Ecco le regioni in cui i lavoratori rischiano maggiormente la vita nella mappatura dell’Osservatorio Vega Engineering.
Morti sul lavoro primo quadrimestre 2024: la situazione si aggrava
268 le vittime. 4 decessi in più dello scorso anno. 206 gli infortuni mortali in occasione di lavoro, 62 quelli in itinere.
In zona rossa valle D’aosta, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Umbria, Puglia, Campania E Calabria.
Ancora il settore delle costruzioni quello con più vittime.
Continua a crescere il numero delle denunce di infortunio complessive (mortali e non): +3,6% rispetto ad aprile 2023.
Il commento ai dati aggiornati al mese di aprile 2024.
“Un terzo dell’anno è già passato e l’emergenza morti sul lavoro
è descritta dai soliti tragici numeri. Se la situazione non varierà,
anche a fine 2024 conteremo oltre 1.000 vittime sul lavoro. Da gennaio
ad aprile 2024 si contano 268 vittime, 4 in più rispetto a fine aprile
2023. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso crescono le morti
in itinere del +8,8%: va evidenziato che fino a marzo avevamo registrato
una decrescita degli infortuni mortali nel tragitto casa lavoro,
purtroppo questa tendenza non è stata confermata con i dati del mese di
aprile”.
Mauro Rossato [1], Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e
Ambiente Vega Engineering di Mestre, commenta così l’ultima indagine
sull’emergenza elaborata dal proprio team di esperti che vede come
sempre nell’incidenza il vero indicatore di rischio per i lavoratori
del nostro Paese, poiché si parla di vittime rispetto alla popolazione
lavorativa. Un dato che indica concretamente le aree a maggior rischio e
che si propone come mappatura preziosa per tutti coloro che operano per
la sicurezza sul lavoro.
IL RISCHIO DI MORTE, REGIONE PER REGIONE, A FINE APRILE 2024. DALLA ZONA
ROSSA ALLA ZONA BIANCA
A finire in zona rossa ad aprile 2024 con un’incidenza superiore a
+25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a
8,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta,
Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Umbria, Puglia, Campania e
Calabria.
In zona gialla: Sardegna, Toscana, Sicilia, Lombardia, Piemonte e Lazio.
In zona bianca: Liguria, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Basilicata,
Veneto, Marche e Molise.
IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER FASCE DI ETÀ: ANCORA A MAGGIOR RISCHIO I
PIÙ ANZIANI
Anche nel primo quadrimestre dell’anno l’Osservatorio [3] mestrino
elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età.
E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di
occupati).
Un dato, quest’ultimo, che continua ad essere ancora preoccupante tra
i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si
registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni
(34,9), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni
(13,5).
I LAVORATORI STRANIERI SOGGETTI AD UN RISCHIO DI INFORTUNIO MORTALE
QUASI TRIPLO RISPETTO AGLI ITALIANI
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel primo quadrimestre
sono 48 su un totale di 206, con un rischio di morte sul lavoro che
risulta essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli
stranieri registrano 20,2 morti ogni milione di occupati, contro i 7,5
degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.
I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO E DEGLI INFORTUNI IN ITALIA A
FINE APRILE 2024
Sono 268 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 206 in occasione
di lavoro (1 in meno rispetto ad aprile 2023) e 62 in itinere (5 in più
rispetto ad aprile 2023). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il
maggior numero di vittime in occasione di lavoro (33). Seguono:
Emilia-Romagna (28), Campania (20), Puglia (17), Lazio (16), Toscana e
Piemonte (13), Trentino-Alto Adige (12), Veneto e Sicilia (11), Calabria
(6), Sardegna e Umbria (5), Liguria (4), Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo
e Marche (3), Valle d’Aosta (2) Basilicata (1). In Molise non si è
verificato alcun infortunio mortale.
(Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro
provincia per provincia).
IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI IL PIÙ COLPITO DAL FENOMENO DELLE MORTI
SUL LAVORO
Alla fine del primo quadrimestre del 2024 è ancora il settore delle
Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di
lavoro: sono 41. È seguito dalle Attività Manifatturiere (25), da
Trasporti e Magazzinaggio (19), dal Commercio (11).
La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali
sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (69 su un totale di 206).
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine aprile
2024 sono 12, mentre 7 hanno perso la vita in itinere, cioè nel
percorso casa-lavoro.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 48, mentre sono 14
quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.
Il martedì risulta essere il giorno più luttuoso della settimana,
ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo
quadrimestre dell’anno (21,8%).
LE DENUNCE DI INFORTUNIO ANCORA IN CRESCITA RISPETTO A APRILE 2023
Le denunce di infortunio totali crescono del 3,6% rispetto ad aprile
2023. Erano, infatti, 187.324 a fine aprile 2023, nel 2024 sono passate
a 193.979.
I NUMERI DELLE DENUNCE TOTALI DI INFORTUNIO PER SETTORE: ALLE ATTIVITÀ
MANIFATTURIERE LA MAGLIA NERA
Anche a fine aprile del 2024 il più elevato numero di denunce totali
arriva dalle Attività Manifatturiere (22.299); seguono: Costruzioni
(10.913), Sanità (10.873), Trasporto e Magazzinaggio (10.072) e
Commercio (9.759).
LE DENUNCE TOTALI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ
Le denunce di infortunio delle lavoratrici ad aprile 2024 sono state
70.733, quelle dei colleghi uomini 123.246.
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli
infortuni in itinere) sono state 165.249 a fine aprile 2024: 56.341 sono
le donne e 108.908 gli uomini.
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono
133.297, mentre degli stranieri sono 31.952.
La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è
quella che va dai 45 ai 54 anni con 41.613 denunce (il 21,5% del
totale).
COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI?
L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori
deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o
provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice
consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse
regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.
A COSA SERVE LA ZONIZZAZIONE REALIZZATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA E
AMBIENTE VEGA?
La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega
Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane
secondo la seguente scala di colori:
Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75%
dell’incidenza media nazionale
Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75%
dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale
Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il
valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale
Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125%
dell’incidenza media nazionale
Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering [4]