Ritrovamento di un DNA mai rilevato prima su un proiettile: così (forse) si riapre il caso del Mostro di Firenze
Il Dna è stato ritrovato su un proiettile nella tenda in cui sono stati uccisi i giovani fidanzati Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot. Riaperta la caccia al Mostro che tra il 1968 ed il 1985 fece tremare l’Italia intera
Il Quotidiano Repubblica, durante la mattinata del 29 luglio 2024, ha segnalato la presenza di un Dna ignoto su uno dei proiettili usati dal Mostro di Firenze per uccidere le sue ultime due vittime.
Con l’appellativo “Mostro di Firenze” si fa riferimento al serial killer che si macchiò di otto duplici omicidi nella zona di Firenze tra il 1968 ed il 1985. Il caso, ad oggi, rimane uno dei più complessi e discussi di cronaca nera in Italia.
Le indagini
Negli anni sono state numerose le indagini, le teorie e le ipotesi che hanno cercato di rivelare la vera identità del Mostro. Spesso si sono seguite piste settarie, talvolta con matrice satanica.
Svariati, dai primi anni 2000, i tentativi di riapertura del caso e le nuove analisi che, tra le numerose stranezze, avrebbero fatto affiorare delle somiglianze con il caso del Killer dello Zodiaco, serial killer attivo in California nei primi anni ’70.
Le indagini hanno portato, nel 2000, all’identificazione di Mario Vanni e Giancarlo Lotti quali esecutori materiali degli omicidi. Il primo è stato condannato all’ergastolo ed il secondo a 26 anni. Entrambi, però, sono morti a poca distanza dall’incarcerazione. Figura emblematica del processo anche il sospettato Pietro Pacciani. Quest’ultimo fu assolto in Corte d’ appello e morì poco prima di poter essere sottoposto ad un nuovo processo.
Potrebbe rivelarsi fondamentale e dare nuove risposte al giallo fiorentino un nuovo confronto con i reperti a disposizione.
I risvolti: chi è il Mostro?
Se la Procura consentirà la riesumazione del corpo della vittima Stefania Pettini che, per il medico legale, sarebbe stata l’unica tra le vittime a lottare direttamente con l’assassino, vi sarà la possibilità di riscontrare la presenza di campioni biologici sotto le unghie della giovane.
Articolo di: Eleonora Demurtas