Ogni anno il centro smeraldino propone un cartellone di eventi con la partecipazione di autori di spicco e la presenza delle più importanti case editrici.
Gli appuntamenti si terranno prima di cena, alle ore 19.30, in varie location del borgo, dalla Piazza Centrale, il cuore pulsante di Porto Cervo, crocevia di migliaia di persone che ogni anno si incontrano in uno dei luoghi di vacanze più conosciuto e apprezzato al mondo, alla piazza del Principe, accogliente luogo di aggregazione creato dalla famiglia Vinante fino alla suggestiva spiaggetta del sottopiazza, scenario unico a contatto con il mare e con il molo dove attraccano i più lussuosi mega yacht del pianeta.
Lunedì 5 agosto si parte con una vecchia conoscenza di Porto Cervo e portiere della Juventus negli anni ’70, Giancarlo Alessandrelli, una vita in Gallura e ormai sardo adottivo con molti interessi ed iniziative imprenditoriali nel litorale del nordest isolano.
“Una storia bella, la mia vita in due tempi” appena uscito per Ultra Edizioni, sarà presentato dalla coautrice Francesca Muzzi, lunedì 5 agosto, in piazzetta centrale in un incontro attesissimo al quale parteciperanno anche alcune vecchie glorie del calcio italiano.
Tutti se lo ricordano per quei tre gol. Il 13 maggio 1979, nell’ultima giornata di campionato, Giancarlo Alessandrelli sostituisce Dino Zoff ed entra in campo per la prima volta in serie A con la maglia della Juventus dopo 113 incontri in cui è restato in panchina con il numero 12 sulle spalle, quello che nel calcio dell’epoca era prerogativa esclusiva del portiere di riserva. È una classica partita di fine stagione che la Juve di Trapattoni sta conducendo placidamente per due a zero, e poco dopo l’ingresso dell’eterno secondo arriva anche il terzo gol. Ma dopo accade l’imprevedibile: l’Avellino si riversa in avanti e in meno di mezzora rifila tre reti ad Alessandrelli. Finisce così e sembra un po’ una favola al contrario, ma nel calcio, come nella vita, c’è sempre un secondo tempo. E così per Giancarlo, una volta appesi i guanti al chiodo, comincia una ripresa piena di lustrini, segnata dall’avventura del Billionaire, il locale di Porto Cervo che diventerà iconico negli anni a cavallo del millennio. Una storia strana, che comincia su un campo da calcio della periferia romana, prosegue nello spogliatoio di una delle squadre più forti di tutti i tempi e approda sulle spiagge più esclusive della Sardegna. Decisamente, una storia bella.
Prima di Ferragosto, il 12 agosto nella spiaggetta del sottopiazza, torna un’amica di Porto Cervo, la pr internazionale, direttrice artistica del Filming Los Angeles e del Filming Italy Sardegna, nonché produttrice cinematografica di lunga esperienza Tiziana Rocca, l’artefice di grandi imprese del cinema italiano nel mondo autrice del suo ultimo libro “Immaginare l’impossibile. Una storia di vita, di successo e di coraggio” edito da Sperling & Kupfer.
E la prefazione non poteva che essere di una super vip, Sarah Ferguson.
Ospite d’eccezione Eleonora Daniele di Storie Italiane su Rai1, storica appassionata di vacanze sarde, che, dopo i successi televisivi sulla rete ammiraglia di Viale Mazzini, sarà la moderatrice speciale dell’incontro dedicato al cinema e alla tv.
Raccontare la vita di Tiziana Rocca è come immaginare un viaggio ad alta quota su vette sempre più alte, la cui meta è un’intera esistenza definita da una tenacia d’acciaio e ricca di incontri ed esperienze incredibili e successi professionali. Ma come si diventa Tiziana Rocca? Fin da bambina, Tiziana ha sempre avuto un carattere speciale: solare ma disciplinata, al limite della durezza. È la forza della sua personalità a permetterle, crescendo, di farsi spazio in un mondo che all’inizio di questa storia era quasi del tutto declinato al maschile. A ventiquattro anni fonda la sua agenzia di organizzazione eventi. Non un punto d’arrivo, ma un trampolino per continuare a puntare in alto, seguendo la propria strada, senza ascoltare chi le diceva che le sue erano idee irrealizzabili, lanciando e cogliendo sfide, convincendo le aziende a credere in proposte allora considerate «visionarie» e meritandosi il soprannome di «Regina degli eventi». In un contesto competitivo, Tiziana non si è mai scoraggiata né si è lasciata intimorire, anzi, si è costruita un nome, rispetto e notorietà. Diventata oggi una delle manager al femminile più influenti, non ha pensato nemmeno per un attimo di dover scegliere tra la carriera e il desiderio di creare una famiglia. E poi il cinema, la passione, le imprese impossibili: primo Direttore artistico donna di un festival in Italia, ha ideato e dirige i Filming Italy Festival Los Angeles e Sardegna e il Filming Italy Best Movie Award assegnato durante la Mostra del Cinema di Venezia; è stata definita da Variety «marketing guru» e punto di riferimento del cinema italiano a Hollywood. In queste pagine, per la prima volta Tiziana Rocca racconta la propria storia e mostra che con dedizione e un po’ di follia si può davvero trasformare l’impossibile in possibile.
