“La Sardegna continua a non poter disporre di personale ai vertici degli Istituti Penitenziari. Basti pensare che 1.117 persone private della libertà non possono contare su un Direttore stabile a tempo pieno, con serie limitazioni nell’esercizio dei diritti. Una situazione intollerabile che però non preoccupa né il Ministero della Giustizia né il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV” facendo notare che “il direttore reggente di Cagliari-Uta e Sassari-Bancali dal primo giorno di marzo ha assunto l’incarico di dirigente dell’Ufficio Affari Generali, Personale e Formazione del Provveditorato Regionale”.
Carceri: SDR, in Sardegna 1.117 detenuti senza direttore incaricato
“Non si può ignorare – sottolinea – che chi ha la reggenza di due Istituti così importanti deve sobbarcarsi 450 chilometri per svolgere il suo lavoro e fare fronte alle esigenze non solo di chi ha perso la libertà ma anche del personale amministrativo, senza dimenticare le problematiche insite con la Sicurezza, l’Area Educativa e in parte con quella Sanitaria. Solo a Cagliari-Uta sono attualmente presenti 649 detenuti (32 donne) per 561 posti. La Casa Circondariale registra quindi una capienza del 115,6%, ben oltre il limite regolamentare, un preoccupante record di presenze accentuato dal numero di detenuti con gravi problemi di salute e 149 stranieri”.
“La situazione – rileva ancora Caligaris – non è molto migliore a Sassari-Bancali dove la capienza di 468 detenuti (20 donne) per 454 posti fa registra un eccesso di presenze del 103%. Una realtà in cui oltre ai detenuti della media sicurezza sono presenti ristretti dell’Alta Sicurezza e in regime del 41bis. Un’altra aggravante è rappresentata dal fatto che a Bancali manca il Comandante”.
“La Sardegna purtroppo continua a scontare il fatto di essere un’area residuale nelle scelte del Ministero. Un’isola a cui si riserva un trattamento d’impronta coloniale dove mancano gli investimenti necessari per rendere gli spazi adeguati ai bisogni dei detenuti e del loro recupero sociale. Basti pensare che a fronte di 6mila ettari a disposizione delle Case di Reclusione all’aperto, con circa 600 posti, ci sono poco di più di 300 detenuti impegnati nei lavori agricoli ma con spazi che necessitano di interventi di ristrutturazione”.
“L’auspicio – conclude l’esponente di SDR ODV – è che, aldilà dell’esito dell’interpello relativo a ricoprire gli incarichi di Direttore nelle due principali Case Circondariali della Sardegna, Ministero e DAP, si impegnino a assegnare a titolari i ruoli direttivi. Per Cagliari una possibilità potrebbe essere quella di dare l’incarico all’attuale Vice Direttore che opera nell’Istituto, ormai da 6 mesi, considerando che anche in altri Istituti ci sono incarichi di prima nomina. Certo non sarebbe una passeggiata, vista la complessità della struttura, ma sarebbe un importante segnale di riconoscimento per Marco Porcu che, da anni, continua a prodigarsi senza riserve, talvolta in totale solitudine, sia nelle carceri che nel Provveditorato regionale”.
Cagliari, 6 maggio 2024