Il giorno 27 la statua di San Giovanni ha riabbracciato i Suoi devoti per le vie della città fino all’arrivo in una parrocchia che Lo ha ospitato per un giorno con canti, liturgie, veglie di preghiera, poi è ritornato in Cattedrale la sera del 28. Il 29 agosto è la principale festa di popolo, con la città che si stringe intorno al suo Santo con una chilometrica processione di ceri, il cui retaggio potrebbe essere riconducibile alla luminaria che aveva luogo durante il XVII secolo ad Ibla. In essa traspare il silenzio, la preghiera e una grande devozione visibile nei fedeli scalzi o con indumento rosso in segno di un voto o grazia ricevuta. Essi percorrono le vie del centro storico insieme all’Arca Santa, precedendo la statua che Carmelo Licitra consegnò nel 1861 alla fervida devozione del popolo ragusano, prendendo il posto di quella antica per ragioni non ancora chiarite.
San Giovanni viene portato in processione al grido di “Patronu Viva”, ed è accompagnata dalla banda musicale. Si vivono momenti di forte devozione e si rinnovano antiche tradizioni che da centinaia di anni uniscono il popolo. La solenne processione viene conclusa da un magnifico spettacolo pirotecnico.
Nei giorni di festa ricorrono anche tradizioni gastronomiche che deliziano i palati, il giorno di San Giovanni vengono preparati “gnucchitti rausani”, tipico piatto di pasta fresca fatta in casa con farina di semola e condita con brodo di pollo, di solito viene accompagnata al pollo ripieno.
Salvatore Battaglia
Presidente Accademia delle Prefi