di Umberto Zedda
L’Europa veste nero, la minaccia conservatrice rischia di prendere una brutta piega
Non è chiaro a molti che l’ideologia di destra più estrema sta spopolando in Europa come non si vedeva da tanto tempo, e che gli stessi concetti di uguaglianza e umanità che avevano caratterizzato il pensare umano dalla fine della seconda guerra mondiale siano ormai caduti nel dimenticatoio.
Così insorgono i nuovi/vecchi fascisti, con un nuovo guardaroba e le stesse vecchie canzoni che riempiono le strade durante concerti, feste di paese e comizi elettorali. Ma è tutto una bravata che deve causare l’ilarità della gente. I bambini intonano Faccetta Nera con la stessa innocenza con cui 20 anni fa si cantava la sigla de L’Uomo Tigre, e con la stessa noncuranza contribuiscono alla politica dell’etichetta nei confronti dei “diversi”.
In tanti reputano che questo non sia un ritorno al fascismo, “dove sono i manganelli, le camice nere?”: beh anche quelli abbiamo visto più volte negli anni recenti, dall’inchiesta di Fanpage, provata a camuffare da un governo che, indignato non tanto per l’ideologia che trasmette bensì per il lavoro giornalistico che lo smaschera, sempre più taglia le gambe alla libera informazione, all’aggressione del giornalista de La Stampa Andrea Joly avvenuta a Torino viziata dalle parole di un Presidente del Senato che pestaggi come quelli li ha fatti a suo tempo, fino ad arrivare alla testata di Roberto Spada, membro del Clan legato strettamente a Casa Pound, al cronista di Rainews Daniele Piervincenzi, conclusasi poi a manganellate.
Tutti gli elementi sono in pentola eppure il ritorno del fascismo non sembra essere una minaccia reale. Un po’ di retorica e acqua corrente levano le macchie dalle menti di tanti che sempre più bombardati da panem et circensem non riescono a capire cosa stia succedendo nel nostro paese.
All’estero non si sta meglio
Le ultime elezioni in Europa hanno mostrato quali sono le tendenze più in voga nei territori europei. Oltre le sempre presenti Ungheria e Polonia si aggiungono al novero dei paesi più conservatori anche Francia e Germania. La prima ha visto il partito di Le Pen ad un passo dal governo punendo un Macron sempre più vittima della sindrome di Napoleone, la seconda ha mostrato come un partito di ultra destra quale l’AfD possa ancora, nonostante la seconda guerra mondiale, racimolare tanti voti da diventare il secondo più votato del paese.
Canti, cortei, rimembranze in Ucraina, Croazia, Turchia e chi più ne ha più ne metta.
In Inghilterra, fuori dall’Europa, stiamo assistendo proprio in questi giorni a mobilitazioni fasciste e razziste a Londra, Liverpool, Birmingham, Bristol (roccaforte della sinistra del Regno), Blackpool, Newcastle, Oldham, Brighton e molte altre che hanno visto l’opporsi di una contromanifestazione degli anti- fascisti scesi in migliaia nelle strade del Regno Unito.
Insomma la retorica del “non sta tornando il fascismo” deve spaventarci, perché se un giorno dovessimo vedere certe pratiche riprodotte con lo stampino sarebbe di certo troppo tardi.
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