Un evento promosso dal Nucleo di Ricerca sulla Desertificazione – NRD e dal network DesertNet International per celebrare la Giornata mondiale contro la desertificazione (DD-day 2024).
Quando e dove: Giovedì 20 giugno, ore 12:00-15:00. L’evento, in lingua inglese, è aperto a tutte le persone interessate e si svolgerà online su piattaforma zoom: https://us06web.zoom.us/j/82532715000
Giovedì 20 giugno 2024 – “Lottare contro la desertificazione: storie di successo dal continente africano”
SASSARI. Il Nucleo di Ricerca sulla Desertificazione (NRD) dell’Università di Sassari, in collaborazione con DesertNet International (DNI) e con il patrocinio della Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione – UNCCD (United Nations Convention to Combat Desertification*), celebreranno la Giornata mondiale contro la desertificazione (DD-day 2024) giovedì 20 giugno, con un evento internazionale online.
La Giornata mondiale per la lotta contro la desertificazione e la siccità (DD-day 2024), istituita nel 1994 dalle Nazioni Unite ogni 17 giugno, intende promuovere la consapevolezza pubblica degli sforzi internazionali per combattere la desertificazione, la perdita di fertilità del suolo e il conseguente degrado delle risorse naturali causati dalle attività umane (inquinamento, eccessivo sfruttamento delle terre, sovrapascolamento, deforestazione, incendi, irrigazione con acque saline).
Quest’anno il tema della giornata è “United for Land. Our Legacy. Our Future”, che sottolinea il ruolo fondamentale della protezione del territorio: la nostra risorsa più preziosa, che garantisce stabilità e prosperità a miliardi di persone in tutto il mondo. È in gioco il futuro della nostra terra. Entro il 2050, 10 miliardi di persone condivideranno il nostro unico pianeta. Eppure, ogni secondo, una superficie di suolo equivalente a quattro campi da calcio subisce un processo di degrado: 100 milioni di ettari ogni anno!
La cura della terra è una responsabilità intergenerazionale
La desertificazione e la siccità sono tra le cause principali dei fenomeni di migrazione forzata. Per millenni, i nostri antenati hanno mantenuto un legame profondo con il territorio. Questa connessione è fragile e sempre più persone si trasferiscono nelle città. Degli 8 miliardi di persone nel mondo, oltre un miliardo di giovani sotto i 25 anni vive nei paesi in via di sviluppo, e dipendono direttamente dalle aree rurali per il proprio sostentamento. Se la tendenza attuale non verrà invertita, trasmetteremo loro un’eredità fatta di terre degradate e di opportunità perdute, mettendo a repentaglio il loro futuro. Gli impegni globali per il ripristino del territorio possono essere raggiunti solo con il coinvolgimento dei giovani, che hanno il potere di trasformare le proprie comunità avviando iniziative di cambiamento. L’UNCCD riconosce i giovani quali protagonisti del cambiamento: il c.d. “Caucus dei Giovani” dell’UNCCD ha assunto un ruolo centrale nel portare la voce dei giovani alle Conferenze delle Parti (COP) e in altri organi decisionali. In vista della COP16 dell’UNCCD, che si terrà a Riyadh, in Arabia Saudita nel dicembre 2024, i giovani negoziatori riceveranno una formazione approfondita per abilitarli affinché diventino i futuri decisori sui temi legati alla terra e alla siccità.
Lavori verdi per i giovani: è necessario creare opportunità di lavoro per i giovani, soprattutto nelle zone rurali. La gestione sostenibile del territorio apporta benefici sia alla natura che alla crescita economica. La creazione di prospettive di lavoro per le popolazioni rurali è una soluzione praticabile, che offre alle persone l’accesso opportunità di eco-imprenditorialità. Le tecnologie legate alla gestione sostenibile del territorio sono già disponibili: hanno solo bisogno di essere tradotte a livello locale per creare soluzioni adeguate, accettabili dal punto di vista socio-culturale e che impieghino risorse disponibili a livello locale. Favorire il ruolo dei giovani quali motori di innovazione potrà liberarne il grande potenziale e far nascere pratiche innovative nel ripristino del territorio.
