Teatro del Segno: sabato 4 maggio alle 20.30 al TsE di Cagliari “Why Clitemnestra, why?” con Miana Merisi, regia di Maria Assunta Calvisi per “Teatro Senza Quartiere”
Un affascinante ritratto al femminile, tra attualità e mito, con “Why Clitemnestra, why?”, suggestivo spettacolo de L’Effimero Meraviglioso, in collaborazione con l’ASMED / Balletto di Sardegna e l’ACPW / Alessandra Corona Performing Works di New York, ispirato alla celebre eroina del mito, che rivive sulla scena in una rilettura contemporanea, nell’interpretazione di Miana Merisi con (in video) i danzatori e coreografi Alessandra Corona e Guido Tuveri accanto a Federico Giaime Nonnis, con costumi di Marco Nateri e disegno luci di Stefano De Litala, realizzazione video a cura di Ennio Madau, per la regia di Maria Assunta Calvisi, in cartellone sabato 4 maggio alle 20.30 al TsE di via Quintino Sella a Cagliari, nel cuore di Is Mirronis, per il quarto appuntamento della seconda tranche della Stagione 2023-2024 di Teatro Senza Quartiere organizzata dal Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda e inserita nel progetto pluriennale “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro” 2017-2026. Una pièce multimediale dove si intrecciano prosa, danza, musica e poesia, tratta da “Clitennestra o del crimine”, uno dei folgoranti racconti racchiusi in “Fuochi” di Marguerite Yourcenar, e impreziosita dai versi dell’“Agamennone” di Ghiannis Ritsos affidati alla voce (fuori campo) di Luigi Tontoranelli, per indagare sulle cause e sul significato di un crudele assassinio: la regina di Micene, figlia di Leda e Tindaro e sorella di Elena e dei Dioscuri, divenuta amante di Egisto, secondo la leggenda uccide il marito Agamennone al suo ritorno dalla guerra di Troia, vendicando così la morte della figlia Ifigenia, sacrificata agli dei per ottenere un vento favorevole alla partenza delle navi per l’Asia Minore.
“Why Clitemnestra, why?” si ispira alla versione della grande scrittrice e poetessa francese, per cui la vicenda rientra nella sfera di un classico “delitto passionale” dove l’assassina è insieme vittima e carnefice: una donna innamorata, abbandonata dallo sposo e padre dei suoi figli, partito per inseguire splendidi e funesti sogni di gloria e di conquista, mentre lei imprigionata nel tormento di una solitudine e lusingata le attenzioni del giovane cugino del marito, che diviene il suo amante, trascorre le ore e i giorni, i mesi e gli anni, struggendosi nell’attesa del ritorno di colui che rappresenta il fulcro della sua esistenza, per ritrovare l’incanto e l’armonia dei tempi felici del loro matrimonio. Quell’uomo così a lungo aspettato, rimasto lontano per tutta la durata dell’assedio rientra in patria dopo la caduta di Troia con l’aria di trionfo del vincitore portando con sé una giovane asiatica, la principessa Cassandra, figlia di Priamo, una veggente capace di indovinare il futuro: l’incontro tante volte immaginato rivela la distanza ormai forse incolmabile tra i due sposi, la tenerezza e il desiderio appaiono come un lontano ricordo, ormai sbiadito. Il guerriero «bello come un dio» è un generale invecchiato dalla fatica e dalle abitudini dure e triviali degli accampamenti e le bellezza matura della moglie impallidisce accanto alle grazie della schiava, vistosamente incinta, probabilmente con in grembo un figlio del re: l’antica passione risorge in Clitennestra, trasformata in odio e avvelenata dalla gelosia. La sovrana che durante l’assenza del marito ha governato con mano salda lo stato, prende rapida la decisione fatale: il delitto è l’unica via, davanti all’indifferenza e alla freddezza di Agamennone, reo di reiterate infedeltà, che reagisce alla rivelazione e al sospetto di una liaison con Egisto con ironia grossolana, senza furia e loda invece le sue virtù domestiche, incapace di riconoscere in lei la donna di un tempo, l’antica fanciulla e la sposa amata.
Sul palco, Miana Merisi dà voce all’amarezza e all’ira della regina tradita, alla sua delusione e alla sua feroce ansia di vendetta, rievocando in un intenso e coinvolgente monologo, quasi una confessione davanti a un ipotetico tribunale, i momenti significativi della sua storia, dall’infanzia e l’adolescenza, con una severa educazione per prepararsi al ruolo di moglie e madre, fino all’incontro con l’uomo del destino, il primo e l’unico amore della sua vita, perché «esiste un solo uomo al mondo: il resto, per ogni donna, non è che un errore o un malinconico surrogato». Sullo schermo della memoria scorrono le immagini del passato, come in un flashback, tra i giochi di seduzione e la virile e statuaria bellezza dell’uomo costantemente al centro dei suoi pensieri, eppure sfuggente e inafferrabile come un sogno o un miraggio, uno straniero diventato suo marito ma per lei indecifrabile e ancora sconosciuto, a sua volta incapace di comprenderla e di considerarla come donna, al di fuori del loro legame nuziale.
«Clitennestra è un personaggio universale e contemporaneo, percorre il nostro presente, è vivo oggi come ieri» – afferma la regista Maria Assunta Calvisi –. «La tragedia greca si fa magma vitale e prende forma problematica e aperta nelle parole della Yourcenar che suggeriscono nuove suggestioni e nuovi percorsi anche tortuosi e sorprendenti: la vendetta? Certo! Ma anche l’amore irriducibile, disperato, ossessivo, e poi la fragilità, l’insicurezza, la solitudine». La creatura appassionata e piena di fuoco che scopre l’amore tra le braccia dello sposo e sperimenta le gioie del matrimonio, come l’emozione della maternità, dedicandosi interamente a quell’uomo fino al punto di accettare la perdita di una figlia, vede infrangersi quell’illusione di felicità quando spinto dall’inquietudine e dall’ambizione il marito parte per una guerra contro la città di Troia, alla guida dell’esercito degli Achei. Inizia per lei il tempo dell’attesa, lo stillicidio di giorni, ore e minuti prima di poter rivedere e riabbracciare quell’uomo, il primo e il solo vero amore della sua vita, mentre insieme alle notizie dal fronte giunge l’eco dei pettegolezzi: nella sua solitudine Clitennestra prova a reinventarsi il volto e la figura di lui, ne assume i compiti e le funzioni, governando in sua vece, e trova un breve conforto tra le braccia di Egisto, un «figlio nato dall’assenza» di cui asseconda prodigalità e vizi, pronta a dimenticarlo (e perfino a immolarlo) al ritorno del suo eroe, mentre trascorre impaziente le ore prima dell’alba spiando dalla torre i segnali della vittoria. La delusione è ancor più cocente per lei che fino all’ultimo si era cullata nell’illusione di poter cancellare quegli anni di guerra e riprendere la propria esistenza nel punto in cui s’era interrotta, per ritrovare la dolcezza e il piacere dei primi amplessi, insieme allo splendore della giovinezza: lo specchio rimanda l’immagine del suo volto segnato di rughe con i capelli ingrigiti e dalla nave sbarca un uomo invecchiato e appesantito, con accanto una nuova compagna…
Clitennestra uccide colui che ama, con la complicità di Egisto, e va incontro a testa alta all’inevitabile condanna per il duplice omicidio, perché anche Cassandra cade vittima di quell’impeto di gelosia. Un delitto che rovescia i canoni del più diffuso e tristemente attuale femminicidio, pur con analoghi presupposti e moventi: Clitennestra si confessa assassina “per amore”, ma afferma con certezza «quell’uomo io lo ritroverò in qualche angolo del mio inferno». Neppure la morte spegne l’incendio che le arde in cuore, quella passione, più simile a un’ossessione continua a divorarla e il suo destino è destinato a ripetersi, nell’eternità. “Why Clitemnestra, why?” fin nel titolo si interroga sulle ragioni che inducono una donna (o più spesso un uomo) a credere di non poter più vivere senza la persona amata, al punto da “punirla” con la morte: l’arte non offre risposte, ma pone domande spesso cruciali, mette l’accento sui dilemmi etici ed esistenziali, cerca di comprendere come si possa, “per amore”, spingersi al di là del bene e del male, per addentrarsi nei territori della follia.
