Come vedi la stagione della Roma del prossimo anno?
“La Roma del prossimo anno non sarà una questione di allenatore, perché Daniele (De Rossi, ndr) sapevo già che fosse preparatissimo. Ma dipende tutto dai giocatori che gli prenderanno. Gli allenatori contano tanto, ma se non prendono loro i calciatori adatti, non possono diventare decisivi. Questo è quello che penso, ma lui è un grande tecnico e saprà farsi strada. La campagna acquisti dei giallorossi, per via degli Europei e della Coppa America, è ancora ferma. Ci sarà tempo per giudicarla”.
Hai conosciuto da vicino due grandi protagonisti del mondo del calcio, come Totti e Zeman. Ci racconti un aneddoto a testa significativo che li possa riguardare?
“Con Totti ho passato 7 anni intensissimi: l’aneddoto è quello del selfie ad un derby. La mattina mi chiese di portargli il telefono sotto la Curva Sud nel momento in cui avrebbe fatto goal (perché sapeva già che sarebbe successo). E così è andata. Zeman, appena lo conosci, ti può incutere timore perché ti scruta, ma quando inizia a tenerti in confidenza ed entri nelle sue simpatie diventa uno spasso. Quando si allenta la tensione e, magari, sei a cena con lui, è un uomo che ha la battuta prontissima, è una splendida persona. E poi posso dire che, nemmeno oggi, nessuno è riuscito a ricalcare o a ripercorrere certi suoi schemi così sublimi”.
Avendo lavorato da vicino con l’All-Nassr (come preparatore dei portieri), pensi che il calcio nei Paesi arabi possa crescere velocemente di qualità grazie alle possibilità economiche enormi esistenti in questi posti, o manca ancora la giusta cultura calcistica?
“Quando sono arrivato, sinceramente non pensavo di trovare un calcio già così avanti. (…) L’Arabia Saudita è un Paese enorme e straordinario, che ha già un’ottima nazionale, con dei giocatori validissimi. Il fatto di poter vantare, poi, già tanti calciatori ottimi che giocano nelle loro rispettive nazionali in Europa significa che il loro campionato è importante. Basti pensare a Cristiano Ronaldo, ma non soltanto a lui. Ho passato 9 mesi con il portoghese, è un professionista esemplare e impressionante. Ho potuto capire soltanto standogli vicino perché è così forte e ha vinto così tanto. Rimanendo nell’All-Nassr ed al mio settore, quello dei portieri, ho potuto lavorare con Ospina, ex Napoli e capitano della Colombia.In più, con i soldi che hanno si avvicineranno al livello del calcio europeo, io penso già dal 2030-2035″.