«La Sassari che ci piace è una città accessibile e vivibile da tutte e tutti». È la sfida lanciata oggi da Giuseppe Mascia, candidato sindaco di Sassari per il campo largo. «Una sfida orientata al futuro ma da realizzare nel presente», come ha detto Mascia intervenendo nella sala Angioy del palazzo della Provincia, in piazza d’Italia, al confronto promosso dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Sassari per parlare di disabilità e contesto urbano a partire dal libro “La città del presente”, che raccoglie informazioni, consigli e suggerimenti «di cui terremo conto lungo il processo di adozione nel più breve tempo possibile del Peba, il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche del Comune di Sassari», ha assicurato il dirigente del Partito democratico.
Giuseppe Mascia: «Una città accessibile e vivibile da tutte e da tutti è più giusta, fruibile e accogliente»
«Una città a misura di ogni singola persona è più giusta, fruibile e accogliente – è la visione promossa da Mascia nel corso del suo intervento – tenere conto delle diverse abilità rappresenta l’opportunità di realizzare quel cambiamento che la comunità si aspetta attraverso la ridefinizione degli spazi pubblici e della loro funzione». Docente e ricercatore a contratto dell’Università di Sassari, operatore culturale, musicista, il segretario provinciale dei dem ha annunciato che
«una città rinnovata e inclusiva è l’idea su cui intendiamo confrontarci con le associazioni che rappresentano, tutelano e promuovono i diritti delle persone con disabilità». Quella di oggi è stata solo la prima tappa, insomma, di un percorso che si prefigge prioritariamente tre obiettivi: l’adozione del Peba, appunto, ma anche «la richiesta alla Regione Sardegna affinché garantisca ai Comuni maggiori fondi da concedere ai privati per interventi di eliminazione delle barriere architettoniche – conclude Mascia – e la verifica attraverso il Mof, ossia il monitoraggio delle opportunità di finanziamento, di possibili ulteriori contributi per la rimozione degli ostacoli che si oppongono a quel cambiamento per Sassari di cui vogliamo essere interpreti».