Impegno sociale
Impegno sociale, cooperazione internazionale, solidarietà, salute globale, lotta contro la violenza per difendere le donne. La partecipazione a tre eventi-dibattiti in un solo giorno testimoniano la forza degli obiettivi di Amsi, Umem e Uniti per Unire.
Aodi: «Sono stato relatore e moderatore, il 23 maggio, di tre convegni, su temi come Salute Globale Internazionale e Difesa dei Diritti delle Donne e Lotta alla violenza di gruppo. Ecco i contenuti principali degli eventi a cui ho preso parte».ROMA 24 MAG 2024 – Impegno sociale, cooperazione internazionale, solidarietà, salute globale, lotta contro la violenza per difendere le donne: sono questi i temi caldi che hanno caratterizzato tre eventi congiunti che si sono svolti, tutti, nella giornata del 23 maggio, all’interno dei quali gli organizzatori hanno voluto espressamente la collaborazione e il ruolo attivo di Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia, con Umem, Unione Medica Euromediterranea, Radio Co-mai Internazionale presente con i suoi giornalisti in oltre 120 paesi nel mondo e la Comunità del Mondo Arabo in Italia, nonché la Web Tv Scuola Unione per l’Italia (che ha garantito la copertura in diretta degli eventi via social), tutti sotto l’egida del Movimento Internazionale Uniti per Unire, con la presenza del Prof. Foad Aodi in veste di relatore a tutti e tre i convegni-dibattiti.
Il pomeriggio si è aperto con il convegno “Salute Globale e Cooperazione Internazionale – l’impegno dell’Europa a sostegno della sanità nei Paesi con minori risorse”, dove alla presenza del Prof. Aodi in veste di relatore e anche moderatore, e di altri ospiti illustri, si è toccato uno dei temi fondanti di Amsi e Uniti e per Unire, ovvero la cooperazione internazionale in ambito sanitario per tutelare, da parte delle nazioni più forti, i paesi del mondo con i sistemi più deboli, per combattere i deserti sanitari, per formare giovani professionisti sul posto, per contribuire a percorsi di formazione, ricerca e prevenzione in territori dove la salute è eternamente a rischio.
Alla presenza di esperti del Terzo Settore, nonché di esponenti del mondo della cultura accademica e della diplomazia internazionale, Massimo Pronio, responsabile della comunicazione della Rappresentanza in Italia della Comunità europea, ha aperto i lavori della tavola rotonda presso la prestigiosa Sala Esperienza Europa David Sassoli, in piazza Venezia n. 6 a Roma, che ha avuto, come detto, come focus la riflessione sull’importanza della cooperazione sanitaria internazionale a sostegno dei Paesi con minori risorse.
“Abbiamo la consapevolezza che la salute globale costituisce oggi la frontiera su cui siamo chiamati, in Italia e in Europa, a misurarci per la sostenibilità del futuro, proprio come in questi mesi il Governo italiano ha attentamente messo in primo piano con il piano Mattei, di cui Emergenza Sorrisi condivide i pilastri fondanti e già mette in opera con successo e risultati tangibili i principi ispiratori in molti paesi con minori risorse, puntando sulla formazione del personale sanitario locale nel quadro di missioni chirurgiche di alta specializzazione, volte a creare poli stabili di riferimento , formazione ed assistenza sanitaria specializzata in ogni Paese in cui è presente”, sottolinea Fabio Massimo Abenavoli, presidente di Emergenza Sorrisi e anche Coordinatore del Dipartimento Cooperazione Internazionale del Movimento Uniti per Unire.
A moderare il convegno è stata l’avv. Prof.ssa Francesca Toppetti, Direttore Generale Emergenza Sorrisi, accanto al Prof. Foad Aodi, presente anche come relatore in qualità di esperto di salute globale, presente tutti i giorni con interviste sui media nazionali e internazionali con interviste, analisi, statistiche, criticità, proposte, sull’andamento della salute internazionale.
Ognuno degli esperti presenti ha dato il suo importante contributo in relazione al tema della cooperazione internazionale per quanto riguarda la salute mondiale, tra questi sono intervenuti S.E. Saywan Sabir Mustafa Barzani Ambasciatore dell’Iraq in Italia, S. E. Julien Vincent Brunie Ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta in Marocco, la Prof.ssa Anna Maria Cossiga Antropologa e analista geopolitica European Foundation for Democracy, il Prof. Alberto Gambino Commissione Europea contro il Razzismo e L’intolleranza presso il Consiglio d’Europa, il Dott. Riccardo Rossano Segretario Generale Fondazione Flying Angels, il Dott. Eduardo Lintz Presidente Associazione AEXPI Rio de Janeiro Brasile.
