La Grande Prosa: Geppi Cucciari ritorna nell’Isola con “Perfetta”
Viaggio nell’universo femminile con “Perfetta”, ironico e coinvolgente monologo scritto e diretto da Mattia Torre, uno degli autori più interessanti del panorama italiano (prematuramente scomparso nel 2019) nell’interpretazione di Geppi Cucciari, in cartellone mercoledì 15 e giovedì 16 maggio alle 21 al Teatro Costantino di Macomer
“Perfetta” riflette la cifra umoristica e satirica di Mattia Torre, raffinato scrittore, drammaturgo e sceneggiatore, con all’attivo una folgorante carriera tra libri, films e serie tv accanto a programmi di successo, da “Boris” (la serie e il film) a “Parla con me” di Serena Dandini, “Dov’è Mario?” con Corrado Guzzanti e “La linea verticale”, dal cortometraggio “Piovono Mucche” (Premio Solinas per la sceneggiatura), a “Figli”, per cui ha vinto il David di Donatello oltre a testi teatrali, da “In mezzo al mare” e “Gola” con Valerio Aprea a “Migliore” con Valerio Mastandrea, lo spietato ritratto di famiglia di “456” e lo sconcertante “Qui e ora”. Un insolito ritratto al femminile in scena con “Perfetta”, la pièce pensata e scritta per Geppi Cucciari che racconta la vita di una moderna eroina, una donna in carriera capace di conciliare le esigenze e gli impegni familiari e sociali, nel duplice ruolo di moglie e madre, con le sfide imposte dalla sua attività professionale. Un’indagine sulle molteplici sfaccettature dell’animo femminile, tra le sottili variazioni dell’umore e i cambiamenti fisici legati al ciclo mestruale, le piccole e grandi tragedie del quotidiano e i delicati equilibri della vita di coppia e della sfera degli affetti, tra tenerezza e responsabilità, serenità per la consapevolezza di aver compiuto il proprio dovere e timori e incertezze per il futuro, immancabili preoccupazioni e preziosi istanti di felicità. Sullo sfondo un paesaggio urbano che sembra mutare a seconda dei pensieri e delle emozioni della protagonista, così come cambia il suo modo di affrontare le difficoltà e gli imprevisti: la percezione della realtà risulta condizionata, perfino alterata, in corrispondenza delle varie fasi del ciclo, i livelli ormonali determinano gli stati d’animo e le reazioni allo stress ma anche l’atmosfera circostante, che sembra rispecchiare la psiche della protagonista, il suo stato di benessere o la sua inquietudine. Un’esistenza scandita da ritmi giornalieri apparentemente sempre uguali eppure suscettibili di infinite mutazioni: la vita è piena di sorprese e di ostacoli, specialmente per un’abile e ambiziosa venditrice di automobili che cerca di anticipare, se non addirittura di “indirizzare”, i gusti dei clienti in un mondo governato dalle regole del mercato, con “obbiettivi” da raggiungere (quasi) a ogni costo e rivali da superare, tra l’uscita di nuovi modelli, sempre più lussuosi e accessoriati e la necessità di comprendere quale sia per ciascuno il più appropriato e quindi irresistibile “oggetto del desiderio”.
La vis comica e il talento istrionico di Geppi Cucciari per un’intensa prova d’attrice, tra toni umoristici e grotteschi e altri più intimistici e drammatici, che corrispondono alla personalità complessa di una donna emancipata, consapevole e attenta alla realtà che la circonda, in una sorta di diario che si snoda per quattro martedì, la cronaca di quattro giornate “emblematiche” delle diverse fasi del ciclo, tra momenti di stanchezza e vere e proprie esplosioni di energia, da cui emerge la consapevolezza della propria fragilità ma anche della propria forza, del proprio intuito e delle proprie capacità professionali. La protagonista si mette a nudo, concedendosi idealmente uno spazio di riflessione sui dilemmi e i dubbi personali, sulle questioni cruciali dell’esistenza e perfino sugli aspetti (apparentemente) più frivoli e superficiali, ponendo l’accento, attraverso la scrittura evocativa e sapiente di Mattia Torre, su un tema quasi tabù come le mestruazioni che (al di là di proposte di legge mirate e eventuali dibattiti in parlamento su oneri e imposte) restano spesso ai margini delle conversazioni mondane come delle analisi sociologiche, continuando a far parte dell’insondabile mistero femminile, un territorio ignoto e incomprensibile per molti uomini (e troppo spesso anche per le dirette interessate).