La manifestazione è stata inaugurata venerdì pomeriggio, con uno splendido concerto di primavera, seguito da una degustazione guidata dei prelibati prodotti del territorio, curata da Raimondo Mandis di Slow Food. La serata è stata allietata da uno straordinario spettacolo di cabaret con Rossella Faa ed Elio Artemalle.
La giornata del sabato è stata ricca di eventi culturali e celebrativi, con l’apertura dell’Osteria Letteraria “Libri da Gustare”, dove Massimiliano Messina ha presentato il libro di Maria Grazia Zedda, “Il Fruscio degli Eucalipti”, seguito da una Biblioteca in piazza a cura del Comune. Successivamente si è tenuta l’Inaugurazione e Intitolazione del Lungo Lago a Gigi Riva, una figura iconica, tra le più amate nel panorama sportivo sardo. La giornata è proseguita con un’altra indimenticabile degustazione guidata di prodotti tipici del territorio, a cura di Alessandra Guigoni.
Infine, alle ore 20:00, si è tenuta la solenne Cerimonia di Premiazione, condotta dalla rinomata giornalista di Rai3 Elisabetta Atzeni.
I Premiati:
Lia Careddu: Attrice poliedrica, celebre per il suo contributo al teatro sardo.
Andrea Mura: Regatante di fama internazionale, vincitore di prestigiose competizioni.
Maria Grazia Zedda: Leader nel campo delle Pari Opportunità nel Regno Unito, autrice di successo.
Giuseppina Testoni: Giornalista professionista di grande esperienza.
Premi Speciali:
Fabio Aru: Eminentissimo sportivo.
Incoronata Boccia: Rispettata giornalista.
Giovanni Brai, Alfonso Canfora, Renzo Corona, Vittorio De Pani: Rinomati chef.
Federico Fadda, Bob Marongiu: Apprezzati pittori.
Francisco Porcella: Acclamato atleta.
Massimiliano Sechi: Impegnato nella promozione dell’uguaglianza e dell’inclusione.
Pietrino Soddu: Riconosciuto per il suo contributo alle istituzioni.
Benito Urgu: Talentuoso cabarettista e cantante.
La conferenza è stata arricchita dalla relazione del giornalista Gianni de Candia, che ha offerto uno sguardo approfondito sulla migrazione sarda. Gianni de Candia ha condotto un’analisi dettagliata sulla migrazione sarda che ha avuto inizio negli anni ’50. Secondo i dati presentati, ben 730.000 sardi hanno lasciato la loro terra natale in quel periodo, avviando un fenomeno migratorio che avrebbe avuto profonde implicazioni sulla Sardegna e sulle comunità sparse per il mondo.
La relazione ha messo in luce le molteplici ragioni che hanno spinto così tanti sardi a lasciare la Sardegna. Fattori come la povertà, la mancanza di opportunità economiche e il desiderio di una vita migliore hanno svolto un ruolo cruciale nel determinare il flusso migratorio. Tuttavia, la migrazione non è stata solo una questione economica, ma anche una ricerca di nuove prospettive e possibilità di vita.
Una delle questioni affrontate è stata l’importanza di preservare l’identità culturale sarda nelle comunità migranti. Nonostante abbiano lasciato la loro terra d’origine, i sardi hanno mantenuto salde le loro tradizioni, lingua e cultura nelle nuove terre in cui si sono insediati. Questo legame con le radici sarde ha contribuito a mantenere viva la cultura e l’identità della Sardegna anche al di fuori dei suoi confini.
La tavola rotonda sul turismo delle radici ha sottolineato l’importanza di valorizzare il patrimonio culturale e storico della Sardegna per attirare i discendenti sardi e altri interessati a conoscere le proprie radici. Il turismo delle radici offre un’opportunità unica per connettersi con le tradizioni, la storia e la cultura della Sardegna, contribuendo allo sviluppo economico e alla promozione della regione.
In conclusione, il “Premio Biennale Lago Omodeo – Noi Sardi nel Mondo” si è confermato come un evento di straordinaria importanza, unendo la comunità sarda nel celebrare il talento e l’impegno di coloro che contribuiscono al prestigio e alla bellezza della regione.