Il Prof. Foad Aodi nel suo intervento, in veste di massimo esperto, ha fornito statistiche e dati aggiornati sulla realtà della sanità mondiale, ritenendo che solo le cifre nate da indagini reali possono fornire il reale quadro della situazione e consentire quindi di agire nei modi e nei tempi necessari.
«In Italia ci sono più di 100mila professionisti sanitari di origine straniera, ci ha tenuto a ribadire Aodi ai presenti, in Europa ci sono più di 650mila medici di origine straniera che operano lontano dal proprio Paese di origine. Tutti loro rappresentano una risorsa fondamentale su cui puntare, anche per contribuire a sanare quei deserti sanitari che si vanno sempre più creando in quelle nazioni dove medici e infermieri fuggono via, verso l’Europa, verso gli Stati Uniti, verso le nazioni anglofone, per cercare un futuro migliore. Le politiche dei paesi più forti hanno il dovere, proprio con la cooperazione internazionale, di fermare questo esodo, contribuendo a creare una immigrazione equilibrata e controllata di professionisti sanitari, impedendo di fatto che nazioni già deboli dal punto di vista della sanità, subiscano un vero e proprio crollo. Occorre formare sul posto i giovani locali e avviarli alla professione, incentivandoli a restare a casa propria, occorre creare formazione a distanza e prevenzione, occorre fornire strumenti sempre più adeguati per curare le patologie più pericolose e quindi contribuire a creare ospedali moderni e attrezzati, occorre avere la presenza sul posto anche di medici esperti provenienti dai paesi più industrializzati, che possano fornire il proprio aiuto e la propria esperienza in veste di tutor.
Nel mondo muoiono ogni giorno 40 bambini, a causa di fame, mancanza di igiene, mancanza di strumenti sanitari adeguati, acqua non potabile, e molto spesso questo accade nei teatri di guerra o in quei paesi dove l’instabilità politica contribuisce a minare la salute della popolazione.
Laddove c’è assenza completa di assistenza sanitaria, si registra il 50% di decessi infantili. Laddove mancano medici e infermieri si muore e a perire sono i soggetti più fragili, in particolar modo questo accade nei Paesi poveri e in via di sviluppo. Fame, sete, malnutrizione sono vere e proprie piaghe da debellare. Il 20% muore per mancanza di professionisti specializzati e di strumenti collegati alla loro attività, in settori come neurologia, cardiocardiochirurgia, chirurgia generale, ortopedia, chirurgia plastica, oculistica.
Ogni settimana riceviamo decine di richieste da Paesi “difficili” per curare bambini con patologie gravissime.
Vorrei ringraziare Emergenza Sorrisi per l’impegno che va avanti da anni nella cooperazione internazionale, in particolar modo dedicata all’infanzia e alle donne in difficoltà in quei paesi dove i sistemi sanitari sono davvero carenti.
Emergenza Sorrisi porta avanti la sua battaglia, al pari di noi di Amsi e Uniti per Unire, per formare professionisti sul posto, per creare proprio nelle nazioni più povere quelle figure che possono rilanciare sistemi sanitari così deficitari. Naturalmente per arrivare a questo occorre il sostegno delle politiche internazionali, che devono anche esercitare una forte azione diplomatica per fermare i conflitti più sanguinosi.
Approfitto per tanto di questa occasione per chiedere nuovamente il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, incentivando i corridoi sanitari e umanitari, attivandosi tutti per un definitivo processo di pace tra isrealiani e palestinesi.
Non posso mancare di ringraziare, oltre a tutti gli ospiti illustri di questo convegno, anche tutti i nostri delegati delle nostre associazioni, che ogni giorno danno un senso profondo al nostro lavoro, nonché il nostro Santo Padre per il suo impegno quotidiano per la pace internazionale».
Nella stessa giornata il Prof. Foad Aodi ha preso parte al convegno-dibattito “Il privilegio di essere donna nel mondo globale”, che si è svolto con il patrocinio di Uniti per Unire, Movimento Internazionale che da sempre porta avanti la sua battaglia per tutelare l’universo femminile. Si è trattato appunto di un convegno internazionale, organizzato dalla illustre Prof.ssa Laura Mazza, economista e consulente di Enti pubblici e privati, Senatore Accademico della Università Cattolica UniSanPaolo, Amministratore Delegato di The Hub, esperta di politiche attive e servizi al lavoro, Vice Presidente di Federformazione, nonché consigliere diplomatico di Amsi e Uniti per Unire. Lo scopo dell’evento era quello di sensibilizzare, confrontarsi e proporre un modello formativo per porre fine a ogni forma di discriminazione nei confronti di donne, ragazze e bambine in ogni parte del mondo, anche nei Paesi in via di sviluppo. Eliminare ogni forma di violenza, compreso il traffico di donne e lo sfruttamento sessuale.
