20 luglio 1998. In ricordo dei giovanissimi napoletani Rosario Flaminio, Alberto Vallefuoco, Salvatore Di Falco, assassinati dalla camorra il 19 luglio 1996. Studentessa: “Speriamo che coloro che hanno compiuto questo orrendo crimine possano pentirsi e cambiare abbracciando i valori della legalità”
Rosario Flaminio, 24 anni, Alberto Vallefuoco, 24 anni, Salvatore Di Falco, 21 anni, sono tre giovani vite strappate ai loro affetti, il pomeriggio del 20 luglio del 1998 a Pomigliano d’Arco in provincia di Napoli, da quella ferita storica che squarcia la Campania e l’Italia: la camorra. Ad accomunarli una borsa lavoro pari a 800 mila lire presso un pastificio, tanti sogni nel cassetto e la speranza di un lavoro a tempo indeterminato. Quel pomeriggio i tre ragazzi sono stati scambiati per appartenenti al clan avversario dei Cirella e per questo furono ammazzati senza alcuno scrupolo. Da allora sono passati 26 anni e oggi la loro memoria è presente nel ricordo di una giovanissima studentessa calabrese, Maria Angelina Muscatello, della classe I sez. D, del Liceo scientifico Filolao di Crotone, le cui parole rievocano i fatti dell’epoca.
“Salvatore de Falco era un ragazzo semplice e onesto, come i suoi due amici, Alberto Vallefuoco e Salvatore Di Falco, che lavora in un pastificio e nelle ore libere per arrotondare faceva l’imbianchino. Il suo sogno era quello di avere una famiglia.
Il pomeriggio del 20 luglio del 1998 era al bar con gli altri due colleghi per prendere come sempre un caffè prima di andare a lavorare. Usciti dal bar stavano salendo in macchina quando tre killer professionisti sparano 40 colpi di pistola uccidendo Salvatore, Alberto e Rosario.
I tre amici morirono giovanissimi per uno scambio di persona. I ragazzi erano incensurati; i killer li avevano scambiati per membri del clan avversario. La camorra con le sue attività illecite ha strappato e continua a strappare la vita e i sogni a tanti innocenti. Tutti noi dobbiamo impegnarci a ricordare le vittime della mafia per sensibilizzare le coscienze in modo che tragedie del genere non avvengano più. Noi studenti leggendo queste storie rimaniamo turbati dalla violenza e dalla freddezza con cui sono state compiute azioni efferate. Speriamo che coloro che hanno compiuto questo orrendo crimine possano pentirsi e cambiare abbracciando i valori della legalità. Solidarietà, umanità, legalità e cultura sono gli antidoti alla camorra”
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.