Unione Naz. Consumatori su Diritto alla riparazione: cosa cambia in Europa
Torniamo a discutere del diritto alla riparazione dei prodotti
Un argomento che spesso ci viene chiesto dai consumatori che si rivolgono agli sportelli della Sardegna, ma ora finalmente l’UE ha ratificato la direttiva che impone agli produttori, soprattutto quelli di dispositivi tecnologici, di adempiere agli obblighi in materia di riparazione, una sfida particolarmente difficile oggi, afferma Monica Satolli coordinatrice regionale dell’ Unione Nazionale Consumatori.
In un’epoca in cui la società si impegna sempre di più per diventare ecologicamente sostenibile, l’Unione Europea ha compiuto un significativo passo avanti nell’assicurare un futuro più verde per i suoi cittadini. I 584 voti favorevoli riflettono il desiderio dell’Europa di guidare questo cambiamento.
Ma cosa significa realmente il diritto alla riparazione?
È innanzitutto un invito a consumare in modo più consapevole: i beni non sono più considerati oggetti da sostituire periodicamente, bensì risorse il cui ciclo di vita può e deve essere prolungato. Le nuove normative impongono ai produttori di rendere le riparazioni non solo fattibili, ma anche convenienti economicamente per i consumatori. Sarà fornito un modulo europeo di informazioni per aiutare i consumatori a valutare e confrontare i servizi di riparazione.
Per agevolare ulteriormente il processo di riparazione, verrà creata una piattaforma online europea per aiutare i consumatori a individuare facilmente i centri di riparazione locali, venditori di prodotti ricondizionati e iniziative di riparazione comunitaria, come i repair café.
Ma quali sono gli obblighi per le imprese?
Con le nuove normative, l’UE impone ai produttori di fornire servizi di riparazione rapidi ed economici e di informare i consumatori dei loro diritti in materia di riparazione. Anche i prodotti ancora in garanzia legale beneficeranno di un’estensione di un anno, incoraggiando i consumatori a optare per la riparazione anziché la sostituzione. Una volta scaduta la garanzia legale, i produttori saranno comunque tenuti ad assistere i consumatori su prodotti comunemente riparabili come lavatrici, aspirapolvere e smartphone.
In futuro, potrebbe essere ampliato l’elenco delle categorie di prodotti coperti dalle disposizioni, consentendo ai consumatori di prendere in prestito un dispositivo mentre il proprio è in riparazione o di optare per un apparecchio ricondizionato.
Il mercato delle riparazioni è stato spesso trascurato e ostacolato da pratiche scorrette. Tuttavia, la nuova direttiva impone ai produttori di fornire i pezzi di ricambio necessari e di non introdurre ostacoli ingiustificati alle riparazioni, come il divieto di utilizzare parti di seconda mano o stampate in 3D.
Per abbattere ulteriori ostacoli…
Ogni Stato membro introdurrà strategie per promuovere il settore delle riparazioni, potenzialmente attraverso incentivi come buoni d’acquisto, finanziamenti per la riparazione o programmi educativi per aiutare i cittadini a riparare autonomamente i loro beni o a usufruire di spazi comunitari dedicati alla riparazione.
Ora spetta ai vari Paesi europei incorporare queste disposizioni nelle loro legislazioni nazionali entro due anni. Speriamo che parlare del diritto alla riparazione contribuisca alla lotta contro il consumo insostenibile e la mentalità dello scarto prosegue Satolli. Con questa mossa, l’Europa si pone come pioniere nel passaggio verso un’economia circolare, ma molto dipende dal modo in cui tutti noi, consumatori e imprese, accoglieremo queste nuove norme conclude Satolli.