Il terzo evento a cui ha preso parte il Prof. Aodi è stato “Obiettivo no Violence”, Convegno sulla Violenza di Gruppo, con relatori principali, oltre ad Aodi, l’Avv. Cristina Michetelli Delegata al Bilancio e Patrimonio di Città Metropolitana di Roma Capitale e Consigliera Capitolina, con la presenza di Michele Simolo, Presidente Associazione No Violence.
Ha moderato la giornalista Paola Zannoni, con una ricostruzione fotografica e video di episodi di violenza e aggressioni.
«Da una parte, ha sottolineato Aodi, c’è stata l’occasione per noi di ribadire il nostro impegno per le donne, per la loro tutela, che va avanti da anni. Non a caso abbiamo proprio dipartimenti molti attivi finalizzati a tale obiettivo, quali “Donne Uniti” di Uniti per Unire e “Donne Co-mai” all’interno di Co-mai e “Giovani Donne” di Amsi.
Dobbiamo contribuire, tutti, ognuno con il suo ruolo a tutelare i diritti umani e tra questi ci sono le nostre donne, madri, sorelle, mogli, amiche, colleghe di lavoro. Dobbiamo difenderle da ogni forma di discriminazione politica, sessuale, religiosa, da ogni forma di abuso e minaccia fisica e verbale.
Le donne sono una colonna portante della nostra società, hanno acquisito tanti legittimi diritti, e occorre perciò guardare a loro in modo differente rispetto al passato.
Occorre anche capire che in fondo anche la stessa parola diritto è in se stessa superata. Quello delle donne non è più un diritto acquisito, è realtà, e come tale va difesa.
E’ necessario, però, guardare anche ai paesi più poveri, dove queste diritti per noi acquisiti sono minati da fanatismo religioso assurdo e incomprensibile, prostituzione minorile, lavoro nero, abusi di ogni tipo nei confronti delle donne nella società, nella famiglia, nel lavoro. Inoltre occorre, in questi Paesi, tutelare la salute delle giovani donne, costruendo come detto sistemi sanitari più forti per combattere gli aborti spontanei e le malattie.
Nello stesso tempo dobbiamo combattere per impedire fenomeni drammatici come i matrimoni con le bambine minorenni e come gli abusi religiosi inspiegabili non contemplate da nessun testo sacro e frutto di interpretazioni personali e ignoranza (come costringere una bambina a indossare il burqa), che oltre tutto danneggiano l’immagine di comunità e collettività religiose nel mondo sane e moderate, e ancora dobbiamo impedire pratiche disumane come l’infibulazione, nonché lottare, tutti, con la cooperazione internazionale, a difendere le donne dalla povertà e dalla malnutrizione.
Nelle comunità di origine straniera dobbiamo fermare i mariti e gli uomini padroni, che vorrebbero impedire alle giovani donne, in particolare delle nuove generazioni, di emanciparsi, pur mantenendo la propria fede di origine.
Molto spesso tutto questo finisce in tragedia, con padri, fratelli e con le stesse madri, come accaduto in Italia, che commettono atroci delitti verso giovani donne musulmane che vogliono vivere con meno restrizioni e integrarsi, pur non rinnegando la fede di nascita.
Di esempi in Italia ne abbiamo avuti tanti, e a questo dobbiamo porre fine. Così come tutto questo accade non certo solo nei contesti familiari legati alle tradizioni religiose, visto che è in continuo aumento il fenomeno dei femminicidi nella società occidentale.
In Europa gli uomini continuano ad esercitare una forma di superiorità, un maschilismo psicologico, nei luoghi di lavoro, nelle famiglie, e tutto questo rappresenta una mala cultura che va arginata alla radice.
Uniti, possiamo conquistare ancora più libertà per le donne. I diritti delle donne non hanno vincoli religiosi, sociali e culturali.
Questi tre eventi a cui abbiamo preso parte rappresentano l’impegno di Uniti per Unire e di tutti i suoi membri. Uniti per Unire, con le sue associazioni, sta scrivendo una nuova pagina di cultura, impegno sociale, formazione, buona sanità, coinvolgendo sempre di più le comunità di origine straniera».
Così il Prof. Foad Aodi, Esperto in Salute Globale, Presidente di Amsi e del Movimento Uniti per Unire, nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro Esperti della Fnomceo dal 2002, già 4 volte Consigliere dell’Ordine dei medici di Roma che è presente tutti i giorni su tv e radio satellitari per parlare di Immigrazione, Salute Globale, eguaglianza e diritti umani.