Il crogiuolo, NURARCHEOFESTIVAL, XVI edizione: il via a Villanovaforru domani, sabato 13 luglio, con due spettacoli; domenica 14 altri tre appuntamenti in cartellone
NURARCHEOFESTIVAL, XVI edizione, al via. Puntuale, la rassegna organizzata dal Crogiuolo sotto la ormai consolidata co-direzione artistica di Iaia Forte e Rita Atzeri, fa ancora una volta sposare il patrimonio storico e culturale dell’Isola con il teatro e lo spettacolo. Il cuore del festival quest’anno risiede nelle preziosità archeologiche di Villanovaforru, dal 13 al 21 luglio, ma il NAF 2024 solca non solo i territori della Marmilla ma anche quelli del Nuorese, dell’Oristanese, di Ogliastra e Sulcis, a Villagrande Strisaili, Tortolì-Arbatax, Baressa e Carbonia (Monte Sirai), che orbitano “Intorno al NurArcheoFestival”.In scena una parata di livello assoluto, che vede protagonisti attrici e attori fra i più rappresentativi dell’attuale panorama teatrale italiano: Elena Bucci e Marco Sgrosso, Saverio La Ruina, Valentina Cervi, Giorgina Pi, Iaia Forte, Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, Francesca Morello in concerto, con Silvia Calderoni (compagnia Motus), Paolo Panaro, per citarne alcune e alcuni.
E il NAF continuerà a essere un festival dal tempo lungo, perché, come da tradizione, si svolgono anche quest’anno le visite guidate ai siti archeologici, che diventano poi suggestivi palcoscenici per accogliere gli spettacoli serali.
Si parte, dunque, a Villanovaforru domani, sabato 13 luglio, alle 19, nell’area archeologica di Pinn’e Maiolu con una produzione di Ilos Teatro, Sas Comares luvolesas, testo e regia di Elena Musio. Nello spettacolo, tutto in limba, le storie raccontate traggono spunto, oltre che da una serie di ricordi d’infanzia delle attrici in scena (Rosa Beccu, Elena Musio e Teresa Loi), dalla tradizione popolare dei “Contos de foghile”, propri della cultura sarda. Storie che, in genere, si riferivano a personaggi realmente esistiti e a fatti accaduti, ma che con il passare degli anni assumevano una dimensione fantastica, e che, tramandate oralmente di generazione in generazione, avevano sia una funzione di intrattenimento che educativa.
Si proseguirà alle 20.15, nella stessa location, con Sa Sangia. Malacarne, produzione del Teatro dallarmadio, un racconto scritto da Daniela Littarru in collaborazione con Fabio Marceddu, con la regia di Antonello Murgia.
Sangia è sinonimo di tante cose, ma si avvicina alla rabbia per poi comprendere e declinare altri sentimenti affini, per comodità anche politica spesso la si è equiparata a una cugina della follia, a una sorta di “malacarne”. In questo studio sulla follia si indagano i mille aspetti ancora poco svelati del fascismo, che voleva la donna inquadrata in determinati ruoli funzionali al sistema dispotico del regime.
Il giorno dopo, domenica 14, al Parco archeologico Genna Maria sarà in scena alle 18 Zatò & Ychì, regia e costumi di Senio G.B. Dattena, coreografia e danza a cura di Valeria Russo e Lucas Monteiro Delfino, alle percussioni Marco Caredda (Asmed – Balletto di Sardegna). Zatoychi, Zato’ per gli amici, è un invincibile spadaccino cieco della tradizione giapponese. A lui in Giappone hanno dedicato numerose serie tv e di recente un film, e alla sua figura ironica si è ispirato Senio Dattena per la performance. Zatoychi divide in due la sua anima, scindendosi in forma maschile e femminile: diventa così Zato’ & Ychi’, due samurai che si scontrano in tre cruentissimi combattimenti, sostenuti e incalzati nel loro serrato confronto da clangori metallici e dal ritmo profondo delle percussioni.
A seguire, sempre Genna Maria accoglierà alle 19 RUTH – la casa Comune: Rifugio e Risonanze, con Francesca Cola, danzatrice, coreografa e danza movimento terapeuta (produzione Carovana SMI – Centro nazionale di produzione Virgilio Sieni). La performance è un’esperienza partecipativa che esplora la figura di una creatura antica e futura, una più che umana, una figura di filo che intende generare parentele. Il pubblico è invitato a entrare in contatto con questa entità enigmatica e a riflettere su tematiche come la relazione con il cambiamento climatico, il poter abitare un mondo danneggiato e la costruzione di nuove “case comuni”. La performance sarà un momento di condivisione e di riflessione per l’intera comunità.
Alle 20 al Museo Archeologico andrà in scena Tutto tranne Gramsci (produzione Anfiteatro Sud). Lo spettacolo, ideato e diretto da Susanna Mameli, è liberamente ispirato a “Le donne di casa Gramsci” di Mimma Paulesu Quercioli, e vede protagonista Marta Proietti Orzella, in video Renata Manca. Sotto i riflettori c’è Teresina, la più piccola delle sorelle Gramsci, forse la preferita, quella con cui Antonio ha condiviso molti momenti della sua infanzia. È lei che, donna fatta, restituisce questa parte della storia, quella di lei bambina e delle sue sorelle e fratelli che ancora non sanno e non avvertono lo strano destino che incombe sulla famiglia.
NurArcheoFestival si avvale del sostegno del MiC, dell’Assessorato della Cultura della Regione Sardegna e della Fondazione di Sardegna, del Comune di Villanovaforru e con il patrocinio di quello di Baressa e del Consorzio Due Giare.