Carceri : Moretti (USPP) rivolta Ipm Torino specchio dell’immigrazione irregolare. Urge ripristinare sicurezza e incolumità della polizia penitenziaria.
Le immagini della devastazione dell’Istituto penitenziario minorile di Torino a cui sono seguite anche quelle pubblicate dagli stessi promotori della rivolta su TikTok con uso illegale di smartphone inneggiando proclami contro lo Stato preoccupano ma i protagonisti di tali violenze non devono restare impuniti” questo il commento del presidente USPP Giuseppe Moretti che volutamente non è intervenuto nell’immediato dei fatti perché occorre un’analisi più generale della condizione detentiva dei detenuti minori, ma anche di quella di quelli ristretti negli istituti per adulti.
“Se da un lato fa inorridire” spiega Moretti “il battage giornaliero di politici, garanti, associazioni pro detenuti, eccetera, eccetera che sollecitano provvedimenti deflattivi il cui unico risultato sarebbe quello di interrompere il flusso di risorse straordinarie che il governo sta mettendo in campo e che sono complici dell’escalation di proteste tutt’altro che pacifiche e messe in atto nelle ultime settimane sempre con più veemenza, dall’altro non deve trascurarsi come la finalità della pena non possa più essere garantita a risorse attuali e con la tipologia di detenuti soprattutto extracomunitari presenti nelle strutture penitenziarie minorili, aumentati a dismisura dopo il decreto cosiddetto Caivano”.
Per il presidente USPP “occorre profondamente riformare il modello detentivo ma anche mettere in sicurezza le strutture penitenziarie oggi inadeguate ad ospitare detenuti infra 25 anni che manipolano anche minori cui compromettono anche qualsiasi tipo di percorso rieducativo. Non può nascondersi il profondo sdegno per quanto accaduto a Torino e per le modalità con cui è stato distrutto il carcere torinese in concomitanza con un’analoga protesta in una delle sezioni del carcere della stessa città torinese ma destinato a custodire gli adulti. Guardando i video che gli stessi detenuti hanno pubblicato si può affermare, senza pericolo di essere smentiti, che sono lo specchio dell’immigrazione irregolare che complica il lavoro delle forze dell’ordine sia all’esterno che all’interno delle carceri, in questo caso mettendo a dura prova il lavoro della polizia penitenziaria in forte sofferenza d’organico e di strumenti tecnologici e idonei a contrastare l’escalation di azioni che sembrano anche essere di tipo coordinato tra di loro.”