La Grande Prosa: CAMBIO DI PROGRAMMA
La Grande Prosa: CAMBIO DI PROGRAMMA,CeDAC
Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna
La Grande Prosa
Stagione 2023-2024
Fabbrica srl
I Parassiti
Un diario dei giorni del Covid19
(Reading)
di e con Ascanio Celestini
e con Gianluca Casadei alla fisarmonica
giovedì 9 maggio – ore 20.30 – Teatro Comunale “Akinu Congia” – Sanluri
CAMBIO DI PROGRAMMA – Ascanio Celestini racconta la pandemia ne “I Parassiti / Un diario dei giorni del Covid19”, un reading d’autore sulle note della fisarmonica di Gianluca Casadei in cartellone giovedì 9 maggio alle 20.30 al Teatro Comunale “Akinu Congia” di Sanluri: lo spettacolo sostituisce “Rumba”, il nuovo lavoro dell’artista romano in tournée nell’Isola sotto le insegne del CeDAC Sardegna.
Una riflessione sul rapporto con la malattia e con la fine della vita, e in particolare sull’elaborazione del lutto nella società contemporanea, con la cifra immaginifica e poetica dell’eclettico attore, drammaturgo, regista e scrittore a fronte di una tragedia mondiale.
«Siamo stati presi di sorpresa dalla pandemia, ma l’abbiamo interpretata» – sottolinea Ascanio Celestini –.«Abbiamo un’idea razionale della malattia. La gestiamo così bene che qualcuno la sta persino negando. Ma quel numero così alto di morti ci ha disorientato. Non siamo più preparati per la morte.Mia madre e mia nonna avrebbero messo in moto tutta una serie di riti piccoli e grandi, consapevoli e inconsapevoli. Avrebbero saputo cosa cucinare e come, cosa bere e mangiare, chi chiamare e quali parole dirgli, come e dove e quando pregare. Noi no. Noi abbiamo bisogno delle cose materiali. Senza il corpo del morto restiamo immobili con la testa vuota».
La tournée: Ascanio Celestini va in scena martedì 7 maggio alle 20.30 al Teatro Bocheteatro di Nuoro,mercoledì 8 maggio alle 21 al Teatro Costantino di Macomer e venerdì 10 maggio alle 21 al Teatro Centrale di Carbonia con “Rumba / L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato”, il suo nuovo spettacolo ispirato al Santo di Assisi, mentre giovedì 9 maggio alle 20.30 al Teatro Comunale “Akinu Congia” di Sanluri propone il reading “I Parassiti”.
Viaggio tra le storie con Ascanio Celestini, protagonista giovedì 9 maggio alle 20.30 al Teatro Comunale “Akinu Congia” di Sanluri con “I Parassiti / Un diario dei giorni del Covid19”, un reading ispirato al periodo drammatico della recente pandemia in cui l’artista romano, sulla colonna sonora disegnata dalla fisarmonica di Gianluca Casadei, affronta temi delicati e importanti come il rapporto con la malattia e con l’idea stessa della fine della vita, ma anche lo sgomento di fronte a una perdita improvvisa e l’incapacità di affrontare il lutto nella società contemporanea. “I Parassiti” sostituisce sul palco della città del Sud Sardegna “Rumba / L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato”, il nuovo spettacolo di e con Ascanio Celestini incentrato sulla figura e sulla vicenda umana e spirituale del Santo di Assisi, in cartellone martedì 7 maggio alle 20.30 al Teatro Bocheteatro di Nuoro, mercoledì 8 maggio alle 21 al Teatro Costantino di Macomer e venerdì 10 maggio alle 21 al Teatro Centrale di Carbonia sotto le insegne della Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con la direzione artistica di Valeria Ciabattoni, con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e dei Comuni aderenti al Circuito e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
“I Parassiti / Un diario dei giorni del Covid19″ (produzione Fabbrica srl) rievoca l’inquietudine e la paura davanti al diffondersi dell’epidemia, dai primi focolai in Cina alla sua comparsa nel cuore dell’Europa, la reazione alle notizie sui primi casi in Italia, poi il precipitare degli eventi con l’aumento vertiginoso e apparentemente inarrestabile dei contagi, la tragica situazione a Bergamo e nel Nord del Paese, l’istituzione della zona rossa e delle misure per contenere l’emergenza sanitaria, il “distanziamento” e il lockdown, oltre alla “sospensione” delle manifestazioni culturali e di spettacolo e alla chiusura delle scuole e degli uffici, degli esercizi commerciali e dei musei, dei cinema e dei teatri. Una situazione imprevedibile, una catastrofe improvvisa che ha colto di sorpresa il mondo occidentale, scardinando la routine e rendendo necessarie cautele estreme nelle relazioni sociali, oltre all’uso delle mascherine e all’eliminazione di strette di mano e abbracci, fino alla rinuncia a ogni contatto fisico nel timore di favorire la trasmissione del virus. Una “guerra” impari contro un nemico invisibile e infido, che ha fatto riaffiorare il ricordo della “peste” nell’antichità e nel Medioevo, tra echi storici e letterari, come le descrizioni manzoniane e dell’epidemia di “influenza spagnola”, mettendo in risalto il ruolo fondamentale della ricerca scientifica nella lotta contro i vari fattori patogeni ma anche i rischi connessi all’inquinamento e alla devastazione del territorio, all’uso sconsiderato delle risorse e al mancato rispetto delle norme igieniche oltre agli effetti collaterali della mobilità internazionale, tanto da riportare in auge la “quarantena”, così come l’urgenza di rivalutare la tutela dell’ambiente, per evitare l’estinzione della specie umana.
