(Adnkronos) – "In Italia le persone con patologie respiratorie croniche sono una sostanziale percentuale della popolazione generale, come nei Paesi sviluppati. Stiamo parlando dell'asma, che colpisce il 4-8% della popolazione generale, e della Bpco che interessa il 10-11% della popolazione generale, percentuale che sale al 15-20% tra gli over 65. La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una patologia legata prevalentemente all'esposizione al fumo di sigaretta e riguarda in prevalenza le persone in età avanzata. Quindi patologie estremamente frequenti, con un carico clinico e un carico economico assolutamente rilevante. Fondamentali dunque la prevenzione e la protezione dei più fragili". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Alberto Papi, direttore della Clinica Pneumologica dell'Università di Ferrara, a margine del convegno promosso da Gsk – oggi e domani a Roma (Auditorium della Tecnica) – con oltre 200 pneumologi italiani riuniti per fare il punto sulle nuove terapie a disposizione per le patologie respiratorie. "Gli over 65 con Bpco sono spesso vecchi fumatori – rimarca Papi – quindi per prima cosa occorre eliminare il fumo di sigaretta in quanto principale fattore di rischio, ma hanno anche altre patologie concomitanti. Prevenzione vuol dire ridurre il rischio di evoluzione della malattia e ridurre il rischio di eventi che portano la malattia a progredire. Anche perché un peggioramento clinico della da Bpco non comporta solo un evento acuto con conseguenze anche molto importanti, se non fatali, ma comporta soprattutto un peggioramento di concomitanti patologie, per esempio quella cardiovascolare. Prevenzione vuol dire mettere in atto tutte le armi disponibili per prevenire questi rischi, risultato oggi possibile grazie alle vaccinazioni". Tra le terapie per la Bpco, "molto efficace è la triplice terapia – sottolinea lo specialista – che consiste in tre farmaci, due broncodilatatori e uno steroide inalatorio in singolo device, che permettono di aumentare l'aderenza e di ottimizzare i risultati in termini di riduzione del rischio di riacutizzazione in questi pazienti. Grazie alle armi che abbiamo a disposizione, vaccini e antivirali, oggi siamo in grado di andare al di là del semplice intervento farmacologico per modificare l'esito della conseguenza della riacutizzazione". Al momento, oltre al vaccino antinfluenzale "abbiamo il vaccino contro l'Rsv", il virus respiratorio sinciziale, "una delle cause delle riacutizzazioni della Bpco, che ci consente di rendere più forte il nostro armamentario di prevenzione". —[email protected] (Web Info)
Articolo precedenteLandazabal (Gsk): “In Italia investimenti per 800 mln nel 2020-2025”