In ulteriore aumento le persone ristrette, 682 per 561 posti (120%), con temperature da forno crematorio
“Non è stato ancora ufficializzato il nome di chi dovrà coordinare l’area sanitaria della principale Casa Circondariale della Sardegna. Mentre continuano ad aumentare le persone private della libertà, l’Istituto “Ettore Scalas” non può contare su un responsabile organizzativo, una funzione molto importante corrispondente a un Direttore di Reparto Ospedaliero”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV” avendo appreso che dal 24 luglio manca la figura di riferimento.
“Le problematiche organizzative e le relative dimissioni dell’ex responsabile sanitario Luciano Fei – ricorda Caligaris – erano sorte in seguito alla decisione, poi rientrata, di sospendere il servizio h24 del 118. Il Medico, che svolgeva il ruolo di responsabile anche nell’Istituto Minorile dal 6 aprile 2020, aveva rassegnato le dimissioni il 31 maggio scorso. Per sopperire alla decisione divenuta irrevocabile, era stato assegnato l’incarico provvisorio a Paolo Trois. Anche quest’ultimo però lo scorso 24 luglio aveva deciso di non accettare l’incarico”.
“Da due settimane circa le persone private della libertà della Casa Circondariale, che nel frattempo hanno superato il 120% di presenze, sono infatti 682 a fronte di 561 posti, si sono ritrovate – sottolinea la presidente di SDR ODV – senza il supporto organizzativo del coordinatore sanitario i cui compiti spaziano dal concordare con i colleghi le scelte di carattere strettamente diagnostico, alla stesura di relazioni per le istanze di differimento pena, per le richieste dei farmaci e per i rapporti con la Magistratura”.
“Insomma navigare a vista in un Istituto che per il caldo e il numero di ristretti per cella, sembra un forno crematorio, non fa onore al servizio sanitario regionale e conferma ancora una volta una condizione molto distante da quella prevista dalla Costituzione e dall’Ordinamento Penitenziario. Occorre forse ricordare che garantire le cure in carcere è un principio inviolabile”.
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