Sempre più viaggiatore globale e profondo conoscitore del mondo e dell’imprenditoria, arriva il 23 agosto nella Piazza del Principe Oscar Farinetti, un genio visionario che ha creato veri e propri colossi, solo per citarne alcuni Eataly, con quasi 10.000 dipendenti e punti vendita in tutti i Continenti, e Unieuro, celeberrima catena di elettronica orgoglio del Made in Italy.
Sarà la vulcanica performer e regista Francesca Chialà, prossima a debuttare alla Biennale d’Arte di Venezia il prossimo 14 settembre con l’ultima sua creazione, a presentare il nuovo volume dell’imprenditore piemontese “10 mosse per affrontare il futuro. Una vita nuova attraverso il piacere e la bellezza” edito da Solferino.
Questo libro è un ponte. Unisce il passato, quello di tutti, e il futuro, quello di ciascuno. In un mondo incerto e competitivo, spazzato da venti di guerra, crisi politiche ed emergenze, spesso l’avvenire fa paura, ma c’è un modo preciso per non lasciarsene sopraffare: progettarlo, giorno per giorno, seguendo dieci semplici mosse. Lo dimostra un testimone d’eccezione: Leonardo Da Vinci, che le aveva già previste e provate tutte e che non a caso era un genio. A lui Oscar Farinetti si rivolge come interlocutore ideale per dare autorevolezza ai suoi dieci consigli, e a lui, in cambio, racconta a sua volta alcune storie. Quella dei giovani rivoluzionari del Maggio ’68 che immaginarono il futuro e quella di Marilyn Monroe che non riuscì a costruirselo; quella di Che Guevara che tentò di cambiarlo e quella di Andy Warhol che volle trasfigurarlo, o di Miles Davis che riuscì a colorarlo. E altre ancora, per finire con una riflessione su ciò che letteralmente lo alimenta, il futuro: il cibo, che unisce tradizione e innovazione, piacere immediato del gusto e valore permanente della sapienza gastronomica. Le dieci mosse suggerite da Farinetti sono passi di una costruzione che non si improvvisa e che non si compie da soli: occorre un’intelligenza collettiva che può nascere solo da una profonda cultura condivisa. Così, con le note dell’esperienza e della passione, del talento e dell’ironia, l’autore costruisce una potente variazione sul tema delle «ricette per il successo», rinnovandolo e arricchendolo per creare una sinfonia di storia e storie, la sola capace di ispirarci e muoverci all’azione e al cambiamento.
A fine agosto due volumi e due personalità prestigiose in ambiti diversi.
Il 29 agosto sarà ospite della rassegna uno dei decani del giornalismo italiano, Paolo Liguori, una vita spesa tra riviste, quotidiani e piccolo schermo, una vera e propria autorità nel campo che partendo dal suo libro inchiesta sull’Irpinia Gate arriva ai giorni nostri per raccontare lo stato dell’arte nel mondo dell’informazione, lui che è stato uno dei direttori più longevi e che ancora oggi, con la stessa immutata passione segue la direzione di numerose testate Mediaset.
Il giorno seguente, il 30 agosto, sempre nella piazzetta lo stesso Paolo Liguori intervisterà Ernesto Maria Ruffini, direttore generale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossone.
Ruffini parlerà del suo saggio “Uguali per Costituzione. Storia di un’utopia incompiuta dal 1948 ad oggi” pubblicato da Feltrinelli ed impreziosito dalla prefazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Come ha preso forma l’idea di uguaglianza nella nostra Costituzione e poi nella nostra vita repubblicana? L’autore racconta la grande storia di un’utopia, nata dai sogni, dalle speranze e dalle aspettative degli italiani alla fine della Seconda guerra mondiale, nei giorni della Liberazione e della stagione straordinaria durante la quale furono poste le basi del nostro vivere insieme. Il risultato raggiunto in Assemblea costituente, scrive Ruffini, “non fu altro che la testimonianza del reciproco rispetto delle diverse idee di ciascun Costituente e, in ultima analisi, di ciascun cittadino. Perché anche nella possibilità di esprimere le nostre idee dobbiamo riconoscere di essere tutti uguali”. Accanto a quella pagina fondamentale, come in uno specchio del tempo che ci restituisce l’immagine dell’Italia in divenire, questo libro ripercorre anche le principali discussioni parlamentari che hanno accompagnato le leggi più significative della storia repubblicana dal 1948 ai nostri giorni. Quelle che hanno segnato l’avanzamento nel percorso di attuazione concreta dell’uguaglianza nel Paese e quelle che, invece, hanno rappresentato un rallentamento o un passo indietro rispetto alle conquiste che erano state raggiunte. Dopo quasi tre quarti di secolo di vita repubblicana, possiamo fermarci a osservare la realtà presente per chiederci quanto di essa corrisponda alla visione emersa durante la stagione costituente. Sarà così possibile riconoscere un percorso che non si esaurisce nelle leggi approvate dal Parlamento, ma che deve proseguire ogni giorno, soprattutto attraverso l’attività di coloro che prestano servizio nella pubblica amministrazione. È a loro “che il cittadino guarda quando si rivolge allo Stato”, perché il loro lavoro dà concretezza al principio di uguaglianza.
