Il 2 luglio la Dansoul Studio di Sharon Podesva, nel decennale dalla scomparsa, celebra la donna che da Praga portò la danza classica a Sassari.
Tra i protagonisti, in arrivo da New York il danzatore sassarese Angelo De Serra.
Sassari, al Verdi “Lo Schiaccianoci” omaggia Jaguše Vrankova
SASSARI. A dieci anni dalla scomparsa della grande Jaguše Vrankova, punto di riferimento indiscusso per la danza classica a Sassari, uno speciale omaggio viene dedicato a questa artista straordinaria che fu prima ballerina del Teatro nazionale dell’Opera di Praga, e poi fondatrice in città della prima e unica scuola di settore riconosciuta dal Ministero della Pubblica istruzione. Martedì 2 luglio alle 20.30 al Teatro Verdi di Sassari, la scuola di danza classica Dansoul Studio diretta da Sharon Podesva, nipote della Vrankova, porta in scena l’intero balletto de “Lo schiaccianoci” di Ciaikovski, con la partecipazione straordinaria di Angelo De Serra, portando idealmente a compimento quello che era il sogno della nonna: quello di creare a Sassari una scuola di formazione per futuri grandi professionisti a livello mondiale.
Da giovane allievo di Sharon, Angelo ha varcato i gradini dei più importanti teatri del mondo fino a diventare membro effettivo della prestigiosa Complexions Contemporary Ballet di New York fondata da Dwight Rhoden e Desmond Richardson, composta da circa venti ballerini di danza classica e moderna.
Ora De Serra ritornerà a esibirsi per il pubblico sassarese omaggiando la memoria di Vrankova non solo con Lo Schiaccianoci, ma anche con una performance a fine serata in puro stile Complexions.
«Il cerchio si chiude nel momento in cui l’unione tra formazione e professione si compie, cioè quando gli ex allievi ormai affermati tornano a ballare nello spettacolo della loro maestra», ha affermato con orgoglio Sharon Podesva. Una soddisfazione amplificata dall’ulteriore partecipazione al balletto di Flavia Pisuttu, altra promettente allieva della DanSoul che quest’anno è stata ammessa al secondo corso per danzatori professionisti della Scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma, superando brillantemente l’audizione.
Jaguše Vrankova era nata nel 1933 nella Repubblica Ceca ed era sopravvissuta alla Seconda Guerra Mondiale in una città bombardata e poi invasa dai tedeschi, Praga. Carattere forte e volitivo, era severa e rigida allo stesso tempo, dotata di grande cultura e un’ironia tagliente. La guerra l’aveva profondamente segnata rafforzandone la determinazione a raggiungere i suoi obiettivi.
Si diplomò come Ballerina professionista al Conservatorio di danza e musica e, appena diciassettenne, entrò a far parte della Compagnia del Teatro Nazionale dell’Opera di Praga, scalandone i ranghi fino a divenire Prima ballerina. Arrivata in Sardegna negli anni Settanta aveva fondato la scuola di danza classica “Città di Sassari” e la “Tersicore”, la prima compagnia di danza sarda riconosciuta dal Ministero della Cultura.
Fu così che nel capoluogo turritano arrivò il magico mondo del balletto classico, facendo crescere generazioni di ballerine che hanno fatto strada come professioniste in compagnie e teatri a livello nazionale e internazionale e a loro volta hanno aperto scuole di danza. Le nipoti Sharon e Korin continuano il lavoro della nonna tramandandone l’eredità a generazioni di allievi.
“Lo schiaccianoci” era il balletto che Jaguše amava di più, immancabile rappresentazione ad ogni ricorrenza del Natale nei teatri dell’opera con una compagnia stabile. Inaugurato nel 1892 fu commissionato dal Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e lì andò in scena il 18 dicembre dello stesso anno, prima scritto da Marius Petipa e poi completato dal suo assistente Lev lvanov. La trama prende spunto dal racconto fantastico di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann Nussknacker und Mausekonig, attraverso un riadattamento di Alexandre Dumas padre. Ai piccoli sono destinate le danze del divertissement del secondo atto che si svolge nel Regno dei Dolci.
La partitura musicale regala temi immortali fra i più belli della musica classica, che rimangono impressi nella memoria come la “Marcia” e il “Valzer dei fiocchi di neve” nel I Atto, il “Divertissement”, il celeberrimo “Valzer dei fiori” e il “Grand Pas de Deux” del II Atto.