Durante il periodo romano, le antiche chiese lungo le sponde dei fiumi Lanessi e Pau erano punti di riferimento per gli abitanti, e durante l’evento, queste chiese hanno risuonato di nuovo di vita con la presenza dei visitatori curiosi di scoprire la storia e l’architettura sacra di Segariu.
Il tardo Medioevo ha lasciato il segno sull’attuale Segariu, con le sue chiese come S’Antonio da Padova, San Giorgio Martire e San Sebastiano, che hanno aperto le loro porte durante l’evento, permettendo ai visitatori di immergersi nell’atmosfera mistica e spirituale di queste antiche costruzioni.
La Chiesa di Sant’Antonio da Padova è un capolavoro architettonico risalente al periodo tra il 1200 e il 1300. Costruita dai Benedettini in stile romanico su un antico pozzo sacro nuragico, mostra influenze gotiche con archi a doppia ghiera e a sesto acuto. Dedicata inizialmente a San Benedetto da Norcia, nel 1479 il culto di Sant’Antonio da Padova vi fu introdotto. Nel 1584 furono aggiunte sacrestia e porticati, mentre nel 1772 la muratura fu sollevata. Nel 1922 e nel 1934 furono eseguiti ulteriori restauri e nel 1934 la chiesa fu dichiarata monumento nazionale. Oggi è un importante luogo di devozione e spiritualità, conservando la sua ricca storia e il suo legame con la tradizione religiosa locale.
La Chiesa di San Sebastiano, dedicata al martire cristiano protettore contro la peste, ha una storia ricca di significato e di cambiamenti nel corso dei secoli. La sua fondazione risale a parecchi secoli fa, ma i dettagli esatti sul suo inizio come possedimento ecclesiastico sono ancora incerti. Tuttavia, la sua denominazione di “cappella” suggerisce che fosse utilizzata come luogo di culto da una confraternita dedicata al santo.
Situata nell’attuale piazza San Sebastiano, su una piccola collina chiamata Monte Lepre, la chiesa era circondata da un cimitero e presentava un’unica navata, due porte e tre finestre. La sua facciata era caratterizzata da un campanile a vela e da un grande portale architravato, oltre a lesene perpendicolari e una finestra semiovale.
Nel corso dei secoli, la chiesa subì diverse trasformazioni e restauri. Nel 1804 fu costruito un altare dipinto a effetto marmo, mentre nel 1805 furono aggiunte tombe nel cimitero adiacente. Nel 1821 fu completato il muro di cinta e fino al 1880 nel sotterraneo denominato “Sa Tumba” venivano seppelliti i notabili del paese.
Nel 1866 la chiesa e il cimitero divennero proprietà del comune e furono utilizzati per le sepolture e la festa del Santo. Tuttavia, nel 1934 il cimitero fu chiuso e alcune tombe furono trasferite nel nuovo cimitero. Nel 1959, la chiesa fu dichiarata in rovina e nel 1968 fu demolita.
Solo nel 2022, a fianco alle antiche fondazioni, la Chiesa di San Sebastiano fu ricostruita, rappresentando una rinascita del suo antico splendore e della sua importanza storica per la comunità di Segariu.
Le visite guidate sono state condotte dagli studenti della scuola secondaria di primo grado, supportati dalle guide turistica iscritte all’albo delle guide regionali. Info Point a cura della Pro Loco di Segariu, mentre la Protezione Civile di Segariu ha garantito lo svolgimento dell’evento in sicurezza.
La Casa Campidanese, “Nonno Ciccio” costruita all’inizio del 1800 dalla famiglia Carta, rappresenta un prezioso tesoro storico nel cuore del centro storico di Segariu. Situata vicino alla vecchia chiesa di Sant’Ambrogio, oggi non più esistente, conserva fedelmente le caratteristiche architettoniche dell’epoca.
Originariamente concepita come una casa a corte con muri massicci in pietra e mattoni crudi, e un tetto di canne e tegole sarde locali, è una delle abitazioni più antiche di Segariu. All’interno, ancora oggi, sono presenti gli arredi e gli attrezzi agricoli del passato, che offrono un affascinante viaggio nel tempo.
La casa, conosciuta come “sa domu”, è situata all’interno del cortile, dall’altro lato del portale. Le stanze, disposte in fila una accanto all’altra, si affacciano su un loggiato caratterizzato da archi, che permettono la penetrazione della luce e dell’aria.