Gli ultimi appuntamenti saranno a settembre con due autori molto noti al grande pubblico.
Il 4 settembre in piazzetta centrale, intervistato dalla giornalista e scrittrice Virginia Saba, protagonista sarà Walter Veltroni, già Sindaco di Roma e Ministro della Cultura.
Oggi è editorialista del Corriere della Sera, regista prolifico con 13 lavori al suo attivo e scrittore a tempo pieno.
Insignito con prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio Giovenale, il Premio alla Carriera dell’Isola D’Elba ed il Premio Sergio Amidei alla Cultura Cinematografica, Veltroni è in tour per la presentazione della sua ultima fatica letteraria per Rizzoli “La Condanna”.
Giovanni ha ventiquattro anni e ha coronato il suo sogno, quello di lavorare nella redazione di un quotidiano. Intorno a sé, però, ha soltanto colleghi più anziani, ormai apatici, storditi da un mestiere sempre più in crisi. Tranne uno, Sergio Fabiani, caposervizio della cultura, che gli affida il compito di scrivere un pezzo su Donato Carretta, direttore del carcere di Regina Coeli, linciato in modo selvaggio dalla folla nel settembre 1944. Il giovane giornalista si immerge allora nella ricerca e nello scavo: sotto la guida paterna di Fabiani, Giovanni ci porta sui luoghi che furono teatro del fatto – il Palazzo di Giustizia, il Tevere, Regina Coeli -, ci mostra le testimonianze di chi quel massacro l’ha visto e documentato, e ce lo restituisce in un racconto vivido, crudo, reale. Chi era Carretta? Un fascista o un antifascista? Oppure uno della “zona grigia”? Con la precisione del reporter e l’abilità dello scrittore, Giovanni ricostruisce la storia di una condanna controversa, brutale, di certo ingiusta. Indagando le pulsioni e la rabbia che agitano la folla di quel settembre 1944 rivede, nella Roma liberata dal fascismo e dall’occupazione nazista, gli strepiti e i livori che si muovono, velenosi, nelle relazioni di oggi, nella comunicazione, sui social. Walter Veltroni torna con un romanzo intenso, capace di raccontare un passato ancora attuale, in cui possiamo leggere in controluce – e forse decifrare, un passo alla volta, insieme a Giovanni – il presente in cui viviamo.
Anche quest’anno sarà Luca Telese a chiudere il cartellone di Porto Cervo Libri considerati i suoi impegni televisivi che lo vedono protagonista tutti i giorni su La7 con il programma condotto assieme a Marianna Aprile “In Onda”. Terminate le dirette del suo seguitissimo talk show, Luca Telese arriverà in Piazzetta Centrale il 10 settembre per parlare del suo ultimo libro, uscito poco prima dell’estate, dedicato alla figura del grande Enrico Berlinguer. Dopo il grande successo de “La scorta di Enrico”, Telese, editorialista de L’Unione Sarda e genero del grande statista sassarese, ha dato alle stampe per Solferino “Opposizione. L’ultima battaglia di Enrico Berlinguer”.
Un leader conservatore, ideologico, ancorato a categorie novecentesche: così viene dipinto Berlinguer all’inizio degli anni Ottanta. Analisti e giornalisti decretano che il suo tempo politico è finito e nella direzione del Pci monta un dissenso sempre più duro verso le sue scelte. Ma intanto, nel Paese, il segretario comunista è diventato un mito per intere masse di persone: compresi tanti che non votano per il suo partito. Il suo funerale, con milioni di italiani in lacrime che sfilano davanti alla bara, lo dimostrerà con l’evidenza di un lutto collettivo mai più provato dopo di allora. Cosa era successo? Semplice: Berlinguer, in quegli anni, aveva fatto opposizione. Difendeva gli interessi dei lavoratori, dei ceti popolari, degli ultimi, che per lui erano i primi. E intercettava i problemi più vivi e contemporanei: la difesa della pace, la lotta delle donne, la battaglia per l’ambiente. Non era, come è stato dipinto, l’uomo della questione morale, ma quello della questione sociale e proprio per questo, negli anni che portarono a quell’ultima campagna elettorale, navigò nel più difficile dei mari: senza rendite sicure, appoggi forti o scelte facili. Perse il consenso della classe dirigente, ma conquistò un popolo. Luca Telese ripercorre oggi gli ultimi anni dell’avventura umana e politica di Enrico Berlinguer e la battaglia che lo portò a una morte epica e straziante, sul palco di Padova. Lo fa ridando voce, volti e nomi a un mondo ormai scomparso, ma la sua non è un’operazione nostalgia. È un messaggio attualissimo per la politica di oggi, per le sue ritrosie, per i suoi compromessi: l’opposizione è stata un’altra cosa. E potrebbe ancora esserlo.
Tutti gli eventi sono ad ingresso libero e gratuito.