Ascanio Celestini descrive l’atmosfera di quei mesi terribili, tra disperazione e speranza, rassegnazione e spirito di sopravvivenza, attraverso tre racconti in qualche modo emblematici – “Il camminatore”, “Le margherite” e “Lungomare” – che rivelano emozioni e stati d’animo dei personaggi e riflettono le opinioni della gente comune, lo smarrimento, l’angoscia ma anche la rabbia e l’indignazione, come la ricerca di un responsabile o meglio di un capro espiatorio, in un colorato affresco di varia umanità. Tra i temi cruciali la necessità ma anche la difficoltà di elaborare il lutto nella moderna civiltà dell’apparire, tra il mito dell’eterna giovinezza e dell’illusoria felicità e l’ostentazione del lusso e del benessere, in cui la fragilità, la malattia e il dolore vengono nascosti o negati, così come sembra relegata nell’oblio la consapevolezza dell’inevitabile fine: la pandemia ha (ri)portato alla luce la vulnerabilità e la caducità, insieme alla coscienza di essere solo un’infinitesima particella nell’immensità del cosmo. La negazione dei riti funebri, così come delle altre celebrazioni religiose, rappresenta uno degli aspetti più traumatici di quel periodo: l’impossibilità di vegliare e onorare i defunti, se non in private preghiere, come il divieto di assistere o di far visita ai familiari ammalati, hanno reso ancora più amaro il senso di perdita, trasformando spesso medici e infermieri in moderni angeli, “messaggeri” di vita e di morte, unici intermediari con i propri cari e custodi di quell’ultimo, faticoso respiro.
«Siamo stati presi di sorpresa dalla pandemia, ma l’abbiamo interpretata» – sottolinea l’attore, drammaturgo, regista e scrittore Ascanio Celestini, tra i più interessanti e apprezzati esponenti del moderno teatro di narrazione –. «Ci hanno mostrato la fotografia del parassita e anche i numeri, le carte geografiche che cambiano colore con la diffusione del virus e i grafici. Abbiamo un’idea razionale della malattia. La gestiamo così bene che qualcuno la sta persino negando».
«Ma quel numero così alto di morti ci ha disorientato» – prosegue l’artista –. «E all’inizio abbiamo pensato che fosse proprio il numero, la quantità. E invece è una questione di qualità. Non siamo più preparati per la morte. I cadaveri non ci fanno una grande impressione. Non ci perturbano più di tanto. Ma siamo sconvolti dal nulla che se li porta via. Non sappiamo che fare. E se ci tolgono il corpo del defunto siamo completamente spaesati.
Mia madre e mia nonna avrebbero messo in moto tutta una serie di riti piccoli e grandi, consapevoli e inconsapevoli. Avrebbero saputo cosa cucinare e come, cosa bere e mangiare, chi chiamare e quali parole dirgli, come e dove e quando pregare. Noi no. Noi abbiamo bisogno delle cose materiali. Senza il corpo del morto restiamo immobili con la testa vuota. Così mi sono messo a raccontare e a scrivere. A fare qualcosa che non avesse un corpo. Perché il lutto è immateriale come la memoria, le parole, i sogni».
“I Parassiti / Un diario dei giorni del Covid19″ narra le storie di donne e uomini, giovani e vecchi, adulti e bambini alle prese con la minaccia del coronavirus che incombe sulle loro esistenze, tra riflessioni sulla condizione umana e ricordi personali: l’epidemia ha rimescolato le carte e stravolto le regole e i comportamenti, a essere colpite in modo grave e spesso fatale, oltre agli individui “fragili”, sono anche persone in buona salute, ci si ammala facilmente e i luoghi affollati sono i più pericolosi, ma alcuni risultano “immuni” e si trasformano in “portatori sani” del contagio. Nel suo stile diretto e immediato, Ascanio Celestini parla di un infaticabile camminatore e della moglie, di una donna anziana e della figlia, di badanti, tabaccai e fioraie, di famiglie e di immigrati, di incontri surreali, evoca paesaggi urbani, divenuti quasi luoghi “metafisici” durante il lockdown mentre la natura riconquistava i suoi spazi nelle periferie e tra il cemento, con un’umanità rinchiusa dentro le mura e sempre più isolata, in una sorta di reportage, o meglio di “diario” corale del periodo della pandemia: un reading poetico e struggente, tra l’ironia beffarda della sorte e le quotidiane ingiustizie e discriminazioni, i pregiudizi e i paradossi della società contemporanea.
“I Parassiti” di e con Ascanio Celestini chiude in bellezza – giovedì 9 maggio alle 20.30 – la Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa | Musica | Danza al Teatro Comunale “Akinu Congia” di Sanluri, organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivoin Sardegna, con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Sanluri e con il contributo della Fondazione di Sardegna e il supporto di Sardinia Ferries, che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio per e dalla Sardegna.
INFO & PREZZI
SANLURI
abbonamento a 10 spettacoli
90 euro
biglietti
intero: 15 euro – ridotto: 12 euro
info e prenotazioni:
[email protected] – cell. 345/2751636 – www.cedacsardegna.it