Salute, Liste di Attesa. Emendamento 4.02 sullo sblocco parziale dell’incompatibiltà dei medici dipendenti della sanità pubblica. Per i vertici di Aisi è segno evidente di lungimiranza del Governo.
Onesti-Saccomanno (DG e Presidente Aisi): «Tale emendamento rappresenterebbe un’importante possibilità di apertura del mercato lavorativo, che permetterebbe non solo di arginare la fuga all’estero dei medici, ma anche di diminuire la carenza di professionisti sanitari nelle strutture».
ROMA 6 LUG 2024 – «In un momento storico più che mai delicatissimo, dove il ruolo dei medici e degli altri professionisti sanitari, con la loro indispensabile valorizzazione economica e contrattuale, può e deve rappresentare le fondamenta da cui rilanciare il nostro sistema sanitario, il Governo sta mostrando impegno e lungimiranza per risolvere la carenze che affliggono la sanità pubblica e privata.
Ed è alla luce di queste riflessioni, che non possiamo che commentare positivamente il recente emendamento 4.02, presentato dai senatori di Fratelli d’Italia, Satta e Mancini, presso la Commissione Sanità del Senato, nell’ambito delle proposte di modifica del decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73, ovvero quello sull’abbattimento delle liste di attesa.
Si tratta della concreta possibilità, una volta approvato, di permettere al personale medico di sbloccare almeno il parte l’incompatibilità che fa riferimento alla legge 412 / 1991, in base alla quale i camici bianchi dipendenti del nostro SSN non possono esercitare anche al di fuori delle realtà ospedaliere».
Così Giovanni Onesti, Direttore Generale Aisi, Imprese Sanitarie Indipendenti.
Tale emendamento, giunto tra l’altro subito dopo l’esplicita richiesta di Aisi al Governo, darebbe la possibilità ai medici, al fine di “aumentare la produttività e l’aumento del volume delle prestazioni e la conseguente riduzione delle liste d’attesa all’interno delle strutture del SSN”, e, si legge testualmente, “In via sperimentale e fino alla data del 31 Dicembre 2025, previo accordi da stipulare tra aziende sanitarie pubbliche e aziende sanitarie private accreditate convenzionate, l’esercizio dell’attività libero-professionale dei medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale, può essere svolto anche all’interno delle strutture private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. Il volume e la tipologia delle prestazioni svolte dal dipendente pubblico presso le strutture private convenzionate con il servizio sanitario nazionale non possono essere superiori al 50% di quelle svolte presso la struttura pubblica di cui si è dipendenti.”.
«Non possiamo che apprezzare gli sforzi del Ministro Schillaci e dell’Esecutivo. In particolar modo, tale emendamento rappresenterebbe un’importante possibilità di apertura del mercato lavorativo, che permetterebbe non solo di evitare la fuga all’estero dei medici, ma anche di diminuire la carenza di professionisti sanitari nelle strutture».
Sono queste le parole con cui la Dott.ssa Karin Saccomanno, Presidente di Aisi, accoglie la notizia dell’emendamento.
Ancora il DG Onesti: «Con i maggiori incentivi economici per i medici derivanti dalle prestazioni offerte alla sanità privata convenzionata, non solo si andrebbero a creare le condizioni per arginare il pericoloso e costante esodo dal nostro sistema sanitario a favore di altri paesi europei, ma si andrebbe a creare quel solido scudo sanità pubblica-sanità privata convenzionata, sempre più sullo stesso piano che, con alla base una sinergia crescente tra i nostri due sistemi, permetterebbe di offrire ai pazienti prestazioni maggiormente efficienti e con un livello di qualità sempre più elevato», conclude Onesti.