PROSSIMI APPUNTAMENTIIl sipario della Stagione 2023-2024 di Teatro Senza Quartiere si chiude su un’antologia di racconti e canzoni d’amore: sabato 18 maggio alle 20.30 al TsE di Is Mirrionis a Cagliari va in scena “Sotto Voce”, concerto-spettacolo ideato, scritto e interpretato da un’istrionica Rossella Faa, apprezzata e eclettica cantante e compositrice, attrice e performer, protagonista sulle note della chitarra di Giacomo Deiana e del contrabbasso di Angelo Nicola Cossu, suoi compagni di viaggio in questa esplorazione degli incerti confini del sentimento più universale. Variazioni sul tema, fra parole e note, con il nuovo progetto dell’artista di Masullas, che propone la sua personalissima, e ironica, visione dell’amore tra riflessioni e confessioni, storie emblematiche e utili suggerimenti per affrontare le tempeste della vita ma soprattutto i capricci del cuore. Rossella Faa indaga le contraddizioni dell’animo umano e la chimica delle emozioni, nel susseguirsi delle varie fasi, dall’innamoramento, magari con il classico coup de foudre, alle (quasi) inevitabili incomprensioni e delusioni, fino al disincanto, in una sorta di «apprendistato di questo sentimento chiamato “Amore” che – come afferma l’artista – più che un sentimento, sembrerebbe una sindrome complessa e articolata, fatta di batticuori, confusioni, bagliori improvvisi, ricordi e sensi di colpa. (Se poi ci aggiungi gli ormoni la frittata si fa da sé)». “Sotto Voce” è un originale e coinvolgente divertissement teatral musicale, un excursus tra grammatica dei sentimenti e regole dell’attrazione per ragionare sui “sintomi” e sugli effetti collaterali delle passioni e prendere almeno idealmente le distanze da quello che gli antichi consideravano un dio, Eros, armato di frecce, al cui dolce “veleno” è quasi impossibile resistere. Meglio (sor)riderci su.
La Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2023-2024 si inserisce nel progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 a cura del Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda – in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Eusebio di Cagliari e con il patrocinio e il sostegno dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e dell’Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Cagliari, e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Il TsE di Is Mirrionis a Cagliari ospita anche corsi e stages, oltre a rassegne e festivals, con spettacoli e concerti, proiezioni cinematografiche, mostre e incontri, e una serie di iniziative culturali rivolte al quartiere e alla città: in programma, oltre agli spettacoli della Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2023-2024, anche il Laboratorio Permanente sulle “Tecniche di Non Recitazione” diretto da Stefano Ledda per attori e allievi attori oltre al progetto “MonologArte” a cura di Stefano Ledda, incentrato sul lavoro sul personaggio in pièces “per voce sola”, con incontri settimanali e esito scenico finale al TsE.
Riparte dal TsE il progetto “Sardegna 2023-2024 – Rovinarsi è un Gioco” a cura del Teatro del Segno, per contrastare la diffusione del gioco d’azzardo patologico attraverso la forza espressiva e comunicativa delle arti della scena, con lo spettacolo “GAP / Gioco d’Azzardo Patologico – rovinarsi è un gioco” di e con Stefano Ledda, sulla storia emblematica di un giocatore di videopoker, con matinées per le scuole e recite serali per un pubblico adulto e per le famiglie, oltre agli incontri con esperti, psicologi e operatori dei SERD, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare specialmente le generazioni più giovani sulle insidie celate dietro un “innocuo passatempo” che può indurre, in determinate circostanze, una forma di “dipendenza” come una vera e propria droga.
Nel mese di giugno spazio a una nuova edizione di “Teatro e Marmellata”, la rassegna dedicata a giovanissimi e famiglie organizzata dal Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda che comprende anche laboratori a misura di bambine e bambini, mentre già dalla primavera il TsE ospita le prove di “Mommotti”, una nuova produzione dal libro di Teresa Porcella.
IL PROGETTO
Il TsE – spazio “ritrovato” e palcoscenico aperto alla città – è il fulcro di un progetto pluriennale di “teatro sociale”, nato con l’idea di offrire un’alternativa e un’opportunità agli abitanti del quartiere e in particolare alle giovani generazioni: un riuscito “esperimento” culturale, capace di intercettare e valorizzare risorse e talenti e insieme di rispondere a istanze e problemi, affrontando argomenti delicati e complessi come il gioco d’azzardo patologico e il fenomeno sempre più diffuso delle truffe ai danni degli anziani. L’arte della rappresentazione come sintesi del reale e proiezione dell’immaginario, capace di dar corpo ai sogni (e agli incubi) del mondo contemporaneo, con un palcoscenico “pulsante” di emozioni trasfigurate in parole, suoni e visioni e un luogo d’incontro e confronto parte integrante della vita culturale e sociale della comunità.
Tra le incertezze del presente, ma guardando al futuro: il progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” proseguirà per un altro quinquennio, in virtù della proroga della convenzione che affida lo storico cineteatro parrocchiale di Sant’Eusebio, ora divenuto TsE, al Teatro del Segno fino al 2026. Un teatro “abitato” che pure nei mesi difficili della pandemia, sempre nel rispetto delle regole e delle distanze, con uso di mascherine e sanificazioni, ha ospitato prove e allestimenti, rigorosamente “a porte chiuse”, e la nascita della nuova creazione del Teatro Tages.
La Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2023-2024 si inserisce nel progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 a cura del Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda – in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Eusebio di Cagliari e con il patrocinio e il sostegno dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e dell’Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Cagliari, e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Fondamentale l’apporto di partner e sponsor privati, a partire dal main sponsor IMOBILIANDO di Roberto Cabras che sostiene l’intero progetto quinquennale, come dell’azienda Fratelli Argiolas carpenteria metallica, grazie alla quale sono stati realizzati alcuni degli adeguamenti tecnici del palcoscenico e del teatro e il partner tecnico DUBS Organizzazione Tecnica per lo Spettacolo di Bruno Usai.
Il progetto “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 vede in prima fila, accanto al Teatro del Segno, il Comitato la Casa del Quartiere – Is Mirrionis, La compagnia Salvatore della Villa, La Parrocchia di Sant’Eusebio, il Teatro Tages, La Cooperativa Passa Parola, Il Teatro Impossibile, La società Cooperativa Tazenda, l’Accademia Internazionale della Luce, il Baracco Teatro dei burattini, l’Associazione Culturale Musicale Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt”, la Compagnia dei Ragazzini di Cagliari diretta da Monica Zuncheddu, e il CeDAC (Centro Diffusione Attività Culturali) che organizza il Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
La compagnia:
Il Teatro del Segno / Laboratorio di Produzione Teatrale nasce – il 12 Gennaio 2009 – dall’esigenza dei suoi fondatori e del direttore artistico Stefano Ledda, di dirigere in maniera più spiccata la propria produzione artistica e la propria attività didattica verso il teatro sociale e verso interventi mirati alla diffusione della cultura teatrale.
Il Teatro del Segno è una compagnia professionale di produzione, un gruppo aperto ai diversi aspetti dell’espressività che ricerca attraverso la sperimentazione di percorsi creativi diversi, il segno scenico indispensabile alla comunicazione dell’emozione e del senso.
Il Teatro del Segno cura progetti come “Rovinarsi è un Gioco” e “Senza Fiato” e organizza, oltre alla Stagione di “Teatro Senza Quartiere” e alla rassegna “Teatro e Marmellata” al TsE, il Festival “Percorsi Teatrali” a Santu Lussurgiu e il Festival “Palcoscenici d’ Estate” ad Allai, in collaborazione con “Intersezioni / rete di festival senza rete” a cura di Fed.It.Art. Sardegna.
INFO & PREZZI
“Teatro Senza Quartiere” – Stagione 2023-2024 – II tranche | marzo maggio 2024
abbonamento a 5 spettacoli
intero € 55,00 – ridotto* € 45,00 – ridotto studenti € 30,00
biglietti: intero € 13,00 – ridotto* € 10,00
(*) riduzioni per residenti nel quartiere di Is Mirrionis / under 25 e over 65 / abbonati CeDAC / spettatori Cinema Odissea
Card x 3 spettacoli a scelta € 30,00
Card x 2: acquistando 2 abbonamenti per la Stagione 2022-2023 di Teatro Senza Quartiere , si può richiedere 1 abbonamento omaggio alla Stagione di Teatro Ragazzi Teatro e Marmellata 2024
NB – Tra le iniziative, si rinnova il “biglietto sospeso” ispirato alla tradizione napoletana del “caffè sospeso”: chi lo desidera può acquistare il biglietto per uno spettacolo della Stagione di “Teatro Senza Quartiere” o della rassegna “Teatro e Marmellata” per regalarlo e metterlo a disposizione di chi non può permettersi di acquistarlo, rendendo così la cultura ancora più “sostenibile” e inclusiva per un teatro senza barriere.
per informazioni: e-mail: [email protected] – cell. 351.6862271 (anche whatsapp)