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: [email protected])