Sardegna. Giovani e lavoro, Tilotta (PD): L’Europa tuteli i diritti e sostenga la partecipazione e la progettualità dal basso con iniziative sempre più mirate per fronteggiare le difficoltà di inserimento lavorativo e la disoccupazione giovanile
Palermo, 6 giugno 2024. “L’8 e il 9 giugno in Europa bisogna riuscire a portare una precisa visione sull’insularità. Sardegna e Sicilia hanno risorse straordinarie ma anche grandi criticità: collegamenti inadeguati, spopolamento, emigrazione giovanile, sanità, cambiamento climatico e assenza di lavoro.”
Lo afferma in una nota Lidia Tilotta, candidata indipendente nelle liste PD alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno prossimi per la circoscrizione Isole.
“Dobbiamo pretendere un’Europa con un modello di welfare unico che riconosca uguali diritti per tutte e tutti, che non dipendano dalle coordinate geografiche del luogo in cui nasciamo. Un’Europa che tuteli i diritti e che sblocchi il cosiddetto ascensore sociale. Bisogna pensare a un piano per il lavoro che intervenga a livello europeo sui salari, sul rafforzamento della contrattazione collettiva, che intervenga sulle questioni della sicurezza e che dia nuovi diritti per i nuovi lavori – prosegue Tilotta -. Il Parlamento europeo deve occuparsi di grandi questioni ma deve avere anche un’altra capacità: quella di ascoltare i territori e i loro bisogni, chi non riesce ad arrivare a fine mese, chi si sente solo e ha smesso di credere nella democrazia. L’ascolto va trasformato in progettazione e restituito ai territori.
Chi sta in Europa, i parlamentari europei, devono dialogare con gli altri livelli istituzionali e deve connettere le reti produttive, lavorative e associative che già esistono e fanno tanto ma spesso nella assoluta solitudine. Solo così costruiremo partecipazione e progettualità dal basso, questa è la vera riforma della politica.
La Sardegna, dove c’è un’emorragia di abitanti, soprattutto nei paesi dell’interno, tra mancanza di servizi e di lavoro, anno dopo anno si spopola sempre di più. I giovani emigrano in cerca di condizioni migliori: sono 3.500 quelli che ogni anno lasciano l’Isola, il 90 per cento di loro proviene dai territori dell’interno. Nei comuni più piccoli una casa su tre è vuota, mancano servizi come farmacie, uffici postali, negozi di alimentari.
Secondo i dati della CNA-Sardegna, si assiste soprattutto a una preoccupante migrazione studentesca. Se nell’anno accademico 2010-2011 gli universitari erano 47.464 in quello 2021- 2022 il dato è sceso a 35.642 (più di 11mila in meno). Senza contare il dimensionamento scolastico attuato dall’ex giunta regionale, che per l’anno 2024-2025 ha deciso di chiudere 36 delle 270 autonomie scolastiche presenti sul territorio regionale per far fronte a quello che viene chiamato ‘inverno demografico’.
Cosa vogliamo fare per invertire il trend? Ma soprattutto: che posto può avere la Sardegna in Europa e per tutti i giovani europei ed europeisti dalla nascita? Le iniziative europee ci sono e vanno sostenute e incoraggiate (migliorate dove serve) per fronteggiare le difficoltà di inserimento lavorativo e la disoccupazione giovanile. Penso ad esempio al programma Garanzia per i giovani di cui l’Italia, che ha una disoccupazione giovanile superiore al 25 per cento, è già beneficiaria. Ma anche a iniziative che possano finanziare politiche attive di orientamento, istruzione, formazione e inserimento al lavoro a sostegno dei giovani che non sono impegnati in un’attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo.
Per l’Università, infine, occorre sostenere politiche europee che tendano a uniformare i diritti di dottorandi e giovani ricercatori e che cancelli gli stage non retribuiti e di scarsa qualità come il PD ha chiesto iniziando una battaglia nella passata legislatura. Anche qui bisogna fare rete – conclude Tilotta -, con le Università e i centri di ricerca del Mediterraneo e dell’Europa. Del resto, se parliamo di “generazione Erasmus” è per l’intuizione che l’Europa ha avuto come con il Next Generation EU. Mi auguro di poter portare avanti queste idee e questi progetti da Bruxelles ma mi auguro prima ancora che l’astensionismo il prossimo 8 e 9 giugno possa avere una battuta d’arresto. E possa averla grazie alla partecipazione dei giovani italiani ed europei.”
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