Una Medea post-moderna tra Euripide e Heiner Müller chiude “La Notte dei Poeti”
Una storia d’amore e di guerra tra le rovine di un’antica città: “Medea / Fragments” (produzione Centro Teatro Attivo – Milano e SCOT / Suzuki Company of Toga), nella visionaria mise en scène di Mattia Sebastian Giorgetti, ha chiuso in bellezza sabato 27 luglio alle 20 nell’area archeologica di Nora la XLII edizione del Festival “La Notte dei Poeti” organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare per lo Spettacolo dal Vivo in Sardegna. Una tragedia senza tempo dove il dramma di una sposa tradita s’intreccia alla ferocia dei conflitti: in un paesaggio desolato, in riva al mare, tra i rifiuti, una donna racconta il viaggio che l’ha condotta in una terra straniera, la passione per un uomo e l’umiliazione e la sofferenza per la sua infedeltà, l’ardente desiderio di vendetta.
Una Medea post-moderna, interpretata dall’attrice e cantante Benedetta Laurà, allieva di Vittorio Gassman, diretta da registi come Théodoros Terzopoulos, Walter Pagliaro e Arnoldo Foà, che incarna l’eroina in nero, donna innamorata, madre e assassina, in un intenso monologo in cui riaffiorano i fantasmi del passato e le insanabili ferite dell’anima. Quasi un delirio, un ininterrotto flusso di coscienza dove i dialoghi con Giasone, l’eroe greco, il temerario guerriero per cui ha lasciato la patria arrivando a sacrificare il proprio fratello Absirto, che però, invaghitosi della giovane Creusa, figlia del re Creonte, ormai la trascura e diserta il talamo, così come con la nutrice, unica confidente dei suoi segreti e con i figli, “traditori” anch’essi, si alternano ai ricordi della guerra, della devastazione della natia Colchide. In mezzo al nulla, Medea si guarda allo specchio e rivive la sua storia, affidandosi alle parole di Euripide e Heiner Müller, e ancora una volta soffre davanti all’indifferenza dello sposo fedifrago, poi racconta alle sue creature, come una favola crudele, la morte della rivale, vestita dell’abito nuziale della “barbara”, un “dono” avvelenato e bruciante come il suo odio, e infine come una terribile e enigmatica divinità “divora” i propri figli.
Un prologo, affidato alla voce di Benedetta Laurà, conduce il pubblico dentro la cupa vicenda, tra le varianti del mito, alla (ri)scoperta della figura di Medea, poi appare l’Angelo della Storia, interpretato da Elisa Bruschi, un’invenzione del regista Mattia Sebastian Giorgetti, testimone degli orrori di tutte le guerre e delle azioni e dei tormenti degli esseri umani. Sulla spiaggia l’Angelo ritrova e risveglia dal sonno eterno il soldato Jason (Anna Germani, anche nella parte del Coro) che attingendo alla lingua poetica di Heiner Müller rievoca l’incubo di infinite battaglie, tra vittorie e sconfitte, «lo sbarco senza gioia» e «le sorelle dei cadaveri», un mondo dove «l’usura è pianificata, il container serve da cimitero», mentre «sete è fuoco, è acqua quel che brucia la pelle», riconoscendo nella «gioventù di oggi, fantasmi dei morti della guerra di domani». E si interroga su «chi ha denti migliori, il sangue o la pietra».
Una diva del kabarett, con capelli biondo platino come le stelle del cinema inviate in tournée per tenere alto il morale delle truppe, canta “Das Fräulein Gerda”: un “numero” quasi meteateatrale per Benedetta Laurà, in duo con Anna Germani, per evocare le atmosfere della Germania degli Anni Trenta ma anche un’icona dell’amore perduto come Lili Marleen. Infine Medea conquista la scena e “vomita” il suo monologo, rammentando al volubile sposo che «un uomo alla sua donna dà come addio la morte, e la mia morte non ha altro corpo che il tuo, sarò la tua donna finché sarai mio marito», poi si immerge nella sua tragedia, per ritornare nella notte della sua follia.
Un ricco e variegato cartellone per il XLII Festival “La Notte dei Poeti” firmato CeDAC Sardegna, in programma dall’8 al 27 luglio a Nora – Pula, sulla costa sud-occidentale della Sardegna, tra pièces teatrali come “La morte ovvero il pranzo della domenica” di Mariano Dammacco, con Serena Balivo e “Medea / Fragments” per la regia di Mattia Sebastian Giorgetti, con Benedetta Laurà, Elisa Bruschi e Anna Germani, accanto alle “Metamorfosi” da Ovidio, nella versione di Andrea Baracco, con Nina Pons e i Munedaiko e alla rilettura della fiaba di Cappuccetto Rosso con l’incantevole “Sig.ra Rossetta” de Is Mascareddas, un “monologo silenzioso” per marionettista e oggetti con Donatella Pau, diretta da Anna Fascendini. E ancora “Lettura Clandestina”, da “La solitudine del satiro” di Ennio Flaiano, con Fabrizio Bentivoglio sulle note del contrabbasso di Ferruccio Spinetti, mentre Anna Foglietta interpreta una donna in fuga con i figli in “Una Guerra” di Michele Santeramo, con Francesco Mariozzi al violoncello, in un viaggio reale e simbolico tra dolore e catarsi, in cui risuona anche la voce del mare. Incursioni di “danza urbana” con “Swan” di Gaetano Palermo (vincitore de La Biennale / Teatro – College), con Rita Di Leo e il debutto di “In-Corpo-Reo.4” di e con l’attrice pulese Rossella Dassu, e ancora laboratori per i più piccoli come “Mettiamoci all’Opera” a cura di Marco Nateri e Luigia Frattaroli ma anche per attori e allievi come “Il corpo delle parole” con Mariano Danmmacco e Serena Balivo, una struggente «elegia funebre per il Mediterraneo» con “The Last Lamentation” di Valentina Medda, la voce di Franca Masu in “Fado, Meu Amor” in ricordo di Amália Rodrigues, sulle note della chitarra portoghese di Mário Pacheco e un omaggio a Enzo Jannacci con “In concerto con Enzo” di Paolo Jannacci & Band.