ECM: “gengive sane per salvare il sorriso dalla parodontite”
“Diffondere la conoscenza della parodontite tra la popolazione”. Un progetto nazionale della SIDP (Società Italiana di parodontologia) al quale ha aderito la commissione odontoiatri della provincia di Sassari, con un ECM che si è svolto, sabato 25maggio, nella sede dell’Ordine provinciale dei medici, in via Cavour.
All’aggiornamento hanno partecipato anche gli studenti del 5° e 6° anno di Medicina e le igieniste, oltre che gli odontoiatri. La giornata è stata introdotta dal presidente della CAO provinciale, Carlo Azzena che, oltre a presentare il progetto nazionale, ha evidenziato come solo 1 paziente su 4 sia a conoscenza di questa grave patologia, in pratica il 60 per cento della popolazione.
L’obiettivo è quindi quello di una maggiore conoscenza che porterebbe anche ad un risparmio delle spese del singolo e della sanità in generale.
ECM: “gengive sane per salvare il sorriso dalla parodontite”
Le relazioni sono state affidate a Girolamo Carlo Stellino e Nicola Alberto Valente. Tra i temi affrontati: la diagnosi corretta dei pazienti con parodontite, le strategie di motivazione e di esecuzione della terapia non chirurgica, le terapie correttive chirurgiche per raggiungere il controllo degli indici paradontali e la terapia indispensabile per il mantenimento della stabilità dei risultati.
Girolamo Stellino nel suo intervento ha ricordato che la terapia della parodontite richiede un controllo costante, perché è come il diabete: una malattia cronica a rischio di recidiva.
I pazienti devono essere informati dei rischi che questa patologia comporta, che nello stadio più avanzato comporta la perdita dei denti e l’implantologia su gengive compromesse non puó avere un buon esito.
Nicola Valente ha informato sulle linee guida introdotte per classificare la parodontite i cui criteri sono ispirati al sistema usato in oncologia, per stadi e gradi. Gli stadi (1-4) determinano la gravità e la complessità, mentre i gradi (a,b,c) indicano la progressione della malattia.
Tra i fattori di rischio individuati dalle linee guida e che i clinici devono tenere in forte considerazione: il fumo e il diabete, ma anche l’obesità. Smettere di fumare non è un consiglio del medico odontoiatra al paziente, ma parte integrante della terapia.
I relatori hanno infine suggerito che: “il tempo che si dedica alla comunicazione di una corretta igiene orale è da considerarsi parte integrante delle cure”.
Il corso si è concluso con la discussione e il test di verifica. La giornata valeva 4 crediti formativi. Responsabile scientifico: Nicola Marco Sforza.