I popoli indigeni e le comunità locali, che rappresentano circa la metà della popolazione mondiale, sono spesso colpiti in maniera sproporzionata dal degrado del territorio: devono quotidianamente affrontare ostacoli nel riconoscimento dei loro diritti fondiari e della partecipazione paritaria nei processi decisionali. Eppure, queste comunità svolgono un ruolo chiave nella protezione dell’ambiente, e nell’uso sostenibile del territorio a lungo termine: le zone gestite dalle comunità locali sono generalmente caratterizzate da tassi più bassi di deforestazione e di degrado del territorio. È, quindi, fondamentale assicurarsi che questo patrimonio di conoscenza venga preservato e condiviso a beneficio di tutta umanità.
Combating desertification: success stories from across the African continent
To celebrate the 30th anniversary of UNCCD, the Desertification Research Centre – NRD and DesertNet International co-organize an event on: “Combating desertification: success stories from across the African continent”
The event will take place on-line (Zoom) on June 20, 2024, between 12 and 15 CET. The first session (Chairperson: François Tapsoba, UNCCD Regional Technical Advisor for West and Central Africa) includes a series of 15-min presentations on the following case studies from MENA, Sahel and Sub-Saharan Africa:
12.15: Mongi Ben Zaied, Institut des Régions Arides (IRA) de Médenine, Tunisia: Water Harvesting Techniques for recharging the Triassic Aquifer in arid regions, Southern Tunisia
12.30: Qussay Abu Dawas and Asia Khalil, We-World-GVC – Palestine: Non-conventional water reusage in agriculture: experiences from Palestine
12.45: Rémi Hémerick, SOS Sahel International: SOS SAHEL’s Green Initiative, a Great Green Wall program from the field to the market
13.00: Mohamedou Ould Baba Sy, Observatoire du Sahara et du Sahel: Feedback from the OSS programs: adaptation to the effects of climate change and drought
13.15: Cécile Harmonie Otoidobiga, Norbert Zongo University, Burkina Faso: Organic amendments and beneficial microbes utilization as sustainable tools to contrast soil degradation: case of Burkina Faso
13.30: Giovanna Seddaiu, NRD – University of Sassari: Integrating traditional knowledge with innovative agricultural strategies in Sub-Saharan cropping systems: the EWA-BELT experience
13.45: Elvis Paul Tangem, Coordinator for the Great Green Wall Initiative at the African Union Commission:
Great Green Wall Initiative 2.0. The New GGWI Strategy and 10 Years Implementation Framework
14.00-14.10: Virtual coffee break
14.10: A round table (Moderator: Ndeye Fatou Mar, Director of the Land and Biodiversity Department, Observatoire du Sahara et du Sahel – OSS) will come next, with representatives of the following institutions: DesertNet InternationaI – DNI (Kakha Nadiradze, Chair), La Route du Sel et de l’Espoir (Youssef Brahimi, President), French Scientific Committee on Desertification – CSFD (Jean Luc Chotte, Chair), UN University for Peace – UPEACE (Mohamed Osman, Sub-Regional Representative of UPEACE and National Executive Economic Advisor to the President of Somalia), One Planet Fellowship Programme – Agropolis Fondation (Ly Yann Kauv and Camille Rannou), African Union Semi-Arid Food Grain Research and Development (Mamadou Koutou, Senior Research and Programme Officer SAFGRAD).
15.00: Closing remarks
(Zoom link to attend: https://us06web.zoom.us/j/82532715000)
*Per approfondimenti: https://documenti.camera.it/Leg17/Dossier/Pdf/ES0338inf.pdf
Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione
La Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione (UNCCD – United Nations Convention to Combat Desertification in Those Countries Experiencing Serious Drought and/or Desertification, particularly in Africa) è stata adottata il 17 giugno 1994 a Parigi dal Comitato intergovernativo istituito ad hoc, il 22 dicembre 1992, dalla risoluzione 47/188 dell’Assemblea Generale. La Convenzione è stata aperta alla firma dal 14 ottobre 1994 al 13 ottobre 1995; in tale arco temporale è stata firmata da 115 Paesi – l’Italia tra questi, il 14 ottobre 1994 – che l’hanno successivamente ratificata (l’Italia con la legge n. 170 del 4 giugno 1997).
La Convenzione, che ha durata illimitata, è in vigore a livello internazionale dal 26 dicembre 1996. Sono ad oggi Parte della Convenzione tutti i membri delle Nazioni Unite in quanto anche i Paesi non firmatari hanno esercitato l’opzione di accesso allo strumento pattizio. L’Unione Europea è parte della Convenzione dal 26 marzo 1998.
