I quattro Ordini degli Architetti PPC dell’Isola si rivolgono all’assessore Spanedda: «Ci mettiamo a disposizione per un tavolo tecnico permanente con le istituzioni. Troppa confusione in materia urbanistica, è giunta l’ora di mettere ordine. Serve una nuova legge che superi una volta per tutte quella del 1989».
La nomina dell’architetto Francesco Spanedda all’assessorato regionale all’Urbanistica fa ben sperare gli architetti sardi che hanno chiaro quale dovrebbe essere lo sviluppo futuro della Sardegna e puntano su un processo partecipato: «Facciamo gli auguri all’assessore e confidiamo che si possa aprire una collaborazione e un confronto continuativo e costante con le istituzioni per ridare al comparto urbanistico nuovo vigore e restituire al territorio dignità di luogo da rispettare, tutelare e trasformare in un equilibrio tra esigenze del cittadino, del tessuto produttivo e la tutela del paesaggio. Noi, insieme ai colleghi della Rete delle Professioni Tecniche (RTP), ci mettiamo a disposizione sin da ora» spiega Aron Murgia, Presidente della Federazione regionale Architetti PPC in rappresentanza dei quattro Ordini provinciali.
La prima richiesta è quella di elaborare una nuova e organica legge urbanistica che superi la norma del 1989 e i suoi successivi aggiornamenti: «C’è troppa confusione – sottolinea Murgia –L’attuale normativa, frutto di una sommatoria sregolata di interventi, non risponde più alle istanze che arrivano dai territori. È necessario superare le logiche emergenziali ed elaborare una legge che dia risposte certe, snellisca la burocrazia e fornisca una guida chiara per il futuro».
In secondo luogo, i professionisti isolani, auspicano l’istituzione di un Protocollo d’Intesa sul modello di quanto fatto nella Regione Lazio e come chiesto durante la scorsa campagna elettorale dalla RTP: «Vorremmo nascesse un rapporto di stretta collaborazione tra l’ente pubblico e tutto il comparto professionale per quanto riguarda in particolare alcuni temi: ambiente, energia, lavori pubblici, strumenti di pianificazione territoriale, gestione e tutela del territorio, ricerca e innovazione tecnologica, edilizia pubblica e privata».
Gli architetti puntano sulla qualità degli interventi privilegiando la cultura del recupero, della riqualificazione dell’esistente e della rigenerazione urbana. Per farlo è necessario concentrarsi sulle competenze professionali specifiche e sulla formazione di alto livello rivolta alle pubbliche amministrazioni, ai liberi professionisti, ai cittadini e alle imprese, anche attraverso l’utilizzo di supporti digitali innovativi e di procedure concorsuali che consentano di innalzare la qualità delle proposte di intervento sui territori e del costruito, così da favorire la cultura della bellezza e la cura delle città, dei luoghi e del paesaggio. «Anche in questo caso è fondamentale però che la politica abbia volontà di lavorare in questa direzione, mettendo a disposizione le necessarie risorse economiche, approfittando della piena disponibilità e dell’immediata occasione di coinvolgimento degli Ordini professionali degli Architetti PPC della Sardegna» conclude Murgia.