Isde medici per l’ambiente alla presidente Todde. Per fermare la speculazione sulle rinnovabili nei territori la moratoria della Giunta è inutile.
I medici per l’ambiente di Isde a Nuoro per un faccia a faccia, a tante voci, con la presidente della Regione Todde. Tra i sette ospiti, a porre domande sulle emergenze sarde, c’era il presidente di Isde Sardegna Domenico Scanu.
Alle domande su lavoro, scuola, sanità, trasporti, edilizia abitativa, le risposte della presidente sono state ampie, fluide e generose con lo stesso piglio della campagna elettorale. A suscitare un palese nervosismo della presidente sono state le domande precise e circostanziate del presidente di Isde Sardegna.
I quesiti sulla questione energetica tra la speculazione sulle fonti rinnovabili e un allungarsi dei tempi sino al 2040 per la decarbonizzazione, hanno prodotto nelle risposte della presidente una palese incertezza. Ma è nella sua città, che ha dichiarato di voler per chiarire, una volta per tutte, che per quanto concerne il Decreto Draghi 199 del novembre 2021, lei come Viceministra dello sviluppo economico non avrebbe avuto alcuna delega all’energia.
Sono del 03 maggio 2022 le sue dichiarazioni alla giornalista G. Ferraglioni:
“Per ora abbiamo lavorato sui primi decreti energia allo scopo di accelerare i percorsi di autorizzazione degli impianti e di liberalizzare la costruzione dei pannelli…. Così come si sta pensando a un commissario per gli impianti di rigassificazione (che serviranno anche a convertire il gas naturale liquido importato, ad esempio dagli USA, ndr) allo stesso modo dovremmo avere un commissario per le rinnovabili”.
“…Se già spostassimo la produzione di energia elettrica sulle rinnovabili, allora avremmo grandi risparmi. Investire come dei matti sul rinnovabile ci aiuterebbe a essere molto più resilienti davanti all’impennata del gas”.
Ma quell’ “investire come matti” per i territori sardi oggi significa un disastro senza precedenti.
La moratoria della presidente Todde, da donna di Stato a presidente della Regione Sardegna, non tutela i territori sardi se non si bloccano i procedimenti autorizzativi. Associazioni scientifiche, comitati territoriali e la stessa stampa sarda devono essere ascoltate dalla politica.
Nel groviglio di contraddizioni tra politiche della Regione Autonoma allo sbando con il sacrificio della Sardegna in nome dell’interesse nazionale, si ripropone la necessità di ridefinire i rapporti e le competenze tra lo Stato e la Sardegna. Ma l’emergenza impone alla Regione una corsa contro il tempo usando subito gli strumenti oggi a disposizione. Se Ambiente e Paesaggio sono di competenza dello Stato, è anche vero che non si può ignorare che l’Urbanistica, come già detto, è di competenza della Regione, anche se non può esistere Urbanistica senza Ambiente e Paesaggio.
Claudia Zuncheddu – presidente ISDE Cagliari
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