Noi, che sosteniamo con convinzione l’articolo 21 della Costituzione, non possiamo che plaudere a questa affermazione di principio, che indica a chi lavora nell’informazione la via maestra.
Strada che però – ed è questo il motivo della nostra lettera – il quotidiano L’Unione Sarda ha smarrito.
Non vogliamo nasconderci dietro frasi di circostanza, ma la recente campagna di stampa – pur legittima se fosse fondata su dati reali – che quel quotidiano sta sviluppando, assume le sembianze di un “mostro” giornalistico dove le opinioni (legittime pur se discutibili) si confondono fino a sostituirsi alle notizie.
Ci riferiamo, signor presidente dell’Ordine – che dovrebbe vigilare sulla deontologia professionale dei giornalisti – alla campagna di stampa sui temi dell’energia e dell’eolico, azione a senso unico che palesemente dopo anni di silenzio omertoso della stessa Unione, punta a delegittimare stravolgendo i dati reali del problema l’attuale maggioranza che governa la Regione Sardegna.
Lei ci dirà, è il pluralismo. Siamo d’accordo su questo.
Non vorremmo dunque essere fraintesi: noi siamo per la massima libertà di stampa e di espressione e consideriamo un bene supremo il pluralismo dell’informazione in luogo dell’oligopolio o del monopolio.
Ma, ed è questo il punto, la martellante, ossessiva a tratti grottesca campagna dell’Unione punta a costruire artificiosamente un nemico (la giunta sarda) utilizzando dati di una presunta invasione di pale eoliche o pannelli solari. Facciamo parte di un partito che si chiama Sinistra Futura ed è presente in Consiglio Regionale, che è per un passaggio dall’energia fossile a quella rinnovabile e siamo fieramente impegnati/e a tagliare unghie agli speculatori che si sono presentati sulle coste sarde dopo che la precedente giunta regionale aveva già autorizzato non pochi progetti.
Che faceva l’Unione Sarda in quel frangente? E’ stata silenziosa e corriva, come ora è chiassosa e intasata da bulimia di sensazionalismo.
Un giornale-partito può essere discutibile, ma è perfettamente in linea con la libertà di informazione quanto su quella dei lettori e delle lettrici di sceglierlo nelle sempre più scarse edicole. Tuttavia riteniamo che un organismo deontologico e di disciplina come l’Ordine regionale che lei presiede, dovrebbe vigilare sullo stravolgimento delle elementari regole che, almeno dal nostro punto di vista, hanno accompagnato la travagliata vicenda della stampa italiana e sarda.
Perché l’editore, l’imprenditore Zuncheddu, detta la linea apertamente scrivendo in modo ossessivo e ripetitivo sulle pagine del suo giornale? Un atteggiamento diremo “padronale”, per usare un termine forse in disuso, ma quanto mai attuale, che esautora la redazione e le sue prerogative che sono quelle di definire un prodotto collettivo capace di rappresentare la complessità, non sottacere i conflitti e raccontare quanto accade.
Un tempo questo non sarebbe stato accettato e avrebbe fatto scandalo. Oggi invece si accetta un destino così degradato per un corpo redazionale messo all’angolo dalle scelte unilaterali dell’editore.
Non si configura, a suo parere, un conflitto democratico interno di svuotamento di poteri e prerogative proprie della professione giornalistica?
Quella dell’Unione è una linea a senso unico e possiamo anche accettarlo. E’ più complicato farlo quando il protagonista principe della campagna è l’alter ego dell’editore (direttore purtroppo non pervenuto ai suoi obblighi contrattuali) il giornalista Mauro Pili, uno dei capi redattori del giornale, richiamato all’indomani di sfortunate (per lui) elezioni regionale del 2019 col ruolo di inchiestista proprio dall’editore Zuncheddu.
Siamo tra coloro i quali ritengono che i giornalisti abbiano il dovere di schierarsi, di scegliere, di non farsi ingabbiare da un malinteso senso della terzietà che è ben altra cosa dal conformismo o dalla mera pubblicazione di veline. Ma che credibilità può avere il giornalista Pili?
Un uomo che è stato sindaco di una città. Quindi consigliere regionale e presidente della giunta Sarda di cui si ricordano le comiche dichiarazioni programmatiche copiate da quelle della Lombardia di Formigoni (lei le ricorderà bene essendo un giornalista di lunga esperienza e gliele risparmiamo) e alcune scelte come l’autorizzazione alla realizzazione di centrali a pochi passi dalla basilica romanica di Saccargia. Ma non era un paladino del territorio?
Il sensazionalismo fa male al giornalismo quanto l’omissione di notizie. Una battaglia può essere ingaggiata, ma restando nel solco della verità e della deontologia da rispettare per rafforzare quel legame tra chi legge e i giornali. E, aggiungiamo, tra i lettori, le lettrici e i giornalisti e giornaliste.
Non crediamo che se un giornale diventa il cardine di una raccolta di firme per una presunta legge Pratobello che si basa sul fallace presupposto di una devastazione e su un articolato ingenuo (è come chiedere se vogliamo essere ricchi, felici e in salute) invece omettendo le scelte come la moratoria che dopo cinque anni e più di lassismo complice interviene, sia una scelta etica.
Come non lo è la decisione di omettere, ridurre, ridicolizzare le decisioni a tutela dei sardi come la risposta della Sardegna al tentativo del governo di limitare lapropria sacra autonomia. In questo caso la posizione del giornale è affidata a commentatori esterni.
Signor presidente, come cittadini e cittadine che leggono il giornale e che si sentono defraudati da quella ricerca della verità che deve ispirare qualsiasi giornale, le chiediamo di levare la sua autorevole voce per impedire – con atti concreti – che l’editore Zuncheddu trasformi un giornale con oltre un secolo di vita in un plumbeo bollettino al servizio di interessi palesi e occulti al di fuori del diritto alla trasparenza che si deve a chi legge.
Le chiediamo di rappresentare una protesta per la difesa delle prerogative deontologiche di una redazione del tutto defraudata del proprio diritto/dovere di informare, sostituita dagli editoriali su inserti e in prima pagina del proprio “padrone”.
La libertà di stampa è davvero in pericolo e non solo da agenti esterni, ma dall’azione dissennata anche di giornalisti – in questo caso Mauro Pili – che scambia il sensazionalismo con una scrittura “senza sconti”.
Con stima, la salutiamo
Luca Pizzuto, presidente Sinistra Futura e capogruppo della medesima in Consiglio regionale
Paola Casula, consigliera regionale Sinistra Futura
Peppino Canu, consigliere regionale Sinistra Futura
Salvatore Corveddu, per Sinistra Futura responsabile Dipartimento Energia e Industria
Bruno Palmas, per Sinistra Futura responsabile Dipartimento Sanità