Nella breve arringa difensiva, è emerso che né il Comune di Olbia né tanto meno i manager del Qatar, avevano mai dato, all’epoca dei fatti (maggio 2015), alcun mandato all’avvocato Angelo Antonio Merlini, per denunciare Alessandro Marini, tanto che le due Procure di costituzione di parte civile, a firma del manager della galassia Qatar, riportano firme palesemente false. Alessandro Marini non poteva tentare di estorce né minacciare nessuno perché all’epoca dei fatti contestati, il medesimo, non aveva alcun rapporto e neppure conoscenza diretta e indiretta con i manager del Qatar coinvolti nell’operazione Mater Olbia. Tanto meno l’imprenditore, secondo i suoi difensori, con l’allora sindaco Gianni Giovannelli, non aveva alcun rapporto, perciò il Marini va assolto con formula piena.
Alessandro Marini, dunque, ha agito nel rispetto della legge. Secondo i suoi difensori, infatti, non è da escludere che il tutto fu architettato da coloro che volevano entrare in possesso di quelle terre, ora divenute edificabili ma legittimamente vendute dal pastore Mulas al Marini. Il pastore Mulas per rinunciare all’ usucapione, ha beneficiato di 100 mila euro con bonifico bancario, a dimostrazione che quel diritto di proprietà era riconosciuto anche dai “nemici” del Marini stesso. E’ bene ricordare che i circa 60 ettari oggi hanno raggiunto un valore piuttosto elevato. A questo punto, quindi, c’è da attendere l’11 giugno 2024 per conoscere la sentenza di primo grado, per una vicenda che ormai si trascina da oltre 9 anni.