Le stanze del piano superiore, raggiungibili tramite una scala unica, erano inizialmente adibite a granaio e si appoggiano su un solaio in legno. Questo spazio rivela il passato agricolo dell’abitazione e la sua stretta connessione con le attività rurali dell’epoca. Le visite guidate sono state curate con passione dai proprietari e dai volontari della manifestazione.
La Funtana de Pedru Pinna, conosciuta anche come Sa Mitza de S’Arei, è una fonte naturale che rappresenta un importante punto di riferimento nella storia e nella tradizione di Segariu. Sebbene non fosse segnata nelle mappe dell’abitato fino al 1870, la sua importanza risale a tempi antichi.
Secondo la tradizione, questa fonte era la prima dimora del capraio Pietro Pinna, attribuito alla rifondazione di Segariu nel 1575, dopo anni di abbandono. Oggi è chiamata Sa Mitza de S’Arei, poiché un tempo era il luogo in cui le mandrie venivano portate per abbeverarsi.
Nel 1913, le due fontane furono costruite in muratura dal sindaco dell’epoca, Giuseppe Collu. Nel 1987, la piazzetta intorno alle fontane fu pavimentata con pietra. Nei dintorni, durante la Seconda Guerra Mondiale, si accamparono i soldati tedeschi, e si dice che abbiano nascosto casse di soldi durante la ritirata.
Vicino alle fontane, c’è un ripiano chiamato Sa Cotti dei Burricus, e in passato c’erano anche due forni per la calce. Inoltre, c’è un rifugio sotto roccia, costruito per proteggere dalle incursioni aeree durante la guerra e ora quasi completamente chiuso per evitare crolli. Vicino a questo sito si trovava anche l’antica chiesa di San Michele, la prima parrocchia del nuovo Segariu.
Sui siti di seduta vicino alla fonte, sono stati collocati blocchi di pietra squadrati che in passato facevano parte delle panchine e dei bordi del fiume Paudi in piazza Repubblica. Questi sono stati rimossi negli anni ’80 durante i lavori di copertura della piazza. Probabilmente, le sigle incise su questi blocchi rappresentano le iniziali dello scalpellino che ha lavorato durante i lavori di bonifica del 1920.
Il Parco Sa Spendula è situato alla fine dell’omonima strada, vicino alla parete rocciosa che guarda verso Segariu. Originariamente una sorgente naturale, è stata trasformata in una struttura in pietra squadrata. La costruzione in muratura risale al 1870, come indicato da un’incisione sulla struttura stessa. Nel 1921, a causa dell’aumento della popolazione, il parco fu ampliato e coperto con pietre e cemento dal sindaco Simbula Francesco e dal muratore Curreli Francesco.
Durante i primi anni del 1800, il parco fu oggetto di dispute tra Segariu e Furtei riguardo al prelievo dell’acqua durante i mesi estivi. Secondo l’Angius, intorno al 1850, Sa Spendula e Sa Mitza de Pedru Pinna erano le uniche fonti di Segariu, fornendo “acque ottime a bere”.
Tuttavia, attualmente l’acqua del Parco Sa Spendula non è più potabile a causa dei lavori effettuati a monte delle due cave.
Durante la visita al Nuraghe Sant’Antonio, i visitatori sono stati guidati dalla competente Valentina, che grazie alla sua esperienza e conoscenza, hanno potuto esplorare il sito archeologico in modo approfondito, contribuendo così a una migliore comprensione delle strutture del nuraghe e del loro significato storico.
L’amministrazione comunale da alcuni anni ha avviato il progetto “Arragodus Pintaus”, un tour del paese di Segariu che include la visita ai murales realizzati da Lorenzo Muntoni. Questo tour è stato offerto anche per Monumenti Aperti, dando la possibilità di ammirare l’ambiente urbano attraverso interventi di decoro, tra cui la pittura di murales che raccontano la vita e la storia del passato di Segariu. La scoperta di questi aspetti avviene attraverso i passaggi nei luoghi significativi del paese. Il tour si è concluso al Parco di Sa Spendula.
Durante l’evento, i visitatori hanno avuto l’opportunità di ammirare dal vivo un abile maestro impagliatore di sedie che utilizza erba palustre per creare opere d’arte uniche.
L’evento “Monumenti Aperti” ha offerto un’esperienza unica per i visitatori, consentendo loro di connettersi con il passato di Segariu, scoprendo le sue radici e apprezzando la sua bellezza senza tempo.
Riferimenti: https: https://monumentiaperti.com/it/edizioni/2024/comuni/segariu/
Michele Vacca