Respiro#4 – Festival nomade di arti performative, di Sardegna Teatro
Respiro per il gran finale del 29 giugno si sposta a Campidarte
Cagliari – Campidarte
SS 128 Km 3
Località Monte Assorgia
Ussana/Sardegna
Italy
un progetto di Sardegna Teatro
Programma completo al sito: https://www.giornatedelrespiro.it/
con:
Basel Zaraa, Thjerza Balaj, Bono/Burattini, putacaso e hari, Alberto Marci & Laura Farneti, Andrea Melis
Marco Tè, Violetta Cottini e Carlotta Sofia Grassi, Filippo Gonnella, Sara Saccotelli x Creative Campus
Gran finale Respiro #4 – 29 giugno a Cagliari – Respiro#4 – Festival nomade di arti performative
Cagliari, 27 giugno 2024 – Respiro #4 si prepara al gran finale del 29 giugno e si sposta per l’occasione a Campidarte, centro propulsore di linguaggi ed espressioni che spaziano tra arte, design e agricoltura sostenibile.
Respiro #4 – Festival nomade di arti performative, organizzato da Sardegna Teatro, n linea con la sua natura nomade e diffusa, porta a Ussana da Campidarte una serie di eventi che attraversano diversi linguaggi, dalle installazioni alle performance ai live musicali.
Ultima occasione per esperire la performance Dear Laila di Basel Zaraa, artista palestinese che risiede nel Regno Unito, il cui lavoro utilizza i sensi per avvicinare il pubblico alle esperienze di esilio e guerra, e che crea arte per affrontare, esprimere e comprendere il trauma che la sua comunità vive.
Dear Laila condivide l’esperienza palestinese dello sfollamento e della resistenza attraverso la storia di una famiglia, mettendo in luce come la guerra e l’esilio infiltrino il quotidiano e il domestico. In questa installazione intima e interattiva per uno spettatore alla volta, si ha l’occasione di esplorare un modello della casa in cui Zaraa è cresciuto, aprire i cassetti, sfogliare gli album fotografici, guardare le foto appese al muro, per sulle storie di questa famiglia, nascoste alla vista di tutti.
Altra ospite internazionale di questa edizione di Respiro è la coreografa Thjerza Balaj che arriva a Cagliari con la sua performance Ruzalka. Nel folklore slavo, la rusalka è un’entità tipicamente femminile, spesso maliziosa nei confronti dell’umanità e frequentemente associata all’acqua. Il suo interesse è attrarre giovani uomini nelle profondità dei corsi d’acqua, dove intreccerà i loro piedi con i suoi lunghi capelli e li affonderà. Nella performance Ruzalka, l’interprete diventa una personificazione di questo ibrido, incarnando un personaggio fittizio, attingendo sia da storie personali che da narrazioni sociali. Il lavoro ruota attorno allo sguardo femminile, il possesso, l’indagine sul mistico e alle strutture di potere.
Accolgono il pubblico due installazioni: Al parco si muore per amore o per noia. Una prova di traduzione di Marco Tè (Creative Campus) che riflette sulle possibili traduzioni della poesia in forma d’azione, di corpi e colori – al di là della parola; e Transparent di Alberto Marci & Laura Farneti che esplora le possibilità dello spazio invisibile che sta tra i corpi, le cose e le intenzioni che lo occupano, lo vedono, lo toccano.
Violetta Cottini e Carlotta Sofia Grassi, artiste di Creative Campus, presentano il proprio lavoro dal titolo Chincaglierie: una performance per 5 persone per volta che invita il pubblico ad attraversare un luogo abitato da oggetti apparentemente insignificanti col tentativo di dare vita a un altrove.
La chiusura del festival è affidata alla musica con il concerto di Bono/Burattini e il dj set di Putacaso e Hari. Bono/Burattini è il nuovo progetto creato da Francesca Bono, cantante di Ofeliadorme e membro del collettivo Donnacirco, e Vittoria Burattini, batterista e componente storica dei Massimo Volume. Entrambe bolognesi, la loro ricerca musicale si espande tra elettronica, minimalismo, avanguardia.
Per tutta la settimana sarà visitabile l’installazione di Sara Saccottelli Parigi Nera: in una stanza, ciascun tavolo custodisce fotografie che vanno raggiunte, toccate, rivoltate, scelte. Il suggerimento è viaggiare attraverso i numeri, i cammini, le soste. Aggirarsi in un archivio fisico, diffondere il tempo, diluire lo spazio. Ogni persona può prendere una fotografia e portarla via con sé.
Disponibile online l’intervento artistico di Filippo Gonnella, Eel to Eel, uno dei lavori risultanti dal progetto Creative Campus.
Respiro si pone come piattaforma aperta, che riverbera una pratica di condivisione degli immaginari sul lungo termine. L’idea è di ampliare quanto più possibile la rete di soggettività implicate, con il coinvolgimento di realtà attive sul territorio, come il Pride di Cagliari, Fuorimargine Centro di produzione di danza della Sardegna, Carovana SMI e molti altri, e dal punto di vista delle geografie, delle tematiche e dei linguaggi scenici.
Proprio per arricchire le visioni proposte sono presenti in programma opere che guardano al mondo Queer, alle persone marginalizzate per questioni di genere, provenienza o disabilità.
Respiro conferma la sua attenzione per creatività emergenti e ai talenti del territorio, percorso di ricerca è presente isoprattutto attraverso la restituzione degli esiti finali di Creative Campus, progetto con cui Sardegna Teatro sceglie di guardare al futuro delle arti performative e celebrare i suoi 50 anni, dando vita a un’accademia dedicata alla formazione e alla ricerca, sostenuta dal Ministero della Cultura.
Con Creative Campus, Sardegna Teatro offre un percorso di formazione teorico-pratica nelle arti performative, a un gruppo di artisti e artiste, coinvolte in un perfezionamento di alto profilo professionale, creativo e cross-mediale, dal respiro internazionale e in dialogo con le nuove tecnologie.
Come scrive Giulia Muroni, che cura il progetto artistico del festival Respiro di Sardegna Teatro: “Respirare è una conversazione con il paesaggio, una attività del vivente che anima l’ambiente, poiché da esso trae pulsazioni e possibilità, in una interdipendenza che poggia su un metabolismo cosmico. Si tratta di un processo poroso: per respirare occorre aria, qualità di legami, di futuri possibili, contesti in cui molte altre persone possono respirare, sperare, e sentire di poter respirare in e attraverso l’altrə, in una reciproca accoglienza. La respirazione impegna tutti gli esseri viventi, contamina il mondo con le esistenze e viceversa dunque compromette, conduce a una messa in gioco collettiva.
Come possono le arti performative ritagliare le proprie (cre)azioni sul presente, mostrarne le ferite, rivendicarne la vulnerabilità esposta?
Senza desideri di esaustività, la quarta edizione del festival Respiro raccoglie e propone artistə che interrogano il contemporaneo con quesiti incalzanti e modalità indocili.
Di Cagliari si mostrano ferite e complessità, dell’arte conflitti irrisolti e lotte gioiose”.