La serata ha preso il via con la lettura di un testo“AMORE IMMENSO AMORE”, scritto e letto da Chiara Schirru, ideatrice del tema, assieme a Ivo Serafino Fenu, per la 26^ edizione del Dromos Festival “Change. Puoi”.
Il testo esplora il concetto del cuore come centro dell’essere umano e sede dell’amore, secondo diverse tradizioni religiose e filosofiche. Nei sufi, il cuore è il “tempio” di Dio e deve essere purificato dagli attributi egoistici per raggiungere la purezza spirituale. Anche nel cristianesimo, secondo il Vangelo di Matteo, i puri di cuore vedranno Dio, sottolineando l’importanza della semplicità e della purezza del cuore.
L’autrice, Chiara Schirru, collega questi temi alla contemporaneità attraverso le opere d’arte “Amore immenso Amore” di Salvatore Garau, installate a Gerusalemme. Le sculture invisibili rappresentano uno spazio da riempire con l’amore che portiamo dentro, simboleggiando la pace e il dialogo in luoghi segnati da conflitti. Garau invita a vedere l’assenza di materia come un atto d’amore verso l’ignoto e il mistero.
La scelta del luogo per il concerto e la proiezione dell’opera video di Garau non è casuale: si svolgono nella Chiesa di Santa Chiara, un monumento gotico di grande bellezza amato dagli abitanti di Oristano. Questo spazio sacro e rigenerante è stato individuato dal Dromosfestival come il luogo ideale per accogliere un evento che vuole essere occasione di connessione e incontro all’insegna dell’arte, della musica e soprattutto dell’amore.
Il testo conclude sottolineando l’importanza dell’amore e della connessione umana in un mondo dominato dal consumismo e dalle guerre. Il festival Dromos, che ospita l’evento, promuove il cambiamento positivo attraverso l’arte, la musica e l’amore, invitando a riflettere sul “carico” che portiamo nei nostri cuori e come questo influenzi la nostra interpretazione della vita. Come afferma Peter Gabriel in “That Voice”:
“What I carry in my heart brings us so close or so far apart. Only love can make love.”
(“Ciò che porto nel mio cuore ci avvicina così tanto o ci allontana così tanto. Solo l’amore può generare amore.”)
Questo richiamo poetico di Gabriel sottolinea come ciò che portiamo nel nostro cuore determini la nostra intimità o distanza dagli altri, ribadendo il tema centrale del cuore come luogo dell’amore e della connessione.
Di seguito la presentazione di Bruna Bianchina che ha introdotto, a sua volta, il video “Amore, immenso amore”. Questo video, realizzato dall’artista visivo Salvatore Garau, si concentra sulle sue due sculture invisibili installate in luoghi altamente simbolici di Gerusalemme: il Muro del Pianto e la Spianata delle Moschee. Questi siti, sacri rispettivamente per l’Ebraismo e l’Islam, rappresentano il cuore della ricerca spirituale e delle origini delle due religioni.
Bruna ha letto il seguente testo per introdurre il video:
“Yerushalayim per il Talmùd significa città della compiutezza, della pace. La Città di Davide, il Muro del pianto, il Monte Sion: luoghi sacri della religione ebraica. Il Santo Sepolcro: luogo sacro dei cristiani. La Spianata delle Moschee e la Cupola d’oro: luoghi sacri dell’islam. La ricerca di sé e delle proprie origini passa per tanti versi da questi spazi dell’anima. Il luogo fisico si fonde con l’elemento immateriale, chi si emoziona di fronte al muro del pianto non sfiora solo un’antica parete di pietra ma vede anche qualcosa di intoccabile: quel tempio sterminato dove Yahweh aveva la sua sede. A pensarci bene il guardare oltre ciò che è invisibile agli occhi è il suggerimento che tutte le religioni propongono dalle origini. Anche l’opera immateriale di Salvatore Garau che si colloca in questo luogo sacro ci fa intravedere questa intuizione: se si guarda con gli occhi della bellezza e dello spirito non è l’assenza che prevale ma questo vuoto colmo di emozione, sostanza e mistero.”
Il video di Garau esplora la fusione tra il luogo fisico e l’elemento immateriale, suggerendo che l’arte, come la spiritualità, invita a guardare oltre ciò che è visibile agli occhi. Le sue sculture immateriali invitano lo spettatore a riempire il vuoto con la propria immaginazione e a cogliere il messaggio di pace e comprensione tra culture diverse.
Successivamente, nella trecentesca Chiesa di Santa Chiara, Bill Laurance ha deliziato il pubblico con un concerto in piano solo. Laurance, noto per la sua carriera con gli Snarky Puppy e i suoi lavori da solista, ha dimostrato la sua abilità tecnica e la profondità emotiva della sua musica.
Il suo repertorio ha incluso brani tratti dai suoi album più acclamati, come “Flint” e “Swift”, fino alle sue opere più recenti, tra cui il concept album “Cables” e l’ultimo lavoro “Bloom”. Ogni esecuzione ha risuonato tra le antiche mura della chiesa, creando un’atmosfera intima e suggestiva che ha ulteriormente esaltato l’esperienza artistica della serata.
L’evento di ieri sera a Oristano ha rappresentato un’importante occasione di incontro tra arte visiva e musica, offrendo al pubblico una riflessione profonda sui temi della pace, della spiritualità e della creatività. Le opere immateriali di Salvatore Garau e la musica di Bill Laurance hanno creato un dialogo suggestivo e potente, dimostrando ancora una volta il ruolo fondamentale dell’arte nel promuovere la comprensione e l’accettazione reciproca.
Bill Laurance conclude oggi 26 luglio la sua partecipazione al Dromosfestival con una performance in trio, affiancato da Oscar Ogden alla batteria e Menelik Claffey al basso. Questo straordinario ensemble guiderà il pubblico in un viaggio musicale che fonde jazz, funk e musica classica. L’esperienza sarà particolarmente unica, poiché il trio si esibirà all’interno del Foro Boario di Oristano, alle 21,30, immerso nelle opere della mostra F**king Change.
MIchele Vacca