Studentessa calabrese commemora le vittime della strage di Firenze
Progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità”. Studentessa liceale calabrese commemora le vittime della strage di Firenze, in Via dei Georgofili.
In occasione del 31° anniversario della strage dei Georgofili, avvenuta nella notte tra il 26 e il 27 maggio, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare le vittime attraverso l’elaborato della studentessa Bianca Papaleo della classe III sez. G del Liceo Scientifico Filolao di Crotone.
“Ci troviamo a Firenze, nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993, in Via dei Georgofili, sotto la storica Torre de’ Pulci. Poteva essere una notte come le altre, invece morirono cinque persone, morti dovute ad un’esplosione di un’auto imbottita di 250 grammi di una miscela esplosiva: Caterina Nencioni di neanche due mesi, Nadia Nencioni di 9 anni, Angela Fiume, custode dell’Accademia dei Georgofili, Fabrizio Nencioni e Dario Capolicchio persero la vita e di feriti se ne contarono 48.
Non ci volle molto per intuire che la tragedia fosse di stampo mafioso, soprattutto dopo le stragi di Capaci e Via d’Amelio. Si sapeva già cosa la Mafia fosse capace di fare, senza sconti per nessuno, non curandosi delle persone che, senza alcuna colpa, ne diventano vittime, benché giovanissime: una bimba non aveva compiuto neanche due mesi di vita. Non dovrebbe esserci alcun motivo per compiere un atto così, ma invece bastò che le norme che regolavano la legge del 41 bis divenissero più rigorose, così da impedire ai detenuti qualsiasi comunicazione con l’esterno.
La Mafia aveva bisogno di farsi sentire e scelse il modo più eclatante: la distruzione dei beni cultrali. Come possiamo anche solo pensare che il brutto apprezzi il bello? Non lo apprezza ma cerca comunque di trarne vantaggio. Non possiamo definirla come soltanto una pressione nei confronti dello Stato. La Mafia non si prende semplice libertà, ma tenta di assoggettare l’organo che ci dovrebbe tutelare. Una legge non va bene? Si mette in crisi lo Stato per cambiarla, e nel frattempo muoiono decine di persone alla volta.
Nadia Nencioni, la bambina di 9 anni, amava scrivere le poesie e tre giorni prima della strage ne aveva scritta una sul tramonto, che diventerà il titolo dell’operazione di cattura del boss Matteo Messina Denaro, che faceva parte dei mandanti. Chissà quante altre poesie avrebbe scritto Nadia e quanto sarebbero stati felici i genitori Angela e Fabrizio e chissà che vita avrebbe vissuto la piccola Caterina e chissà Dario che si trovava lì proprio per seguire la sua passione, l’architettura! Questo però non possiamo saperlo perché la Mafia per fare sentire la sua, ha deciso di eliminare lapresenza di altre cinque vite il 26 maggio e centinaia prima e dopo la Strage di Via dei Geogofili.”
Il contrasto e la prevenzione dei reati e di qualunque forma di illegalità devono necessariamente ricoprire un momento di enorme importanza nella vita scolastica, dalla scuola dell’infanzia alle superiori dovrebbe trovare spazio, nella programmazione delle singole classi, l’inserimento di percorsi didattici finalizzati al potenziamento dei concetti inerenti alla legalità e al rispetto delle norme giuridiche. Senza alcun dubbio, la prima arma per opporsi al sistema criminale e alle mafie è non dimenticare tragedie come quella dei Georgofili, continuando così a respingere qualsiasi forma di compromesso e sensibilizzando le giovani generazioni ad attuare azioni sempre più in coerenza con i principi della responsabilità civile e della cittadinanza attiva.