Presidio dalle ore 9:00 di questa mattina davanti al Tribunale di Cagliari indetto dall’associazione “A Foras” in attesa della decisione, arrivata verso le 10:30, da parte dei giudici sul processo ai Generali del Poligono di Teulada per disastro ambientale. Gli imputati, quattro generali, ex capi di Stato maggiore dell’Esercito Italiano, sono stati assolti con sentenza di proscioglimento perché il fatto non sussiste, nonostante il disastro ambientale sia stato tecnicamente accertato.
Presenti al presidio, oltre ai rappresentanti dell’Associazione “A Foras”: Mariella Cao dell’Associazione “Gettiamo le basi”, una delle poche persone ad essere stata ammessa al processo, i rappresentanti del Comitato “Stop RWM”, i sindacati di base, le “Madri contro l’Operazione Lince”, i giovanissimi dell’UNIGCOM e il Comitato di Solidarietà con la Palestina.
Assoluzione per i Generali del Poligono di Teulada imputati nel processo per disastro ambientale: i fatti
L’indagine, partita nel 2012, nasce dagli esposti presentati da una ventina di residenti delle aree inquinate nei quali (esposti) veniva segnalata l’insorgenza di diverse patologie quali linfomi e neoplasie. Nonostante fosse stato attivato il PIA (Piano di Intervento Ambientale Integrato) si sono comunque svolte esercitazioni nel promontorio costiero del sud-ovest della Sardegna, militarmente denominato Penisola Delta, dal 2008 al 2016 e nel 2016 sono state rinvenute quattro lunette contaminate di torio e, nel 2018, nove motori di missili Milan.
Il Pubblico Ministero ha, dunque, accertato la presenza di un disastro ambientale nel Poligono di Teulada ma non è stato dimostrato il nesso causale tra le condotte degli imputati e il disastro ambientale. Nesso causale dimostrato, comunque, da numerose evidenze scientifiche ma non comprovato da serie ricerche epidemiologiche, mai effettuate, che potrebbero portare ad ulteriori riscontri.
Gli agenti inquinanti riversati nel territorio permeano la terra per decine di metri e hanno la capacità di infiltrarsi nelle falde acquifere, determinando un danno incalcolabile che colpisce anche la catena alimentare.
Nel frattempo le quaranta persone imputate per l’Operazione Lince, l’inchiesta relativa alle manifestazioni antimilitariste svolte nel periodo 2014-2016 davanti all’aeroporto militare di Decimomannu, al poligono di Capo Frasca e a quello di Quirra, dovranno ancora sopportare una pesante accusa di associazione sovversiva con finalità di terrorismo con notevoli difficoltà per la loro vita privata e lavorativa. L’associazione “A Foras” denuncia a gran voce questa pesante situazione.
Dichiarazioni
“La nostra battaglia non finisce oggi. Noi crediamo che chi sia stato accusato di disastro ambientale, anche se lo Stato difficilmente condanna sé stesso, è difficile che possa scampare a questa grave accusa” dichiara Elena Argiolas, militante di “A Foras”. “Quello che resta è la verità dei fatti, cioè la Penisola Delta che è stata dichiarata non bonificabile e le persone che si sono ammalate di tumore e che sono morte per questo in prossimità dei più grandi Poligoni della Sardegna, sia quello di Quirra sia quello di Teulada”.
Per quel che riguarda l’Operazione Lince invece: “si tratta di un’operazione che vede più di quaranta persone, militanti contro le basi militari e l’occupazione militare in Sardegna, indagate per associazione sovversiva con finalità di terrorismo. Un processo che andrà avanti probabilmente per decenni con nessuna accusa fondata. Persone sotto i quarant’anni che magari devono subire decenni di processo senza poter partecipare ad un concorso pubblico o senza, ad esempio, la possibilità di richiedere un prestito bancario. Ostacoli reali nella vita privata e lavorativa di tutti i giorni. Due pesi e due misure; crediamo che questa sia l’ennesima dimostrazione del fatto che la giustizia non è uguale per tutti” conclude Elena Argiolas.
Le dichiarazioni di Giulia Lai, avvocata per l’associazione “A Foras”
“Ci siamo costituiti parte civile ma ci hanno esclusi. Oggi abbiamo presentato un’altra istanza per riammetterci sulla base di alcuni aspetti prettamente tecnici. In ogni caso i Generali sono stati assolti con una sentenza di proscioglimento perché il fatto non sussiste: teniamo presente che il PM, nella sua richiesta di proscioglimento, aveva comunque affermato che per lui il disastro ambientale era stato accertato. Il problema è che non potevano ricondursi quelle condotte agli imputati che oggi erano a processo. Per questo il giudice e il collegio hanno accolto queste argomentazioni per cui oggi si afferma che quel fatto non è addebitabile a quelle persone. Resta, dunque, un punto interrogativo sul quale sicuramente non bisogna arrendersi e prima o poi è necessario trovare qualcuno che sia responsabile di un disastro ambientale in un luogo in cui si è rovinata non solo l’economia ma anche lo sviluppo sociale della popolazione.”
Anche per i giovani rappresentanti dell’UNIGCOM la sentenza di oggi è: “svilente, una delusione. Noi siamo venuti con l’idea che la situazione non si sarebbe risolta oggi però questa è stata una conferma. Noi continueremo comunque ad attivarci per cercare giustizia soprattutto per le persone che hanno sofferto a causa di questa situazione.”
Elena Elisa Campanella
QUI il video con interviste a Elena Argiolas, militante di “A Foras”, e a Giulia Lai, avvocata per l’associazione “A Foras”: https://www.instagram.com/reel/C9kGU7bMbGG/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==