Decine di giovani agricoltori hanno partecipato nei giorni scorsi al workshop “Generazioni” svoltosi presso il il Museo del Vino di Berchidda. L’iniziativa – la prima del Living Lab “Làcani” promosso nell’ambito del progetto internazionale SALAM MED coordinato dal Nucleo di Ricerca sulla Desertificazione dell’Università di Sassari – ha costituito un importante momento di confronto tra giovani e donne che operano nel settore agricolo. Dalla burocrazia ai conflitti generazionali, dall’accesso al credito alla carenza di servizi nelle aree marginali, dal pregiudizio di genere alla bassa remunerazione e ai sussidi per i primi insediamenti in agricoltura – necessari, ma non sufficienti -, vari temi hanno coinvolto nel dibattito i partecipanti. I quali hanno sottolineato anche gli aspetti che condizionano positivamente la scelta di proseguire nell’attività. Così il presidio del territorio, la tutela della natura e degli ecosistemi, il legame identitario, l’importanza della produzione di cibo e la qualità della vita intesa anche come appartenenza a una comunità, sostanziano la parola più ricorrente nei racconti dei giovani: “passione”. Senza la quale sarebbe davvero impossibile far fronte alle difficoltà.
La visione del futuro è condizionata da abilità da apprendere e scelte consapevoli, riassumibili in quattro parole-chiave. “Adattamento”, inteso come necessità di interpretare in anticipo i cambiamenti. “Trasformazione” come apertura all’innovazione digitale e a quella delle strutture organizzative e di governance. “Cultura” come formazione e apertura a culture diverse. “Politica”: che accompagni la valorizzazione del settore agricolo come traino per la sostenibilità ambientale e contrasti l’abbandono delle zone marginali.
La formula dei living lab (“laboratori viventi”), promossi di recente nelle politiche di innovazione, ricerca e sviluppo dell’Unione Europea, si è dunque rivelata utile al coinvolgimento attivo per co-progettare, testare e validare nuove idee, servizi, prodotti e soluzioni in contesti reali. È in tal senso che il progetto SALAM-MED, che coinvolge diversi Paesi e istituzioni delle due sponde del Mediterraneo, vuole individuare opportunità di impresa e soluzioni pratiche che possano contribuire efficacemente alla lotta al degrado del territorio e alla desertificazione: la sostenibilità ambientale è uno dei pilastri del benessere economico e sociale delle comunità locali.