UNCCD è l’unico accordo internazionale giuridicamente vincolante che collega l’ambiente e lo sviluppo alla gestione sostenibile del territorio. La Convenzione affronta specificamente le zone aride, semi-aride e sub- umide secche, note come drylands, dove sono situati alcuni tra gli ecosistemi e le popolazioni più vulnerabili. Le 196 Parti della Convenzione cooperano in vista del miglioramento delle condizioni di vita delle persone che abitano le drylands, per mantenere e ripristinare la terra e la produttività del suolo e per mitigare gli effetti della siccità. La UNCCD privilegia un approccio bottom-up e quindi favorisce la partecipazione delle popolazioni locali nella lotta contro la desertificazione e il degrado del terreno.
Il Segretariato permanente della Convenzione è stato istituito dall’articolo 23 della UNCCD e dal gennaio 1999 è basato a Bonn, in Germania. Il Segretariato permanente dell’UNCCD facilita la cooperazione tra paesi sviluppati e PVS, in particolare sui temi della conoscenza e del trasferimento tecnologico per la gestione sostenibile del territorio. Obiettivo della Convenzione è combattere la desertificazione e mitigare gli effetti della siccità nei paesi colpiti da grave siccità e/o desertificazione, con particolare urgenza in Africa, attraverso azioni concrete a tutti livelli, incluse attività di cooperazione internazionale e accordi di partenariato, per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile nelle aree affette. Tale obiettivo viene perseguito attraverso strategie di sviluppo a lungo termine che devono concentrarsi simultaneamente sul miglioramento della produttività del suolo e sulla riabilitazione, la conservazione e la gestione sostenibile delle risorse del territorio e delle acque, per un miglioramento delle condizioni di vita soprattutto a livello comunitario.
Attesa la profonda interconnessione tra terreno, clima e biodiversità, ed anche per reagire a sfide complesse con un approccio integrato, la UNCCD collabora strettamente con le altre due convenzioni originate dal Rio Earth Summit del 1992, che anche di UNCDD è stato la cornice; la Convenzione sulla diversità biologica (CBD- Convention on Biological Diversity) e la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC-United Nations Framework Convention on Climate Change).
Gli obblighi dei Paesi affetti sono descritti all’art. 5 della Convenzione e consistono nelle seguenti attività: accordare debita priorità alla lotta contro la desertificazione ed all’attenuazione della siccità e devolvervi risorse sufficienti in rapporto alla situazione ed ai mezzi; stabilire strategie e priorità, nell’ambito dei piani o delle politiche di sviluppo sostenibile, per lottare contro la desertificazione ed attenuare gli effetti della siccità; operare per rimuovere le cause profonde della desertificazione e prestare attenzione particolare ai fattori socio- economici che contribuiscono a tale fenomeno; sensibilizzare le popolazioni locali, in particolare le donne e i giovani, e facilitare la loro partecipazione, con l’appoggio delle organizzazioni non governative, all’azione condotta per lottare contro la desertificazione e attenuare gli effetti della siccità; creare un contesto propizio rafforzando la pertinente legislazione e, qualora non esista, adottando nuove leggi ed elaborando nuove politiche a lungo termine e nuovi programmi d’azione.
L’UNCCD prevede la predisposizione di piani di azione nazionale (PAN) finalizzati allo sviluppo sostenibile con l’obiettivo di ridurre le perdite di produttività dei suoli causate da cambiamenti climatici e attività antropiche. Quanto alla struttura della Convenzione, la Conferenza delle Parti (COP), che comprende tutte le Parti della Convenzione, ne è l’organo decisionale supremo. Le prime cinque sessioni della COP hanno avuto cadenza annuale (dal 1997 al 2001) mentre dal 2001 le sessioni si svolgono su base biennale. La prossima COP 16 si svolgerà a Riyadh, Arabia Saudita, tra il 2 e il 13 dicembre 2024 (https://www.unccd.int/cop16).
Organismi sussidiari della COP sono la Commissione per la scienza e la tecnologia (CST) istituita ai sensi dell’articolo 24 della Convenzione come piattaforma per la collaborazione scientifica sotto l’UNCCD ed il Comitato per l’esame dell’attuazione della Convenzione (CRIC) istituito in occasione della COP 5 (2001) incaricato della regolare revisione dell’attuazione della Convenzione.