A Sassari due impianti percutanei di valvole polmonari
A Sassari due impianti percutanei di valvole polmonari.
Sono stati realizzati in sala di emodinamica su due giovani pazienti
con cardiopatia congenita. Stretta sinergia tra le strutture aziendali
Cardiologia pediatrica e delle cardiopatie congenite e la Cardiologia
clinica e interventistica ed Emodinamica, quindi forte collaborazione
con la Cardiologia dei congeniti adulti dell’Irccs Policlinico San
Donato di Milano.
Sassari 24 maggio 2024 – Due impianti percutanei di valvole polmonariche hanno permesso alle due giovani pazienti di riacquistare il corretto
funzionamento del muscolo cardiaco. Sono stati realizzati il 5 aprile
per la prima volta a Sassari – e nell’isola – grazie alla stretta
sinergia tra le strutture dell’Aou di Sassari, _Cardiologia pediatrica
e delle cardiopatie congenite_, diretta dalla dottoressa Maria Chiara
Culeddu, quindi _Cardiologia clinica e interventistica ed Emodinamica_,
diretta dal professor Gavino Casu, e alla collaborazione con la
_Cardiologia dei congeniti adulti_ dell’_Irccs Policlinico San Donato
di Milano_, diretta dal professor Massimo Chessa.
Gli interventi sono stati realizzati anche grazie alla collaborazione
della _Cardioanestesia_ diretta dal dottor Andrea Balata e allo standby
chirurgico della _Cardiochirurgia_ diretta dal dottor Michele
Portoghese.
Le due giovani pazienti, di circa vent’anni, inoltre, fin dalla
nascita sono sempre state seguite dalla struttura di _Cardiologia
pediatrica e delle cardiopatie congenite._ Le due ragazze, affette da
cardiopatia congenita, nel primo anno di vita erano state già
sottoposte a intervento chirurgico in una struttura fuori dall’isola.
«La cardiopatia congenita, nelle forme della stenosi polmonare o della
Tetralogia di Fallot – spiega Maria Chiara Culeddu – può portare
alla necessità di un intervento chirurgico nel primo anno di vita.
Possono svilupparsi, tuttavia, dei deterioramenti delle funzioni della
valvola polmonare che, a distanza di anni, richiedono un intervento per
il malfunzionamento del ventricolo destro».
E questo è il caso delle giovani pazienti, per le quali si è reso
necessario impiantare una protesi valvolare polmonare per sostituire
quella danneggiata. Gli interventi hanno avuto successo e le pazienti
stanno bene.
L’impianto percutaneo della valvola polmonare è una tecnica
sviluppata a partire dai primi anni del nuovo Millennio, come
alternativa non chirurgica e meno invasiva, per il trattamento della
disfunzione del tratto che mette in connessione il ventricolo destro con
le arterie polmonari.
«Abbiamo utilizzato una nuova tecnologia – afferma Gavino Casu –
che si basa sul sistema del “_self-expandable valve_”. Lo stent si
auto espande ed è in grado di raggiungere diametri maggiori, rispetto a
quanto consentito dal trattamento chirurgico, e ciò consente di
trattare un più ampio numero di pazienti. Il tutto realizzato in sala
di emodinamica, con un intervento mini invasivo, senza la necessità di
un intervento a cuore aperto. Questa tecnologia rappresenta un grande
passo avanti nella medicina cardiologica, permettendo un intervento meno
invasivo e una più rapida ripresa post intervento per il paziente».
In sostanza il cardiologo interventista, attraverso l’introduzione di
una cannula in una vena, fa scorrere un catetere di dimensioni minime
che viene posizionato sin dove è necessario. Un vantaggio innegabile
per il paziente, in termini di benessere e di ripresa post intervento.
«Quanto abbiamo realizzato ad aprile – conclude Maria Chiara Culeddu
– rappresenta un passo avanti per l’offerta assistenziale della
nostra azienda. Ha permesso alle giovani pazienti e ai loro familiari di
restare sul territorio, vicino a casa, evitando un ricovero extra
regione. Un vantaggio in termini psico-sociali ed economici. Un esempio
di come l’innovazione medica possa migliorare la qualità della vita
dei pazienti e delle loro famiglie».