Mancanza di infermieri nel sassarese: serve dare nuovo slancio alla professione.
La riflessione di OPI Sassari in occasione della Giornata Internazionale degli Infermieri per rilanciare la professione con un’attenzione radiale alle necessità territoriali.
Il 12 maggio si celebra la Giornata Internazionale dell’Infermiere, da anni occasione di riflessione e definizione obiettivi. Per l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Sassari è un momento di bilanci e di riallineamento.
Tre i punti salienti: mancanza di infermieri, scarso appeal della professione e cure infermieristiche compromesse.
Proprio su quest’ultimo punto si è voluta focalizzare l’attenzione dell’OPI di Sassari. Troppo spesso sentiamo parlare di situazioni lavorative difficili per gli infermieri che hanno un impatto sul loro stato fisico e mentale e divengono causa di insoddisfazione che, in casi estremi, può portare anche al desiderio di abbandonare il lavoro, oltre a demotivazione e distress. Le conseguenze riguardano, poi, la stessa gestione sanitaria, in ogni setting, causando eventi avversi rispetto ai pazienti.
Tutto questo è diventato un fenomeno negativo che non riguarda solo la nostra realtà, ma che si sta sempre più diffondendo a livello internazionale. Il termine inglese è “missed nursing care” – e se continua ad essere sottovalutato può avere ripercussioni gravissime sia su pazienti che su personale infermieristico ed è parte di un sistema incagliato tra mancanza di figure e perdita di attrattività della professione.
A Sassari e in Sardegna si registra una carenza di infermieri che tra le altre cose può determinare anche problematiche come quelle delle cure infermieristiche compromesse.
“Non si tratta di un tema semplice – commenta Gianluca Chelo, Presidente OPI Sassari – ma proprio per questo non possiamo fingere che non esista. Di cure infermieristiche mancate se ne parla a livello internazionale, ma è ragionando in ottica radiale, e partendo dalle singole necessità territoriali, che si può provare a cercare una soluzione.
La nostra professione vive un momento di crisi: attualmente in Sardegna mancano più di tremila infermieri. Un dato, questo, che non risparmia il territorio del Sassarese dove la necessità sanitaria supera di gran lunga l’offerta.
La penuria di personale genera un effetto a catena che sta rendendo sempre più complesso garantire l’imprescindibile diritto alla salute dei cittadini e il benessere della categoria: due condizioni in stretto contatto“.
A rendere la professione sempre meno attrattiva è soprattutto una prospettiva che annovera turni di lavoro estenuanti, sovraccarico di lavoro a cui si aggiunge la mancanza di una retribuzione in linea con lo sforzo quotidiano e formativo: l’Ordine sta riscontrando un enorme interesse rispetto alle attività formative, sia utili ai fini dell’aggiornamento professionale obbligatorio che per piacere di conoscenza e miglioramento personale. Il raggiungimento del numero massimo di iscritti a pochi minuti dalla pubblicazione dei corsi è dimostrazione di una professionalità che vuole evolversi, migliorare e perfezionarsi, nonostante tutte le difficoltà.
“Facciamo una costante attività di promozione nelle scuole – prosegue Chelo – per raccontare e raccontarci, senza filtri, mostrando elementi positivi e negativi ma tastiamo con mano, quotidianamente, l’oggettiva difficoltà di proseguire con un modello datato rispetto alle reali necessità territoriali. Serve, a livello nazionale, un riconoscimento economico equiparato a formazione e reali responsabilità e, a livello locale, un lavoro sinergico che unisca analisi a caratteristiche del sistema sanitario locale insieme a una nuova idea di educazione nei confronti delle professioni sanitarie, la cui presenza non è più da dare per scontata”.