Progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità”. Studentessa liceale calabrese ricorda in un suo commevente elaborato la storia di Saverio Purita, ucciso dalla ‘ndrangheta a Vibo Valentia
La studentessa Erica Castellano della classe III sez. G del Liceo scientifico “Filolao” di Crotone ha voluto ricordare con un suo elaborato, progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità”, il barbaro omicidio del giovanissimo Saverio Purita ucciso in tenerissima età (11 anni), il 23 febbraio del 1990. Infatti proprio la sera del 23 febbraio Saverio si allontanò dalla propria abitazione per andare a giocare con i suoi amici a calcio in piazza Martiri dell’Ungheria a Vibo Valentia. Il suo corpo fu ritrovato semicarbonizzato qualche giorno dopo.“Nel cuore della nostra comunità dev’essere ricordato un giovane ragazzo di soli 11 anni, Saverio Purita, che è stato brutalmente strappato alla vita, vittima di un atto di violenza senza senso commesso dalla mafia. La sua morte deve accendere un rinnovato appello per porre fine a questa epidemia di violenza criminale che continua a reclamare vite innocenti come la sua. Saverio era un bambino allegro e vivace, amato da familiari e amici. Amante del calcio, passava i pomeriggi a piazza Martiri dell’Ungheria con gli amici per fare qualche passaggio a pallone. La sua vita è stata tragicamente interrotta il 23 febbraio 1990 a Vibo Valentia, periodo in cui la città è presa dai festeggiamenti per il Carnevale.
Saverio scomparve per cinque giorni, prima che venisse ritrovato il suo corpo a Torre Mezzapraia di Curinga, tra Lamezia Terme e Pizzo Calabro. Le indagini scattarono immediate dopo la denuncia della scomparsa da parte della mamma, con alcune speculazioni che suggerivano una vendetta nei confronti del padre, Nicola Purita, ucciso mesi prima in circostanze violente. Il padre era un lavoratore impegnato presso un ospedale nella cittadina della Calabria, dopo il trasferimento a Milano per lavorare nelle imprese edilizie diventò un facoltoso imprenditore e al suo rientro in Calabria girava per strada con auto e vestiti di lusso, per dimostrare di essere diventato un uomo importante ma le indagini suggerirono che potrebbe essere stato coinvolto in attività illecite come prestanome per le cosche di ’Ndrangheta nel nord Italia. La morte di Nicola potrebbe essere stata collegata a questi legami con la criminalità organizzata. Il corpo di Saverio è stato ritrovato con il volto compresso nella sabbia e quasi completamente carbonizzato, come a voler cancellare un’uccisione brutale seguita dall’uso di un liquido infiammabile. La sua memoria dovrebbe essere onorata e con un impegno rinnovato per costruire un futuro per le generazioni avvenire in modo tale che possano crescere liberi dalla paura e dalla minaccia della violenza criminale. La nostra comunità non può rimanere in silenzio di fronte a queste atrocità. Dobbiamo unirci e alzarci contro la violenza organizzata, lavorando insieme per sradicare le radici di questo male. È nostro dovere collettivo garantire che chi ha fatto del male a Saverio sia punito e fatta giustizia, ma anche per tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata. Ogni vita persa ci ricorda che dobbiamo lottare per un mondo più sicuro per noi stessi e per le generazioni future. La morte di Saverio Purita non può essere dimenticata.”
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ritiene fondamentale la tematica dell’educazione alla legalità. Le giovani generazioni devono basare la loro crescita morale e culturale sulle solide basi della democrazia, della condivisione, della solidarietà, del rispetto, del dialogo e dell’accoglienza. Siamo convinti, che, ancora di più oggi, solo attraverso l’educazione alla legalità e ai diritti umani si possano diffondere i valori dell’etica morale, della giustizia, del rispetto della persona umana, della libertà, della democrazia nelle future generazioni.
La legalità ha una sua funzione nel momento in cui si esplicita in conoscenze dei principi che regolano la convivenza tra aggregazioni di persone sempre più estese, complesse e interconnesse e comporta anche l’interiorizzazione di regole condivise, che non costituiscono un’imposizione, ma il cuore pulsante di una società garante della libertà e dignità del singolo individuo.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: [email protected])
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU