19 giugno 1997, Palermo: il racket dell’estorsioni elimina l’imprenditore edile Angelo Bruno
La sua lotta contro il pizzo ricordata da una giovanissima studentessa calabrese.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani oggi propone la storia di Angelo Bruno, un imprenditore edile assassinato il 19 giugno 1997 a Palermo. Il motivo del delitto da quanto si presume è il racket delle estorsioni / pizzo a cui era soggetto Angelo. Il periodo che va dalla metà degli anni ‘90 all’inizio degli anni duemila è certamente una fase di riorganizzazione della criminalità in Sicilia, in quanto l’arresto di importanti uomini di spicco della mafia immediatamente dopo l’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino (Totò Riina nel 1993), il D.L. 8 giugno 1992 n. 306 – convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 1992, n. 356 – al fine di contrastare i legami politico-mafiosi, strettamente connesso con la fattispecie prevista dall’art. 416 bis, l’intensificarsi delle operazioni di contrasto alla criminalità, l’approvazione della legge n.109 del 7 marzo 1996 ““Disposizioni in materia di gestione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati”, la legge n. 108 del 1996 (Disposizioni in materia di usura) e il secondo è la legge n. 44/1999 hanno contribuito a ridisegnare un nuovo panorama socio politico in Sicilia e nel resto del Paese. In un contesto così complesso e travagliato venne assassinato l’ennesimo difensore del proprio lavoro: l’imprenditore Angelo Bruno.Oggi la giovanissima studentessa Beatrice Moschella della classe I sez. D del Liceo scientifico Filolao di Crotone ricorda Angelo così:
“Nella giornata di oggi ricordiamo il costruttore edile Angelo Bruno. Ci troviamo nella città di Palermo, correva l’anno 1997, e fu proprio qui che Angelo Bruno venne ucciso; le cause del suo delitto ancora oggi sono incerte. Si pensa che Angelo abbia ricevuto delle richieste di estorsione a cui non ha potuto far fronte. I familiari credono che sia morto nello stesso modo di Libero Grassi, un imprenditore catanese che si era rifiutato di pagare il “Pizzo” e per questo assassinato da Cosa Nostra. Angelo ha ricevuto delle minacce e non ne aveva parlato con nessuno, ma nell’ultimo periodo mostrava diverse preoccupazioni, che non erano legate solo alla crisi del settore edile. Sono state fatte molte ipotesi, fra le tante si pensa che Angelo Bruno sia stato ucciso da Salvatore Grigoli, uno dei killer che hanno assassinato Don Pino Puglisi il prete che nel quartiere di Brancaccio lottava per salvare i ragazzi dai richiami della Mafia, ma il killer negherà di aver compiuto il delitto dopo essere stato arrestato. Una storia che comunque lascia il segno nel nostro percorso di futuri cittadini.”
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa