Ritorna dal 19 luglio al 25 agosto l’appuntamento con il festival Dromos, organizzato dall’omonima associazione culturale, che quest’anno soffia sulle ventisei candeline con la consueta formula itinerante tra vari centri e località della provincia di Oristano: dallo stesso capoluogo alla sua frazione di Donigala Fenughedu, da Fordongianus a Morgongiori, da Neoneli a Cabras, passando per Marrubiu e Nureci, fino a Tadasuni(“new entry” nel circuito di Dromos) per celebrare un’edizione che si riconosce sotto il titolo Change. Puoi. Un titolo che suona come un invito a riflettere sullo stato attuale del mondo e sull’urgenza di un cambiamento cui ognuno può contribuire. Perché se il futuro si presenta incerto, come sottolinea la curatrice d’arte Chiara Schirru nel suo testo che introduce al tema del ventiseiesimo Dromos, insieme ai rischi riserva anche «grandi opportunità e ogni individuo è chiamato a decidere se piegarsi agli eventi o ascoltare quell’esortazione all’azione, quel YOU CAN generato dalla parte più profonda e sapiente del nostro sentire, che spinge verso una visione dell’uomo e del mondo unitario e omnicomprensivo, capace di oltrepassare ogni frammentazione, ogni confine fisico, mentale e culturale». Perché «Il tempo delle giustificazioni sembra essersi consumato e non serve più dire che non abbiamo alcun potere o possibilità di fare niente, ogni uomo è chiamato a fare la sua parte, almeno tentare.»
Il festival spazierà, come sempre, tra i generi e gli stili musicali, proponendo artisti di livello internazionale ma senza trascurare le eccellenze nazionali e locali. Dopo aver già annunciato i concerti in programma all’anfiteatro di Tharros del quartetto di Brad Mehldau, Chris Potter, John Patitucci e Jonathan Blake (il 19 luglio), della pianista giapponese Hiromi (il 20 luglio) e Fiorella Mannoia con orchestra (21 e 22 luglio), di Jan Garbarek e Fatoumata Diawara a Oristano (rispettivamente il 27 e il 28 luglio), del pianista cubano Roberto Fonseca a Donigala Fenughedu (il 2 agosto) di Goran Bregović a Neoneli (13 agosto) e di Francesco De Gregori a Cabras (18 agosto), altre date e altri nomi si aggiungono al fitto e variegato cartellone: il pianista statunitense Bill Laurance, di scena il 25 e il 26 luglio a Oristano, i Cordas et Cannas e la cantante cubana Aymée Nuviola il 4 agosto al Tempio ipogeico Sa Scab’e Cresia nei pressi di Morgongiori, il rapper italiano Murubutu con la Moon Jazz Band l’11 agosto a Marrubiu, e i protagonisti dell’ormai consueta due giorni del 9 e 10 agosto a Fordongianus del Terme Romane Festival: gli italiani C’mon Tigre e, in arrivo dall’Inghilterra, il compositore, polistrumentista e producer DoomCannon, il tubista Theon Cross e il duo Blue Lab Beats. Ma non è tutto, perché il 14 e 15 agosto ritorna l’appuntamento a Nureci con un’altra “costola” del festival: Mamma Blues; nel cast il sardo Bad Blues Quartet, il polistrumentista maliano Baba Sissoko e il cantante olandese Jett Rebel. E, a suggello della lunga estate di Dromos, una tre giorni di musica – dal 23 al 25 agosto – a Tadasuni, nel segno di “Isole”: un nuovo progetto, il cui programma verrà presentato prossimamente, promosso con la collaborazione del Comune del piccolo centro del Guilcer e dedicato all’incontro non solo con le isole vicine, ma anche con quelle lontanissime, all’insegna di quella contaminazione ibrida e meticcia che da sempre contraddistingue gli eventi di Dromos.
Non solo musica, come sempre, nel vasto cartellone di Dromos. Anche quest’anno ci sarà spazio per il cinema, con la breve rassegna promossa in collaborazione con il Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano, in linea con il tema di questa edizione del festival, come dichiara il titolo: “Change Vision”. E al tema del cambiamento guarderà anche la mostra d’arte contemporanea che sarà allestita a Oristano, negli spazi del Foro Boario, e che, come ogni anno, affiancherà e completerà l’offerta della programmazione musicale e culturale del festival: F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato è il titolo apparentemente provocatorio e irriverente dell’evento espositivo curato dai critici Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu, che si caratterizzerà, viceversa, per una lettura trasversale e problematica del tema attraverso lo sguardo critico e sfuggente dell’arte contemporanea, capace, nel confronto col dato di realtà, di far emergere fluidità individuali, comunità e società metamorfiche per le quali e nelle quali il concetto stesso di “cambiamento” è polisemico, cangiante e ambiguo, al contempo così giusto e così sbagliato. Inaugurazione il 5 luglio alle 19 come anteprima del festival.