L’economia della Gallura brilla ma le lacune del territorio non vengono colmate
L’economia della Gallura brilla ma le lacune del territorio non vengono colmate. Infrastrutture, sanità, spopolamento e tensioni sociali. Marina Manconi Presidente di Confartigianato Gallura: “Stiamo nascondendo la polvere sotto il tappeto”. Messaggio delle imprese alla Politica Regionale: “Necessario un patto di sviluppo con i territori e le aziende per garantire orientamento e prospettive per il futuro”.
L’economia della Gallura batte forte ma all’orizzonte si addensanonubi che creano più di una preoccupazione agli imprenditori del nord
est della Sardegna.
Se da una parte c’è un sistema economico che brilla più che in tutto
il resto dell’Isola, dato dalla crescita del numero delle imprese e
dell’occupazione, dal turismo e dai servizi collegati, dall’altra
parte ci sono carenze, come quelle legate alle infrastrutture viarie,
alla sanità o allo spopolamento dei piccoli contri, che faticano a
essere colmate che fanno riflettere il tessuto imprenditoriale e i
cittadini galluresi. Senza dimenticare le tensioni sociali che si
fatica a tenere nascoste.
“Il dibattito di questi giorni e, in particolare, le analisi da parte
di Banca d’Italia, ci hanno spinto a intervenire come Organizzazione
Territoriale di rappresentanza sul ruolo e sulle prospettive del
nostro territorio – afferma Marina Manconi, Presidente di
Confartigianato Imprese Gallura – perché il compito di un’Associazione
imprenditoriale come la nostra, è quello di essere, non solo un
interlocutore di informazioni e servizi a favore delle piccole
imprese, ma di svolgere un ruolo più complesso di attore sociale di un
territorio. Questo per portare un contributo su ciò che riteniamo
utile al raggiungimento degli obbiettivi di crescita e sviluppo delle
realtà imprenditoriali che rappresentiamo e delle famiglie di
lavoratori che con essi operano”.
Per Confartigianato Gallura e la Giunta Territoriale, i numeri che
sono stati divulgati pochi giorni fa sul nord est, che esprimono un
fenomeno in controtendenza rispetto al territorio regionale, ancora
più lusinghieri rispetto a quelli di altre zone dell’Isola, non devono
far distogliere lo sguardo da un quadro più articolato, e foriero di
più di una preoccupazione per l’economia locale e gli addetti.
“Ci chiediamo ancora per quanto tempo la nostra area riuscirà a
mantenere i buoni indicatori di crescita nonostante le gravi carenze
infrastrutturali viarie, nonostante una sanità che è ai minimi termini
per numero di posti letto, in crisi perenne per quanto riguarda
l’assistenza in diversi reparti fondamentali come la stroke unit, per
citare solo la più eclatante, o i pronto soccorso dei diversi presìdi
– prosegue la Manconi – per non parlare della discesa agli inferi
durante la stagione turistica con una massa di domanda impossibile da
supportare per il sistema sanitario gallurese”. “Non dobbiamo farci
ingannare dal nudo dato statistico di una popolazione che cresce e un
saldo imprese che aumenta – continua – non serve essere un demografo o
un economista per osservare come il cosiddetto “effetto ciambella”
stia assumendo dimensioni preoccupanti”.
L’analisi dice che se alcuni centri costieri rilevano una attrattività
sempre crescente, quelli più interni rispetto a Olbia sono in profonda
difficoltà a causa di indici demografici che stagnano o diminuiscono,
e servizi pubblici e privati sempre più difficili da garantire. Tutti
“fattori spia”, che devono indurre a una riflessione e, in termini
propositivi, a un allarme, rilevati quotidianamente dalle sedi
periferiche di Confartigianato, attraverso i rapporti diretti con la
popolazione e con un sistema di imprese ben radicato.
Le incertezze che emergono, e che vengono nascoste come la polvere
sotto il tappeto, sono tante e importanti: dal problema abitativo a
quello dei rifiuti e dell’ambiente, dalla formazione all’offerta
scolastica ai vari livelli, dai servizi sempre più insufficienti alla
crescita devastante dei prezzi, solo per citare i più rilevanti. Senza
dimenticare le tensioni sociali latenti, frutto di un bellissimo, ma
non sempre facile, mix di accoglienza di diverse provenienze e
culture.
“Per un occhio disattento, questi potrebbero non essere temi
specificamente di rilevanza diretta per un’Organizzazione di piccole
imprese e di artigiani – rimarca la Manconi – in realtà è necessario
superare questo retaggio e questa visione a compartimenti stagni
perché le carenze del territorio riverberano i loro effetti su tutto
il contesto. Come è ormai noto a tutti gli addetti ai lavori, perché
ci sia attrattività e continuità nello sviluppo è necessario che si
formi un ecosistema favorevole e non possono mancare in un contesto
territoriale alcuni elementi che non sono direttamente connessi al
sistema impresa, ma che con esso hanno fitti e strettissimi legami”.
Per la Giunta di Confartigianato Gallura è ineludibile che la Regione
crei le condizioni per un patto per lo sviluppo che non lasci indietro
nessuno dei territori, che dia supporto anche ai centri più fortunati,
perchè soprattutto questi sono “condannati” a gestire uno pseudo
sviluppo che lascia sul tavolo problemi nuovi e spesso non gestibili
in autonomia.
Per questi motivi l’Organizzazione Artigiana gallurese lancia due
appelli-sollecitazioni: “Ai Sindaci locali per essere uniti, al di là
dei colori politici e delle singole esigenze comunali, per portare
avanti le istanze territoriali per un interesse di maggiore respiro –
– conclude la Presidente – al Governo Regionale affinché trovi un
momento di incontro per ragionare con i portatori di interessi del
territorio e dei vari comparti, come le Associazioni Imprenditoriali,
per dare un segno di orientamento e di governance, indispensabile per
garantire una prospettiva nel tempo e per orientare le scelte in
maniera saggia per il futuro”.