MONSERRATO – Una storia lunga un secolo per la Cantina Sociale di Monserrato. Un evento celebrato ieri sera nello stabilimento ai bordi della via Giulio Cesare con la cerimonia di una messa solenne – presieduta dal parroco del Santissimo Redentore don Nicola Ruggeri – degustazioni di piatti tipici del territorio, mostre di vecchie auto e motociclette, con tanti ricordi dei fondatori della cooperativa. “Un momento straordinario – esordisce il presidente dell’azienda Antonello Serra – per festeggiare i cento anni della Cantina più antica della Sardegna”.
Emozioni e sensazioni intense per la celebrazione del centenario. Una manifestazione – con il coinvolgimento attivo della Pro loco, dell’associazione culturale “Sa Cariadroxia” e della compagine “Amame” – che ha visto la partecipazione dei sindaci del Campidano: Tomaso Locci di Monserrato, Paola Secci (Sestu), Emidio Contini per Ussana e Beniamino Garau di Capoterra, affiancati dall’ex presidente del Consiglio comunale di Cagliari Edoardo Tocco, a simboleggiare il legame ancora forte con le radici del territorio. “Perché – spiega Serra – il nostro gioiello nasce proprio dell’intuizione di 79 viticoltori, che decidono di riunirsi per dare vita a questa importante realtà, sotto la guida del primo presidente cavalier Giuseppe Argiolas”.
Il lavoro iniziato dai pionieri della cooperativa non si è mai interrotto. A rimarcare il valore di questa tradizione anche Paolo Lai – socio del Lions Club International – che ha animato la serata. Le Cantine Pauli’s sono diventate il fiore all’occhiello dell’enologia del Basso Campidano: “Siamo presenti nei mercati internazionali, dal Giappone alla Francia sino alla Germania, senza dimenticare il settore della grande distribuzione. Siamo la Cantina delle persone – rimarca il presidente della cooperativa sociale monserratina – con 75 soci che attualmente conferiscono la loro produzione, 450 ettari di superficie vitata che si estendono da Ussana a Monserrato per allargarsi sino a Sestu e Pimentel, per non dimenticare anche Donori, Quartu Sant’Elena e Capoterra”. Un paradiso di vitigni ed eccellenze che portano sulle tavole dei brand riconoscibili dal punto di vista della qualità. “I nostri gioielli? – evidenzia il numero uno della cantina – Senza dubbio il Carignano 100, dedicato al secolo di vita della nostra cooperativa, che con il suo cavalluccio marino vuole rappresentare fierezza, appartenenza e lealtà. Il Vermentino 99 che celebra l’anno del precentenario. E ancora, la linea ricordi, con il 6 luglio legato dalla fondazione della nostra Cantina sociale e il 1924, un rosso a Indicazione geografica tipica che ha ottenuto un prestigioso riconoscimento come una delle migliori bottiglie”. Si punta sul binomio qualità e innovazione, con tante sfide per il futuro. “Possiamo certificare la nostra ascesa costante con i premi ricevuti nel corso del Vinitaly e dei contest internazionali – conclude Serra – Abbiamo tre punti vendita: a Monserrato, Quartu Sant’Elena e Cagliari in viale La Playa, poi il punto di raccolta a Ussana con lo spazio per lo stoccaggio e l’imbottigliamento a Monserrato. Vogliamo consolidare la nostra posizione nel panorama vitivinicolo isolano avvicinando la cantina alle vigne, con la realizzazione di un mega centro per la produzione a Ussana, in una posizione strategica per tutto il Basso Campidano”.
Luciano Pirroni
Emozioni e sensazioni intense per la celebrazione del centenario. Una manifestazione – con il coinvolgimento attivo della Pro loco, dell’associazione culturale “Sa Cariadroxia” e della compagine “Amame” – che ha visto la partecipazione dei sindaci del Campidano: Tomaso Locci di Monserrato, Paola Secci (Sestu), Emidio Contini per Ussana e Beniamino Garau di Capoterra, affiancati dall’ex presidente del Consiglio comunale di Cagliari Edoardo Tocco, a simboleggiare il legame ancora forte con le radici del territorio. “Perché – spiega Serra – il nostro gioiello nasce proprio dell’intuizione di 79 viticoltori, che decidono di riunirsi per dare vita a questa importante realtà, sotto la guida del primo presidente cavalier Giuseppe Argiolas”.
Il lavoro iniziato dai pionieri della cooperativa non si è mai interrotto. A rimarcare il valore di questa tradizione anche Paolo Lai – socio del Lions Club International – che ha animato la serata. Le Cantine Pauli’s sono diventate il fiore all’occhiello dell’enologia del Basso Campidano: “Siamo presenti nei mercati internazionali, dal Giappone alla Francia sino alla Germania, senza dimenticare il settore della grande distribuzione. Siamo la Cantina delle persone – rimarca il presidente della cooperativa sociale monserratina – con 75 soci che attualmente conferiscono la loro produzione, 450 ettari di superficie vitata che si estendono da Ussana a Monserrato per allargarsi sino a Sestu e Pimentel, per non dimenticare anche Donori, Quartu Sant’Elena e Capoterra”. Un paradiso di vitigni ed eccellenze che portano sulle tavole dei brand riconoscibili dal punto di vista della qualità. “I nostri gioielli? – evidenzia il numero uno della cantina – Senza dubbio il Carignano 100, dedicato al secolo di vita della nostra cooperativa, che con il suo cavalluccio marino vuole rappresentare fierezza, appartenenza e lealtà. Il Vermentino 99 che celebra l’anno del precentenario. E ancora, la linea ricordi, con il 6 luglio legato dalla fondazione della nostra Cantina sociale e il 1924, un rosso a Indicazione geografica tipica che ha ottenuto un prestigioso riconoscimento come una delle migliori bottiglie”. Si punta sul binomio qualità e innovazione, con tante sfide per il futuro. “Possiamo certificare la nostra ascesa costante con i premi ricevuti nel corso del Vinitaly e dei contest internazionali – conclude Serra – Abbiamo tre punti vendita: a Monserrato, Quartu Sant’Elena e Cagliari in viale La Playa, poi il punto di raccolta a Ussana con lo spazio per lo stoccaggio e l’imbottigliamento a Monserrato. Vogliamo consolidare la nostra posizione nel panorama vitivinicolo isolano avvicinando la cantina alle vigne, con la realizzazione di un mega centro per la produzione a Ussana, in una posizione strategica per tutto il Basso Campidano”.
Luciano Pirroni